Post Match - A proposito di identità e strategia

04/03/2021 alle 14:00.
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LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - Il paradosso del calcio è che, in fondo, il gioco del calcio non piace granché alla maggior parte di chi lo segue. Seduce molto di più, ad esempio, ciò che scatena. La giocata meravigliosa e fatale, lo scontro tribale, certamente affascinante, le straordinarie componenti emotive che sprigiona, le scelte di formazione fino al dibattito principale che infuoca maggiormente. Quello sulla direzione arbitrale. Che permette di riversare quelle teorie complottiste che, altrove vietate o sbertucciate, nel calcio trovano improbabili approvazioni scientifiche.

Per questo suona surreale quando un allenatore di calcio, in conferenza stampa, finisce per parlare di calcio. E concetti che paiono basilari riscuotono una risonanza simile alle scoperte più miracolose. Ancor peggio, gli allenatori finiscono per parlare di calcio soltanto come strumento di legittima difesa. Stanchi delle critiche, alzano lo scudo dell'enorme dislivello di conoscenze del gioco che li divide da chi li giudica mediaticamente (altro straordinario paradosso...) per spegnere le repliche. E' accaduto anche al solitamente composto Fonseca che, in una sala stampa svuotata dalle normative Covid, ha alzato i toni parlando della linea che divide l'identità di una squadra dalla strategia di una gara.

Chiarito che forse ben più delle prime 7 squadre, in Italia ma così, e ancor di più, altrove, hanno un'identità riconoscibile, guardando -Roma si possono carpire sfumature riguardo l'elaborazione strategica di una partita da parte degli allenatori. I due gol della Roma, infatti, possono venir ricondotti ad un progetto comune per attaccare efficacemente un blocco difensivo, che si orienta sulla palla e si preoccupa di far densità centrale, come quello di Prandelli.

Faticando a ricercare le linee interne che spesso azionano le combinazioni offensive della Roma, le zone di rifinitura, quelle da cui provengono gli ultimi passaggi, sono spostate altrove. Difficile rinunciare all'attacco alla profondità, invece, spesso condizione necessaria e sufficiente per un'azione pericolosa. Si può modificare, e qui si entra nella strategia, il modo in cui questo avviene. E così quella zona alle spalle dei difensori può essere attaccata non più con giocatori in prossimità dell'ultima linea, come spesso avviene con Mayoral, ma con inserimenti più lunghi, che facilitano uno "sconto" sulla rigidità della marcatura. Lo mette in scena Spinazzola, che come si nota nel fermo immagine, si preoccupa di prendere informazioni sul comportamento della linea della , per poi sfoderare l'attacco al settore profondo alle spalle del centrale e del terzo di difesa viola. L'abilità tecnica dell'esterno, va specificato, consente di collegare la teoria alla pratica.

E avviene anche all'ultimo con Diawara. Un calciatore che difficilmente scriverà sulla propria bio di della passione per gli inserimenti, a testimonianza, chissà, di un suggerimento ricevuto "a tavolino". Anche qui, il percorso che conduce alle spalle dell'ultima linea porta il centrocampista a insinuarsi tra terzo e centrale. Strategia, appunto.

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