Prova tv e simulazione: tutti i casi dal 2005 (FOTO E VIDEO)

04/05/2017 alle 19:33.
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LAROMA24.IT (Daniele De Angelis) -  e la Roma attendono il verdetto del ricorso presentato per le di dopo il derby di domenica scorsa con la Lazio. L'olandese era stato sanzionato per aver simulato il contatto con Wallace, che procurò il rigore del momentaneo 1-1 traendo in inganno l'arbitro Orsato. La strategia difensiva del club giallorosso punterà alla revoca della sanzione. Non è possibile uno 'sconto' in quanto si tratta della pena minima per la condotta gravemente antisportiva. Nel complesso si tratta del settimo caso dal 2005, anno di introduzione della prova tv, di una  comminata a causa di una simulazione.

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ILIEV

Il "punto zero" è l'ottobre 2005, un Messina-Ascoli finito 1-1 sotto il diluvio. La prima 'vittima' della prova tv fu l'attaccante dei siciliani Ivica Iliev. Al 28' del primo tempo Iliev ha «simulato il contatto con l' avversario», si legge nella sentenza. L'avversario in questione era il difensore bianconero Domizzi, ma tra i due non ci fu contatto. L'arbitro fu tratto in inganno e assegnò il rigore al Messina, poi trasformato da Zampagna. Il giudice sportivo Laudi allora riconobbe la «condotta gravemente antisportiva» e punì l'attaccante serbo con ben di (due da "tariffario", una per l'esultanza).

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ADRIANO

adriano inter roma 2007

Il secondo caso riguardò da vicino la Roma e che vide protagonista un giocatore che poi sarebbe transitato dalle parti di Trigoria. Aprile 2007, i giallorossi di battono l' per 3-1 a San Siro. L'autore del gesto incriminato fu Adriano, che si procurò un penalty simulando un contatto con il Doni. Anche allora il giudice si avvalse della prova tv e l'"Imperatore" fu sanzionato con 2 turni di . Nel dispositivo si legge che  la caduta di Adriano "non è stata preceduta da alcun significativo contatto con il corpo del avversario" e quindi "non è motivata la concessione del rigore". L'errore dell'arbitro è stato determinato "dal consapevole comportamento di Adriano che, come le immagini documentano, aveva preordinato la simulazione trascinando innaturalmente sul manto erboso il piede sinistro, alla ricerca di un contatto con il corpo del , in concreto non ottenuto". L'inter fece poi ricorso ma il reclamo fu respinto.

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ZALAYETA

20071027 - NAPOLI - SPO - CALCIO: SERIE A; NAPOLI-JUVENTUS. L'attaccante del Napoli, Marcelo Zalayeta (D), si procura il secondo calcio di rigore contro la Juventus, questa sera allo stadio San Paolo di Napoli. ANSA/CIRO FUSCO/DRN

Tra i casi di simulazione più clamorosi non può mancare quello di Marcelo Zalayeta, anche perchè si tratta del primo caso in cui il ricorso è stato accolto. Il match è - del 2007, finito 3-1. Una gara segnata da episodi controversi, che fecero infuriare Buffon a fine partita ("Certo che con questo andazzo partecipare a un campionato di vertice..."). Tra gli episodi contestati anche quello che poi fini sotto la lente d'ingrandimento della giustizia sportiva. Al 25' della ripresa l'arbitro Bergonzi concesse un rigore agli azzurri dopo una plateale caudta in area del 'Panteron' uruguagio, ravvisando un presunto contatto con lo stesso Buffon. Domizzi trasformò il penalty ma la vicenda non si chiuse al fischio finale. Puntuali le di per Zalayeta dopo la prova tv, ma in Corte Federale il verdetto verrà ribaltato. Il portò a sostegno della sua tesi nuove immagini, acquisite dalla tv locale Canale 34, dalle quali è emerso che "vi è stata una trattenuta del calciatore Legrottaglie" ai danni di Zalayeta "che potrebbe aver inciso sulla stabilità del calciatore stesso". Risultato: revocata.

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KRASIC

Risale invece all'ottobre del 2010 l'"abile tuffo", come lo definì il Giudice Sportivo Gianpaolo Tosel, di Milos Krasic in -. Non ci fu contatto tra il serbo e Portanova, ma la sua caduta ingannò l'arbitro De Marco, che decretò il calcio di rigore in favore dei bianconeri. Poi dagli undici metri Iaquinta si fece parare il penalty da Viviano. "La provvidenza ha voluto che non facessimo gol", ammise serafico a fine partita l'ad Marotta. Provvidenza che però non evito la di a Krasic. "Nell'esclusione di ogni ragionevole dubbio - si legge nel dispositivo - i due calciatori non vennero in alcun modo a contatto e che l'arbitro fu indotto in errore da un abile tuffo in avanti effettuato dal calciatore bianconero (l'innaturale trascinamento del piede sinistro ne evidenzia ulteriormente l'intento ingannevole)". I bianconeri presentarono ricorso, la Corte Federale rispedì al mittente le istanze juventine.

