LA SFIDA NELLA SFIDA: Garcia vs Reja

08/02/2014 alle 22:01.
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LAROMA24.IT – Nasceva un girone fa, probabilmente, la stella di . Non al tiro al volo di Balzaretti ma un giorno prima, seduto davanti ai giornalisti, immaginando di guardare negli occhi i suoi tifosi. Quelli che in estate lo avevano accolto freddamente, nel migliore dei casi, gli stessi tifosi ai quali aveva chiesto, con maniere più o meno sensibili, di pensare al futuro, senza rimuginare sui misfatti della stagione conclusa.

RINASCITE - Poi, il 21 settembre 2013, nel discorso alla nazione giallorossa, sembra quasi strattonare quei tifosi che dal 26 maggio non alzavano lo sguardo. «Un derby non si gioca, si vince», urla a chi dopo 3 vittorie consecutive, camminava timoroso verso la stracittadina. usa slogan che ti riempiono lo stomaco ma l’attimo dopo ti spiega anche quando e dove colpire l’avversario: «Nel secondo tempo, quando loro caleranno». Diciotto minuti dopo l’intervallo, Balzaretti è in lacrime sotto la , si dichiara romanista. Il mostro è alle spalle, è arrivato il 27 maggio.

In quei giorni di rinascita romanista, Edy Reja è sulle tribune della Serie A, immaginando forse che non riuscirà più a scendere fino alle panchine. Per questo, ai suoi collaboratori ha detto di intraprendere la loro strada: il suo vice Lopez accetta la proposta del Vicenza mentre il Febbrari passa addirittura dalla parte di . Proprio il 62enne approdato in giallorosso nella scorsa estate sarà l’arma in più a disposizione del tecnico francese, avendo lavorato al fianco di Reja a Spalato, e nella prima esperienza in biancoceleste.

Invece, la vita è strana almeno quanto i ragionamenti di Lotito che dopo aver avuto certificazione dall'Hellas Verona della fine dell'éra Petkovic, sceglie di tornare sui suoi passi e richiamare l'allenatore di Gorizia. Patentino da tecnico da pronto soccorso, Reja ha medicine ad effetto rapido nel taschino: batte l'Inter al debutto, pareggia a dove a perdere sono gli spettatori, supera Parma, in Coppa Italia, e Udinese, in campionato, fino al colpo più brillante della sua seconda gestione, ovvero l'1-1 con la , comunque costretta in 10 per quasi tutta la gara. Poi perde a in Coppa Italia, unica sconfitta dal suo ritorno a Formello, e si prende l'intera posta a Verona, dal Chievo.

UN PER DUE - Luigi Febbrari, in fondo, è l'unico punto di contatto tra i due allenatori: lontani per generazione, quando iniziò la carriera da calciatore, Reja si era già messo la tuta da allenatore; ancora di più per formazione calcistica.  Il calcio di è a colori, ha un respiro internazionale: si fonde sul concetto di "calcio totale", in cui non ci sono difensori, centrocampisti e attaccanti ma una serie di giocatori nel senso più stretto del termine, di "calciatori che conoscono il gioco". I segni distintivi si rintracciano nella distribuzione delle reti, tra le più democratiche del mondo.

Reja è dall'altra parte del bancone, studia vicino a Capello, che però sarà l'unico dei due a saper esaltare la praticità che li accomuna. Edy fa il massimo con materie prime povere: il suo arriva in Europa con Contini, Savini, Garics e Bogliacino, tra gli altri. L'anno dopo De Laurentiis ha sogni più ambiziosi ed esonera Reja, lo stesso percorso seguito da Lotito due stagioni fa.

Nella differenza tra i due, poi, c'è il lato comunicativo, non proprio un aspetto marginale nel 2014. ha importato il detto della "chiesa al centro del villaggio", che ha avuto un impatto simile agli "zeru tituli" o alla "prostituzione intellettuale" pronunciate da Mourinho. Le ultime parole famose di Reja, invece, hanno cosparso d'imbarazzo i corridoi di Formello. A mercato chiuso con la cessione di Hernanes e l'arrivo di Helder Postiga e Kakuta, Reja parla così: "Ci hanno rifiutato 10 calciatori, nessuno vuole venire alla Lazio. Piuttosto, preferiscono rimanere in panchina altrove".

FRECCE - se l'è portata da casa, Reja l'ha trovata al suo ritorno: Gervinho e sono le armi preferite dai due tecnici. L'ivoriano della Roma è il cocco del maestro, al quale ha donato 8 reti (per ora) e una serie incalcolabile di azioni pericolose. Lo spagnolo di origine senegalese, invece, si allenava con la Lazio di Reja in attesa di tesseramento. Al rientro, ha trovato un calciatore pronto ad essere lanciato: un palo contro la , un gol in casa del Chievo Verona, il curriculum recente. Con loro, i due tecnici seguiranno i dettami imposti dal più fantasioso dei due, che un giorno disse: "Un derby non si gioca, si vince".

MB