CORSPORT (S. DI SEGNI) - Roma la chiama «casa» e non è solo perché a Piazza del Popolo cè una turista brasiliana che si commuove e grida forte il suo nome, «Cafù, sei lorgoglio di San Paolo e del Brasile» . Il tempo non ha corrotto il sorriso di Marcos Evangelista de Moraes
Poi cè la storia di una carriera luminosa da consegnare ai nipoti. Tre finali e due successi Mondiali, due finali e una Champions, record di presenze con la maglia brasiliana. E unincetta di titoli tra San Paolo, Roma e Milan.
Sorride . «Da dove partiamo?».
Dallultimo riconoscimento: è entrato nella Hall of Fame romanista, miglior terzino destro di sempre.
«Sono orgoglioso di questo premio. Oggi (ieri, ndr) mi recherò a Trigoria per ritirare lattestato, sarà un grande piacere. Mi è dispiaciuto molto non esserci allOlimpico due settimane fa».
Fu uno dei protagonisti della prima Roma zemaniana. Quali differenze
«Noi eravamo più compatti, ma semplicemente perché eravamo più collaudati».
E così difficile mettere in pratica le idee del boemo?
«La volontà è tutto, i giocatori hanno il dovere di seguirlo. Le sue squadre sono abituate a correre e lottare. Ed è tuttaltro che impossibile metabolizzare le sue indicazioni. Poi credo che siano gli uomini che devono adattarsi ai moduli e non viceversa. Non si possono mica studiare undici strategie per quanti calciatori scendono in campo...».
Si riferisce a De Rossi?
«Parlavo in generale. Daniele è un calciatore immenso, lho lasciato ragazzo ed è diventato uomo. Sono sicuro che diventerà indispensabile anche per questa Roma. Tutto si risolverà, basterà parlarsi».
Sono particolarmente pesanti i carichi di lavoro studiati da Zeman?
«Io non mi sono mai lamentato...».
Ma Zeman saprà anche vincere? O le sue vittorie saranno sempre il bagaglio di insegnamenti che lascia?
«Prima o poi vincerà. Io ne sono convinto. La Roma ha i mezzi per rilanciarsi, bisogna crederci. I risultati, certo, aiutano».
Qual è la ricetta di Cafu per una squadra vincente?
«Nel calcio serve esperienza e pazienza. Con il mix si ottengono i risultati, ma bisogna dare tempo ai giovani di crescere. Sono convinto che la Roma il prossimo anno si toglierà grandi soddisfazioni, la proprietà americana mi sembra al passo con il calcio moderno, sta operando nel modo giusto».
E di nuovo una Roma brasiliana.
«Leandro Castan viene da un campionato straordinario, Marquinhos è giovane ma in prospettiva può diventare un campione».
E Dodò? Nel suo Paese lo hanno definito il Roberto Carlos del futuro.
«Calma ragazzi. Roberto Carlos ha fatto la storia. Dodò può farla, ha le doti per diventare addirittura più forte di Roberto, ma bisogna dargli tempo. Con Zeman può fare il salto di qualità».
Lei è diventato nonno e Totti è ancora uno dei cardini di questa Roma.
«Francesco è forte come pochi, è stato un compagno straordinario. Da romano si faceva sentire, giustamente. Io faccio sempre il tifo per lui e credo che ancora adesso sia in grado di decidere le sorti della Roma. Anche se a sua volta avrebbe bisogno di essere aiutato dalla squadra». [...]