Post Match - I muscoli del collo di Villar

04/01/2021 alle 20:27.
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LAROMA24.IT (Mirko Bussi) – In uno dei racconti mitologici di Sacchi si narra che ai tempi del Milan, quando l’allenatore romagnolo vedeva in il rinforzo ideale per la sua squadra, Berlusconi non esitò a mostrargli dubbi circa le condizioni fisiche del centrocampista della Roma. “Il ginocchio ha problemi ma il cervello gli funziona benissimo” sentenziò l’allenatore che ha spostato la definizione del calcio, almeno in Italia, da un gioco di 11 calciatori ad uno di squadra.

Allo stesso modo, quando si parla dei muscoli di un calciatore, troppo spesso si finisce ad interrogarsi sulle catene inferiori o al limite si registra, grazie a foto degli esordi, il clamoroso potenziamento superiore. Certo, il calciatore del terzo millennio corre e sbatte, sempre a più alte velocità, e per farlo necessita di una cabina protettiva adeguata ma, per giocare al meglio, o prima degli altri, deve utilizzare anche quei muscoli meno reclamizzati. Come i muscoli del collo. Che Gonzalo Villar del Fraile, in prepotente ascesa nella scala romanista, pare avere particolarmente sviluppati.

Lo si nota chiaramente in una delle azioni più pericolose che la Roma ha prodotto contro la Sampdoria. Qui Karsdorp, costretto a retrocedere, trova in Villar, adeguatamente smarcatosi alle spalle della pressione avversaria, il riferimento adatto per scaricare pensieri e pallone. Stop. Guardare Villar, nel momento esatto in cui sta pensando oltre. E’ un riflesso, praticamente un istinto: è nel presente col corpo ma nel futuro, con lo sguardo. Per capire come e dove andare a progettare la sua giocata. Pellegrini e Mkhitaryan rappresentano i vertici, i calciatori posizionati più avanti, dello sviluppo, occupa l'ampiezza nel tentativo di dilatare il cumulo difensivo della Sampdoria.

Svincolato da pressioni, al momento di ricevere il pallone, lo spagnolo assume una postura aperta, rivolta alla porta avversaria e alle sue vie d’accesso. Il controllo è, di conseguenza, immediatamente orientato in avanti. Il blocco difensivo della Sampdoria, composto da 8 giocatori di movimento, non ha ancora percezione del pericolo, con Colley, come si nota nella prima immagine, che si occupa esclusivamente di , in una riproposizione della marcatura a uomo che esaltò duelli di trenta e più anni fa.

Dal pensiero all’azione: Villar trapassa una linea di 5 avversari, l’intero centrocampo della Sampdoria per dare un riferimento nominale oltre al terzino sinistro Augello precedentemente in pressione su Karsdorp, accendendo Mkhitaryan che, nel frattempo, si è smarcato tra le linee. La situazione iniziale era di 8 contro 6 in favore della squadra di , quella che si presenta al momento in cui l’armeno riceverà il pallone nella terra di mezzo tra i reparti avversari, è trasformata in un 4 contro 4.

L’importanza di perforare internamente le linee di una squadra come la Sampdoria che sceglie di mantenere un blocco difensivo compatto e prevalentemente basso, è dipinta sopra: i difensori della Sampdoria, nel caso specifico il Yoshida, non possono più dedicarsi alla comoda posizione di competenza ma sono chiamati a decidere. Per di più, con estrema urgenza. Nel frattempo, Pellegrini sfila a sostegno di Mkhitaryan, ai lati dell’immagine, invece, si vede come Colley non abbia altrettanto sviluppati muscoli del collo, mentre ne ha a quintali sparsi per il corpo, ed è costretto a seguire lo sviluppo dell’azione, perdendo di vista la sua competenza di giornata, seguire fino all'ingresso del viale domestico.

Per di più, con estrema urgenza, si diceva. Ancor peggio di fronte a calciatori ingannevoli come Mkhitaryan. Che pare ricevere di spalle, invogliando dunque Yoshida a scegliere di uscire ed attaccarlo, ma nel tempo in cui si completa il pensiero, il mantello dell’armeno ruota di 180 gradi e svela il pallone, rendendolo giocabile per Bruno , pronto ad attaccare la profondità scoperta proprio dalla scelta difensiva del giapponese.


E’ l’atto finale: si sfoga in profondità e sceglie di utilizzare il sinistro per il cross, evitando così che i difendenti della Sampdoria possano guadagnare un tempo ulteriore nel riposizionarsi. Pellegrini e Mkhitaryan finiscono per oscurarsi nel momento di occupare l’area, Colley invece ha praticamente perso il riferimento dell’uomo, sul quale ha basato la propria partita, e costretto a correre verso la propria porta può solo infastidire , che colpirà di testa sfiorando il gol. A mancare, nella fase finale dell’azione, è un adeguato numero di calciatori nell’area, con la Sampdoria tornata in forte superiorità numerica (7v4), oltre a una corretta distribuzione, con le zone del secondo pallo e a ridosso dell'area rimaste sguarnite.

@MirkoBussi

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