LAROMA24.IT La base di vita comune di Elio Ciolini si trova a Firenze dal 18 agosto del 1946. Dalla nascita alla maturità, ancora con unesistenza normale: si guadagnerà da vivere come vigile urbano, ma luomo qualunque lascerà presto la scena a quello che diverrà un depistatore di professione. In sostanza: millanta conoscenze, rivela segreti puntualmente infondati, indica piste, districa trame ingarbugliate e gli altri ci cascano. Il problema è che tra gli altri che hanno composto lelenco dei burlati da Ciolini figura, a più riprese, lo stato italiano. Un gioco infantile elevato a potenze inquietanti. E tra gli imbrogliati stava per finire anche la Roma, come rivelato in mattinata da LEspresso.
I fatti risalgono ad inizio 2009, quando sul portone giallorosso già da tempo cera affisso il cartello Vendesi. Ad avvicinarsi fu Vinicio Fioranelli, in qualità di mediatore per un grande investitore, o almeno così doveva essere. Perché presto lex agente di calciatori dovette buttarla sul ridere (mica tanto viste le conseguenze ), visto che alle sue spalle di facoltosi magnati non ve nera traccia. C'era, invece, Elio Ciolini, finito in carcere lo scorso 6 settembre. Il generale Bruni, ma anche generale Rivera, come si faceva chiamare al telefono, voleva la società giallorossa. Una lavatrice perfetta dove infilare una ventina di certificati di credito del governo americano che tradotti fanno 565 miliardi di dollari Usa, azionare la centrifuga del riciclaggio e ritirare i propri soldi immacolati. Lo stesso piano riguardava il Bologna, nel 2008, stavolta con uno stock di titoli sospetti provenienti dal Brasile.
Ma il mondo calcistico è solo lultimo di quelli visitati da Ciolini, che salì alle cronache nel 1980, per la strage di Bologna. Due anni più tardi, mentre si trovava in carcere in Svizzera, donò la prima bufala al giudice bolognese Aldo Gentile: la strage era stata commissionata da una loggia massonica di Montecarlo, branca della P2, agli estremisti di destra facenti capo a Stefano Delle Chiaie, sosteneva falsamente. Secondo la sua ricostruzione, inoltre, la strage era la copertura di un affare tra Eni e Petromin. Cercò poi di tornare sui suoi passi, senza scampare però ad una pena di 9 anni (4 verranno condonati) per calunnia e i giudici lo descriveranno come una persona probabilmente legata ai servizi francesi e italiani. In precedenza, Ciolini si era già reso portavoce di una serie di falsità, inclusa quella alla Procura di Roma, a cui raccontò di conoscere le sorti di Italo Toni e Graziella De Palo, due giornalisti scomparsi a Beirut nel 1980. Secondo la sua mendace informazione, era stato un politico italiano a volerli togliere di mezzo.
Neanche 10 anni dopo, Ciolini torna a colpire. E in unintervista da latitante dichiara di aver preso parte ad un servizio della Nato finalizzato al contrasto del comunismo. Nel 1991 è rinchiuso nel carcere di Firenze, ma un anno dopo mette in allerta il Viminale per un presunto colpo di Stato ordito in Jugoslavia da massoni e mafiosi. Nel 2001, invece, fu Silvio Berlusconi a finire nel mirino di Ciolini che inventò di essere stato contattato in Bolivia da un estremista di sinistra che cercava appoggi logistici per alcuni attentati da compiere in Italia. Nella lista degli obiettivi, figurava anche lex Presidente del Consiglio, oltre a Venezia, Bologna, Milano e Roma. Non era tutto, perché il contatto di Ciolini non era uno qualsiasi, sempre secondo la storia del depistatore di professione. Si sarebbe trattato di un adepto di unorganizzazione terroristica in contatto con la sacra corona unita e con narcotrafficanti latino-americani. Ironia della sorte, il capolinea della storia di Ciolini arriva su una pista vera. Quella datterraggio di un volo proveniente da Zurigo e sbarcato a Otopeni (Bucarest), con documenti falsi, sospettato di avere legami con servizi segreti di Israele e Usa.
Paolo Rocchetti