Fonseca, la difesa a 3 è il 'nuovo dogma': aumentano clean sheet e gol segnati

08/03/2021 alle 12:07.
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LAROMA24.IT (Massimo Scialla) - Da chi meno te l'aspetti. Quasi una decade di carriera a declinare ogni sorta di schieramento appoggiato su una linea arretrata a 4, con una particolare predilezione per il di 'spallettiana' memoria. Poi venne la Serie A, e con lei la Roma. Paulo Fonseca inizia a predicare il suo credo a Trigoria nell'estate del 2019, con un'etichetta che dice 'dogma difesa a 4' appiccicata addosso.

IDENTITA' - La filosofia dell'ex allenatore dello Shakhtar è chiara da subito: squadra corta, linea d'ingaggio alta, ricerca del possesso con aggressione continua e verticalizzazione. Ma come specificato proprio dal tecnico in una recente conferenza stampa, identità e strategia sono due concetti ben distinti. E allora ecco che, se la difesa a 4 smette di funzionare, il sistema di gioco può cambiare.

GLI INIZI - La prima stagione di Paulo Fonseca nella capitale può riassumersi in due atti: nel primo il mister nato a Maputo, Mozambico, mostra la sua natura e sceglie sempre la difesa a 4: lo fa per 38 partite in totale tra campionato, Europa League e Coppa Italia. In questa fase la sua Roma subisce 54 gol, uno ogni 63' di gioco, e tiene la porta inviolata per 9 volte, una ogni 4,2 partite. Numeri che da soli non bastano a mettere in luce la tendenza acquisita dai giallorossi nell'ultimo segmento della fase presa in esame: troppi i gol subiti - 2 dall'Atalanta, 3 da e Cagliari, 4 dal - e le fragilità evidenziate nelle ultime uscite prima dello stop del campionato dovuto alla pandemia. E l'emorragia di reti concesse non si arresta neppure nei tre match successivi alla ripresa.

SECONDO ATTO - E allora Fonseca decide per la svolta. Dalla 30esima giornata del campionato '19/'20 la Roma passa alla difesa a 3, così da conferire maggiore solidità ad un reparto che balla. Ad oggi sono 45 le partite in cui i giallorossi, guidati dal mister portoghese, si sono schierati con una linea arretrata composta da 3 uomini: 56 reti concesse sul campo, una ogni 73', e 14 partite concluse a rete inviolata, una volta ogni 3,2 partite senza considerare i gol 'artificiali' del referto di Verona.

CONVINZIONE - E la soluzione a 3 non sembra essere solo un ripiego: Fonseca non torna all'antico nemmeno quando il reparto arretrato è a corto di pedine a causa di squalifiche o infortuni. Tanto che l'allenatore della Roma studia ed applica anche il teorema Cristante, che da centrale difensivo trova un minutaggio decisamente più corposo: per 883 minuti su 1299 giocati in stagione - senza contare la parte iniziale di Roma-Benevento di quest'anno -, l'ex Atalanta è stato impiegato in terza linea, ruolo in cui l'allenatore lo aveva già provato in Roma-Parma dello scorso campionato.

FALSI MITI - E il passaggio alla difesa a 3 della Roma sfata anche il falso mito della coperta corta: i gol realizzati dai giallorossi sono addirittura aumentati da quando Fonseca ha deciso di rinfoltire il reparto arretrato: e compagni sono infatti passati da una media di una rete messa a segno ogni 50' a quella di una ogni 42'.

 

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