LAROMA24.IT - Il giovane attaccante argentino che arriva in Italia ha un altissimo rischio di passare da 'bidone'. E' successo, succede e succederà nella nostra penisola più che nel resto d'Europa: da Calderon a Bartelt, passando per Rambert e Morales. Nella lunga lista hanno rischiato di finire anche Pablo Daniel O
IN ARGENTINA - Osvaldo nasce a Buenos Aires il 12 gennaio del 1986. L'attaccante si affaccia nel mondo del calcio nel 1995, quando entra nel settore giovanile del Lanus. Nel 1999 il passaggio alla cantera del Banfield e nel 2005, a 19 anni, l'esordio in Primera B Nacional grazie all'Huracan. Nella sua prima e ultima stagione infiamma l'hinchada dei Quemeros 11 volte in 33 gare, mostrando subito una grande confidenza con il gol. Nel gennaio del 2006 arriva improvvisa una chiamata da Bergamo, lo aspetta l'Atalanta.
Alla città lombarda è legata indissolubilmente l'esperienza italiana di Denis, argentino classe '81 di Remedios de Escalada. L'esordio nel calcio professionistico è col Talleres, squadra di cui è tifoso, nel 1997. Dopo le avventure al Quilmes e al Los Andes arriva la prima opportunità europea. E' il Cesena di Giuseppe Iachini che intende affidarsi alle sue capacità realizzative per raggiungere la serie cadetta nell'annata 2002/03.
ITALIA ON THE ROAD - L'impatto di entrambi con la penisola non è dei migliori. Osvaldo arriva nel profondo nord in un gennaio freddissimo. "Appena arrivato, il 12 gennaio, a ritrovarmi solo e sotto la neve nel giorno del mio 20° compleanno mi veniva da piangere. Mi sarei ammazzato..", ricorda l'ex Espanyol. Nonostante il poco spazio a disposizione Osvaldo viene notato da Pantaleo Corvino che lo porta al Lecce di Zdenek Zeman. In Puglia Osvaldo ritrova caldo e continuità, attirando gli occhi della Fiorentina di Cesare Prandelli. La prima stagione in viola dell'italoargentino, sebbene da comprimario, viene ricordata per due reti pesantissime contro la Juvenus e il Torino. Ma il talento è ancora acerbo e nel 2009 viene ceduto al Bologna. Qui la definitiva bocciatura e la partenza all'estero: è l'Espanyol a decidere di puntare su di lui. In Spagna trova la sua dimensione e 20 gol in 2 stagioni che non sfuggono all'allenatore del Barcellona B, Luis Enrique.
La parentesi romagnola di Denis dura poco più di una stagione e tre gol. Classici numeri da 'meteora', che, tornata in Argentina, ricomincia puntualmente a timbrare il cartellino. In 5 stagioni tra Arsenal de Sarandì, Colon e Independiente El Tanque sigla 61 gol, che richiamano ancora occhi italiani. E' il Napoli che nel 2008 se lo assicura per 8 milioni. Ma 13 gol in 2 stagioni non bastano a far innamorare la piazza nè a convincere De Laurentiis a confermarlo. Nel 2011 viene ceduto in comproprietà all'Udinese, dove però è chiuso dalla coppia Di Natale-Sanchez. Come logica conseguenza arriva l'ennesimo trasferimento: Denis accetta la missione quasi impossibile di salvare l'Atalanta, appesantita dai 6 punti di penalizzazione per la vicenda calcioscommesse.
CONFERME - Il 25 agosto del 2011 Denis e Osvaldo firmano i rispettivi contratti con Atalanta e Roma. Se il primo arriva in prestito, il secondo costringe la nuova società americana a un investimento di 17 milioni. Denis ha il compito di far dimenticare alla piazza lombarda l'idolo traditore Cristiano Doni, mentre il giallorosso deve sostituire Mirko Vucinic. Nel naufragio generale dei giallorossi l'italoargentino è uno dei più positivi, con un bottino totale di 11 gol. 5 in meno di Denis, riuscito nella straordinaria impresa di trascinare l'Atalanta al 12° posto. Discreto e posato il bergamasco, un vulcano dentro e fuori dal campo Osvaldo. Nella stagione in corso, con Zeman prima e Andreazzoli poi, Osvaldo ha già eguagliato il bottino realizzativo dello scorso anno e ha fatto nuovamente parlare di sè nel bene e nel male. Le prestazioni contro Inter, Genoa, Milan e Juventus lo hanno avvicinato al podio dei migliori attaccanti della Serie A, ma il cartellino rosso con l'Atalanta e il rigore sbagliato contro la Sampdoria lo hanno reso oggetto di critiche e contestazioni.
Nonostante una stagione convincente (9 reti in 25 presenze) il futuro di German Denis è stato fortemente in bilico durante il mercato di gennaio. Voci lo hanno accostato con insistenza al Palermo, ma il dg della Dea Pierpaolo Marino ha smentito con decisione: "L'attaccante mi ha detto di avere un desiderio: restare a vita all'Atalanta". Nel calcio, si sa, non si può mai dire. Intanto il pensiero va a domenica. Denis, quando incontra la Roma, ci vede benissimo: già 5 gol contro i giallorossi, di cui 4 solo lo scorso anno.
Lorenzo Censi