LAROMA24.IT (Mirko Bussi) – Totti su Cassano: “Il migliore con cui ho giocato”. Cassano su Totti: “Quanto ci divertivamo in campo”. Capello su Totti e Cassano: “Negli ultimi 20 metri sono i migliori”. Che detto da chi ha avuto alle dipendenze Rooney, Raul, Ronaldo, Higuain, Ibrahimovic e Del Piero solo negli ultimi dieci anni, assume un’autorevolezza fuori dal comune. Perché Totti e Cassano hanno portato il duetto nel calcio, col pallone ad arrossire al cospetto di tutte quelle attenzioni. La favola è durata quattro anni, poi il più piccolo dei due ha cominciato a soffrire di claustrofobia accentuata dalla necessità di essere l’unico a cui rivolgere applausi. E’ il lato oscuro del genio: allora via verso campi dorati e folle da viziare. Toccò la vetta, trasferendosi al Real Madrid, e come spesso accade da lì si può solo scendere: Sampdoria, Milan, Inter e, per la seconda stagione, Parma.
L’INNAMORAMENTO – La complicità tecnica tra Totti e Cassano fu l’ultimo regalo ambizioso del presidente Sensi ai tifosi giallorossi. Arrivò dal Bari per 70 miliardi, strappato alla Juventus grazie alla presenza proprio del numero 10 romanista, il suo idolo. Nel 2001/02, il 19enne che stupì l’Italia in un Bari-Inter si fa conoscere con 22 presenze e 5 gol in campionato più un altro in coppa.
IL MATRIMONIO - L’anno dopo, Totti gli fa spazio sul palco dell’attacco giallorosso e fanno saltare tutti i parametri difensivi fin lì conosciuti. Le loro caratteristiche non si sommano l’una sull’altra, piuttosto si fondono. Cassano cresce ad immagine e somiglianza di Totti: si lascia crescere i capelli biondi, prova il cucchiaio, affina il passaggio filtrante. In più ha un baricentro così basso da mandare al tappeto chiunque pretenda di sfidarlo nell’uno contro uno: il suo è un calcio nato e imparato nei vicoli vicino casa. Non si accontenta di segnare, sente la necessità di irridere. Totti, invece, con la sua qualità eleva i gesti del calcio a manifestazione artistica. Per questo, il primo è una passione travolgente che riempie tutti i sensi, il secondo è l’amore che dura per sempre.
LA CRISI – E’ il 2004, Cassano è reduce da quella che, tuttora, rimane la miglior stagione della sua carriera con 14 gol fatti in 33 presenze, a Roma però, Totti è la proiezione onirica dei sogni da bambino di ogni romanista. Antonio capisce che sarà sempre chiamato per secondo, che i tifosi chiederanno l’autografo prima al capitano poi al suo vice. Che se Maria De Filippi li sceglie come ospiti, Totti avrà un cachet più alto del suo. A 22 anni Cassano, invece, sente di poter palleggiare anche con il mondo e lì, a Roma, nella terra di Totti, nessuno potrà mai garantirgli il cono di luce più grande.
IL DIVORZIO – Nel 2005, la Roma non è più quella che aveva conosciuto Cassano: alla guida c’è Spalletti, in agenda i “comportamenti giusti” e il movimento senza palla, in cassa più idee che liquidità, sugli spalti meno sorrisi e più fastidio nei confronti del barese. A metà stagione, l'addio: Cassano va al Real Madrid, pochi corrono a pregarlo di ripensarci. Tra quei pochi non c'è neanche Totti. In Spagna, la trama è la stessa: inizio strabiliante, anche gli spettatori ben abituati del Bernabeu capiscono che c'è qualcosa di straordinario nel suo calcio. Totti, intanto, diventa Campione del Mondo.
Dall'addio, Totti ha cominciato a mettere la firma sulla storia del calcio italiano, Cassano di certi record probabilmente non saprebbe cosa farsene.