Un rapido saluto al termine della riunione tecnica, con la squadra ormai pronta a scendere in campo. Tra Zdenek Zeman e Aurelio Andreazzoli il passaggio di consegne è andato in scena direttamente dentro lo spogliatoio di Trigoria, col boemo passato a svuotare l'armadietto dopo l'esonero deciso sabato dalla dirigenza. L'ex allenatore della Roma, senza alcun preavviso, ha infatti deciso di presentarsi nel pomeriggio al centro sportivo giallorosso assie
Il boemo, descritto per nulla contento del divorzio improvviso, non ha affrontato il tema legato al successivo anno di contratto (possibile un incontro tra le parti la prossima settimana per cominciare a transare una buonuscita che libererebbe Zeman nella prossima stagione), e lasciando Trigoria si è fermato a salutare i circa 50 tifosi che lo hanno accolto con cori e applausi. «Non mi sono sentito abbandonato dai giocatori, non credo proprio che la squadra mi abbia giocato contro - le parole di Zeman all'uscita - Dispiaciuto dell'esonero? Sicuramente non posso essere contento, ma il mio unico rimpianto sono i risultati. Se mi aspettavo tutto questo affetto da parte dei tifosi?Io sì».
Affetto che sicuramente non avrà Andreazzoli, chiamato in veste di traghettatore fino al termine della stagione per provare a salvare il salvabile. L'ex tattico dell'era Spalletti nel suo primo giorno al timone ha tenuto la squadra per mezz'ora negli spogliatoi prima di cominciare col lavoro sul campo, assieme al nuovo vice Roberto Muzzi e il brasiliano Zago. Un discorso generale (viste anche le tante assenze dovute agli impegni dei nazionali), cui però ha fatto seguito un colloquio 'ad personam' con Totti. Poi tutti in campo per la prima sessione settimanale (le altre saranno tutte singole e al pomeriggio, scomparse le doppie sedute di Zeman) con un focus sulla tecnica individuale, esercizi di controllo e trasmissione del pallone su breve e lunga distanza, partitelle 3 contro 3 a campo ridotto e tiri in porta. La cura Andreazzoli è cominciata.
(ansa)