LAROMA24.IT Gli occhi fissi sul pallone. La determinazione di chi è conscio di essere di fronte al crocevia, personale e di gruppo, di unintera stagione. Forse di unavventura. David Pizarro lo sapeva e forse per questo quel pallone non lo avrebbe lasciato neanche allamico più caro. Minuto 89 di Lecce-Roma: il cileno posiziona sul dischetto il pallone che poco prima era carambolato sul gomito di Munari.
Sliding doors: se lo sbagli è già pronta la damnatio memoriae, se lo segni diventi il simbolo della rinascita. Pizarro parte, si ferma, riparte, calcia. Come da protocollo del rigore perfetto: palla da una parte, portiere dallaltra. E via a correre verso quei pochi tifosi giallorossi giunti al Via del Mare. Una liberazione, dopo unannata di ginocchietti per dirla alla Ranieri, di tecnici non guardati negli occhi sempre stando al testamento dellex tecnico romanista, per finire al mese trascorso in patria eclissando problemi più ampi dietro lappariscente condrite al ginocchio, improvvisamente guarita con lapprodo del taumaturgo Montella. Tutto spazzato via con quel gol. Su palla ferma, a conferma di un trend che accompagna la Roma dallinizio di questanno maldestro. Da Cagliari a Lecce, passando per lItalia e qualche soggiorno allestero: oltre metà stagione alle spalle che fa da corollario alla tesi di una Roma letale sui calci piazzati.
QUOTA 25 In principio fu De Rossi a schiacciare in rete un angolo di Totti nel nubifragio di gol in Sardegna, alla seconda giornata. Quindi vennero i rigori realizzati da Totti, Vucinic o Borriello. Nella raccolta anche un paio di autogol, donati da Rubin e Pellegrini scaturiti da un calcio di punizione, così come il match-point realizzato da Juan contro il Bari nel dicembre scorso. Proprio i tiri dagli 11 metri hanno regalato, fin qui, le cartoline più belle della stagione romanista: il derby vinto per 2-0 con i tiri dal dischetto della coppia Vucinic-Borriello e il penalty realizzato dal subentrato Totti nella rimonta al Bayern. Quella massima punizione fatale nella serata di Donetsk, al termine della quale sono velocemente scorsi i titoli di coda sulla Champions League romanista. Una conclusione debole e imprecisa di Borriello, con Pyatov che ringrazia raccogliendo sfera e qualificazione ai quarti.
Il campionario è vasto: gli esteti avranno negli occhi lacrobazia di Taddei, scaturita da una punizione di De Rossi, che ha chiuso i giochi nei quarti di coppa Italia contro la Juventus oppure il mix di tecnica e scaltrezza con cui Simplicio ha portato momentaneamente in vantaggio i giallorossi a Verona, sfruttando ancora un calcio da fermo del numero 16. Gli accoliti del pragmatismo, invece, preferiranno il colpo di testa con cui Perrotta, complice lindispensabile colpo di Rat, marcò landata contro lo Shakhtar. Per quelli che limportante è spingerla oltre la linea di porta andrà bene anche il piedino di Vucinic su una punizione calciata malamente da De Rossi nella sconfitta contro lInter. Nella stessa serata, per chi era sprovvisto di racconti da trasmettere ai nipotini, avrà trovato materiale con la zampata mancina di Simone Loria che portò la Roma sul momentaneo 4-3. Per i nostalgici delle situazioni spallettiane cè il gol di Mexes allOlimpico, avversario il Cluj, arrivato con il consueto angolo battuto rasoterra da Pizarro per il francese che di destro incrociava in rete.
FERMAPUNTI 20 punti incassati grazie alle esultanze post calcio da fermo. Così ripartite: 12 in campionato, dove senza i gol in questione la Roma farebbe compagnia alla Fiorentina a soli 34 punti nella parte destra della classifica; altre 6 li ha guadagnati nella massima competizione europea. Togliendo le marcature scaturite da calci piazzati, in Europa i giallorossi avrebbero fatto le valigie prima di Natale, senza neanche il salvagente dellEuropa League garantito dal terzo posto nel girone, poiché avrebbero concluso a soli 4 punti in ultima posizione. E proprio oltralpe che la squadra di Ranieri prima e Montella infine, ha patito maggiormente limpreparazione tattica e la carenza di idee aggrappandosi appunto alle situazioni da palla inattiva. Infine il derby di coppa Italia con il rigore realizzato da Borriello che ha permesso ai giallorossi di accedere ai quarti e sventolare il poker stracittadino.
25 su 60 reti, il 42% delle realizzazioni. Ci pensano i numeri a convalidare le ipotesi: una Roma vincolata al gioco da fermo. Mediante quest'ultimo ha tentato, con scarsi risultati, di occultare le lacune organizzative del proprio 11. In un minaccioso crescendo di aporie offensive, Totti e compagni si sono riscoperti subalterni alle intuizioni del singolo, costretti a lucrare su situazioni episodiche. La maggioranza, addirittura, deriva dalla massima punizione (9 centri dal dischetto) mentre le gioie da punizioni e angoli sono equamente divise (entrambe in 8 occasioni). Totalmente assenti le esultanze da punizione dirette: sia Totti che Riise, i nomi in cima alla lista dei battitori, non hanno ancora esultato dopo un gol direttamente da calcio piazzato. Rimangono 2 mesi per ovviare alle mancanze.
Tutti i gol su calcio piazzato della stagione:
Pizarro rigore (vs Lecce)
Totti rigore Juan su azione da calcio dangolo (vs Parma)
Mexes su angolo di Totti Burdisso su punizione di Totti (vs Genoa)
Perrotta su azione da calcio dangolo (vs Shakhtar)
Vucinic su punizione De Rossi - Loria da angolo (vs Inter)
Taddei in semirovesciata da punizione De Rossi (vs Juve, coppa Italia)
Totti su rigore, Perrotta su azione da calcio dangolo (vs Cagliari)
Borriello su rigore (vs Lazio coppa Italia)
Aut. Pellegrino su punizione di De Rossi (vs Cesena)
Juan su punizione di Totti (vs Bari)
Simplicio da punizione De Rossi (vs Chievo)
Totti rigore (vs Bayern)
Totti rigore (vs Juve)
Borriello rigore, Vucinic rigore (vs Lazio)
Totti rigore (vs Basilea)
Burdisso su cross di Riise scaturito da angolo di Totti (vs Lecce)
Mexes su schema dangolo battuto da Pizarro (vs Cluj)
Borriello su azione da punizione di Pizarro (vs Brescia)
Aut. Rubin su punizione di Totti (vs Bologna)
De Rossi su angolo di Totti (vs Cagliari)
Mirko Bussi