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FERRARI

ferrari lanciano

Per il quinto precedente di applicazione della prova televisiva per una simulazione bisogna tornare allo scorso anno e scendere di categoria, in Serie B, ma il caso fu di portata nazionale per via della posta in palio. E' il maggio del 2016, il Livorno si gioca la salvezza contro il Lanciano e perde per 2-1. Il gol che condanna i toscani alla Lega Pro arriva su un calcio di rigore, conquistato dall'attaccante Nicola Ferrari dopo un contatto con il Ricci (poi espulso). Un rigore inesistente, come hanno poi evidenziato le immagini. per Ferrari, senza alcuno sconto negli altri gradi di giudizio sportivo, ma una beffa per il Livorno, che si vide poi confermare la retrocessione dall'Alta Corte del Coni.

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ATTO PRIMO

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E per l'ultimo caso si torna al punto di partenza. Nel senso che il protagonista è sempre . I fatti sono noti: lo scorso 4 dicembre l'olandese segnò il gol che sblocca il derby con la Lazio, poi dopo la rete arrivò l'episodio contestato. rovesciò una bottiglietta d'acqua addosso a Cataldi, che per tutta risposta lo afferrò per il colletto. Il centrocampista giallorosso cade a terra e dopo il parapiglia l'arbitro Banti mostra il rosso al giocatore laziale (che era in panchina). La Procura Federale segnò il caso al neo-giudice sportivo Gerardo Mastrandrea, che applica il 'tariffario' e punì con due turni di stop. "Le immagini televisive - il testo della sentenza - consentono di apprezzare, oltre ogni ragionevole dubbio, che la caduta dello in seguito alla trattenuta è frutto di evidente simulazione da parte del medesimo calciatore". Una sentenza discussa che non venne affatto digerita dalla dirigenza romanista. "Un'assurdità", come la definì il presidente . "Lascia l’amaro in bocca constatare che facciamo giurisprudenza, i confini della giustizia sportiva vengono ampliati sulla pelle della Roma", lo sfogo del . Una sentenza discussa e fallace, perché nello stesso dispositivo si legge che Cataldi venne espulso per la trattenuta di maglia ai danni di , non in seguito alla caduta dell'olandese. Un video circolato nei giorni successivi dimostrò poi che tutto era nato da un battibecco tra il laziale e (che aveva subito uno sgambetto da Cataldi). Alla fine, nel secondo grado di giudizio, la Roma ebbe la meglio: la Corte sportiva d'Appello rigettò la tesi di Procura e Giudice Sportivo e revocò la . Contestato in particolare l'utilizzo della prova tv: "In linea di principio, in tutti i casi di condotta simulatoria l’arbitro vede il fatto ma non percepisce, invece, la simulazione - segnala la Corte  -. Pertanto, in linea astratta, il mezzo della prova televisiva è sempre ammissibile laddove l’arbitro abbia visto un determinato fatto ma non abbia percepito la simulazione. Tuttavia, la norma federale in questione pretende che la simulazione abbia il carattere dell’evidenza, nel senso che la condotta simulatoria del calciatore non sia stata, in alcun modo, determinata dal comportamento di un avversario. Non può, invece, escludersi che sulla caduta a terra del calciatore abbia inciso la condotta del calciatore Cataldi consistita nella trattenuta della maglia del primo".

 

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CHI L'HA SCAMPATA: DA BOATENG A BELOTTI PASSANDO PER... WALLACE

Ma c'è un'ampia casistica anche di mancata applicazione della prova tv. Un esempio clamoroso è quanto avvenne in Milan-Siena del dicembre 2011. L'arbitro Bergonzi concesse un rigore ai rossoneri per un contatto in area tra Boateng e Brkic. Contatto che però, come dimostrò la moviola, fu ampiamente cercato dal centrocampista ghanese, che poi fu graziato. Più recente invece il caso di Andrea Belotti e del rigore conquistato in -Torino della scorsa stagione. Per l'arbitro Guida c'era un contatto con Nagatomo, non ravvisato però dalle immagini. Ma per il giudice sportivo “non è ravvisabile quella “evidenza” dell’ipotizzabile simulazione, normativamente richiesta per la sua sanzionabilità". Nessuna sanzione per l'attaccante granata. Rientra in questa categoria anche il caso di Wallace in -Lazio, citato negli ultimi giorni proprio riguardo il caso-. Lo scorso ottobre il difensore brasiliano si conquistò in pieno recupero il rigore del definitivo 1-1. A prima vista la simulazione pareva netta, ma rivedendo le immagini il contatto con Oikonomou è stato determinante e non si aprì alcun procedimento.