Roma, da ferma è meglio: quasi la metà dei gol arriva da calcio piazzato

11/03/2011 alle 16:53.

LAROMA24.IT – Gli occhi fissi sul pallone. La determinazione di chi è conscio di essere di fronte al crocevia, personale e di gruppo, di un’intera stagione. Forse di un’avventura. David Pizarro lo sapeva e forse per questo quel pallone non lo avrebbe lasciato neanche all’amico più caro. Minuto 89 di Lecce-Roma: il cileno posiziona sul dischetto il pallone che poco prima era carambolato sul gomito di Munari.

Sliding doors: se lo sbagli è già pronta la damnatio memoriae, se lo segni diventi il simbolo della rinascita. Pizarro parte, si ferma, riparte, calcia. Come da protocollo del rigore perfetto: palla da una parte, dall’altra. E via a correre verso quei pochi tifosi giallorossi giunti al ‘Via del Mare’. Una liberazione, dopo un’annata di ‘ginocchietti’ per dirla alla Ranieri, di tecnici non guardati negli occhi sempre stando al testamento dell’ex tecnico romanista, per finire al mese trascorso in patria eclissando problemi più ampi dietro l’appariscente condrite al ginocchio, improvvisamente guarita con l’approdo del taumaturgo Montella. Tutto spazzato via con quel gol. Su ‘palla ferma’, a conferma di un trend che accompagna la Roma dall’inizio di quest’anno maldestro. Da Cagliari a Lecce, passando per l’Italia e qualche soggiorno all’estero: oltre metà stagione alle spalle che fa da corollario alla tesi di una Roma letale sui calci piazzati.

QUOTA 25 – In principio fu a schiacciare in rete un angolo di nel nubifragio di gol in Sardegna, alla seconda giornata. Quindi vennero i rigori realizzati da , Vucinic o Borriello. Nella raccolta anche un paio di autogol, donati da Rubin e Pellegrini scaturiti da un calcio di punizione, così come il match-point realizzato da Juan contro il Bari nel dicembre scorso. Proprio i tiri dagli 11 metri hanno regalato, fin qui, le cartoline più belle della stagione romanista: il derby vinto per 2-0 con i tiri dal dischetto della coppia Vucinic-Borriello e il penalty realizzato dal subentrato nella rimonta al Bayern. Quella massima punizione fatale nella serata di Donetsk, al termine della quale sono velocemente scorsi i titoli di coda sulla romanista. Una conclusione debole e imprecisa di Borriello, con Pyatov che ringrazia raccogliendo sfera e qualificazione ai quarti.

Il campionario è vasto: gli esteti avranno negli occhi l’acrobazia di Taddei, scaturita da una punizione di , che ha chiuso i giochi nei quarti di coppa Italia contro la oppure il mix di tecnica e scaltrezza con cui Simplicio ha portato momentaneamente in vantaggio i giallorossi a Verona, sfruttando ancora un calcio da fermo del numero 16. Gli accoliti del pragmatismo, invece, preferiranno il colpo di testa con cui Perrotta, complice l’indispensabile colpo di Rat, marcò l’andata contro lo Shakhtar. Per quelli che ‘l’importante è spingerla oltre la linea di porta’ andrà bene anche il piedino di Vucinic su una punizione calciata malamente da nella sconfitta contro l’Inter. Nella stessa serata, per chi era sprovvisto di racconti da trasmettere ai nipotini, avrà trovato materiale con la zampata mancina di Simone Loria che portò la Roma sul momentaneo 4-3. Per i nostalgici delle situazioni spallettiane c’è il gol di Mexes all’Olimpico, avversario il Cluj, arrivato con il consueto angolo battuto rasoterra da Pizarro per il francese che di incrociava in rete.

FERMAPUNTI – 20 punti incassati grazie alle esultanze post calcio da fermo. Così ripartite: 12 in campionato, dove senza i gol in questione la Roma farebbe compagnia alla a soli 34 punti nella parte destra della classifica; altre 6 li ha guadagnati nella massima competizione europea. Togliendo le marcature scaturite da calci piazzati, in Europa i giallorossi avrebbero fatto le valigie prima di Natale, senza neanche il salvagente dell’Europa League garantito dal terzo posto nel girone, poiché avrebbero concluso a soli 4 punti in ultima posizione. E’ proprio oltralpe che la squadra di Ranieri prima e Montella infine, ha patito maggiormente l’impreparazione tattica e la carenza di idee aggrappandosi appunto alle situazioni da palla inattiva. Infine il derby di coppa Italia con il rigore realizzato da Borriello che ha permesso ai giallorossi di accedere ai quarti e sventolare il poker stracittadino.

25 su 60 reti, il 42% delle realizzazioni. Ci pensano i numeri a convalidare le ipotesi: una Roma vincolata al gioco da fermo. Mediante quest'ultimo ha tentato, con scarsi risultati, di occultare le lacune organizzative del proprio 11. In un minaccioso crescendo di aporie offensive, e compagni si sono riscoperti subalterni alle intuizioni del singolo, costretti a lucrare su situazioni episodiche. La maggioranza, addirittura, deriva dalla massima punizione (9 centri dal dischetto) mentre le gioie da punizioni e angoli sono equamente divise (entrambe in 8 occasioni). Totalmente assenti le esultanze da punizione dirette: sia che Riise, i nomi in cima alla lista dei battitori, non hanno ancora esultato dopo un gol direttamente da calcio piazzato. Rimangono 2 mesi per ovviare alle mancanze.

Tutti i gol su calcio piazzato della stagione:

 Pizarro rigore (vs Lecce)

  rigore – Juan su azione da calcio d’angolo (
vs Parma)

 Mexes su angolo di – Burdisso su punizione di (
vs )

 Perrotta su azione da calcio d’angolo (vs Shakhtar)

 Vucinic su punizione - Loria da angolo (
vs Inter)

 Taddei in semirovesciata da punizione (
vs , coppa Italia)

  su rigore, Perrotta su azione da calcio d’angolo (
vs Cagliari)

 Borriello su rigore (vs Lazio coppa Italia)

 Aut. Pellegrino su punizione di (
vs Cesena)

 Juan su punizione di (
vs Bari)

 Simplicio da punizione (
vs Chievo)

  rigore (
vs Bayern)

  rigore (
vs )

 Borriello rigore, Vucinic rigore (vs Lazio)

  rigore (
vs Basilea)

 Burdisso su cross di Riise scaturito da angolo di (
vs Lecce)

 Mexes su schema d’angolo battuto da Pizarro (vs Cluj)

 Borriello su azione da punizione di Pizarro (vs Brescia)

 Aut. Rubin su punizione di (
vs )

  su angolo di (
vs Cagliari)



Mirko Bussi