LAROMA24.IT – Uno si è preso la porta della Roma in pochi giorni, l’atro non ci è riuscito in diversi anni. Uno è il portiere della difesa meno battuta della Serie A, l’atro di una delle più perforate. Uno è il numero 26 della Roma, all’anagrafe Morgan De Sanctis, e cerca di raggiungere la Juventus per un sogno; l’altro, Gianluca Curci, porta sulle spalle l’uno e difende i pali del Bologna, squadra che lotta per la salvezza. I due si affronteranno sabato sera, al Dall’Ara: all’andata i giallorossi costrinsero Curci a recuperare per 5 volte il pallone in fondo alla rete, mentre De Sanctis fu spettatore dalla posizione privilegiata di non pagante.
ORGOGLIO MORGAN – Alla presentazione della squadra ad agosto De Sanctis parlò subito chiaro davanti ai tifosi ancora scossi e scottati dal 26 maggio: “Rialzerete la testa con noi”, disse. Non è un mago che sa prevedere il futuro, è solo un calciatore sicuro di sé e sin da subito convinto dalla qualità del progetto Roma. Le sue qualità umane e la sua sicurezza si rispecchiano in campo: nell’ultima partita contro la Sampdoria giocata con le curve chiuse, i cori dei tifosi sono stati sostituiti dalle sue urla con le quali incitava i compagni ad alzare la linea difensiva. E’ un tipo orgoglioso Morgan, in cuor suo sperava in una stagione così, per far ricredere chi a Napoli lo ha ceduto senza colpo ferire. A Roma ha trovato la sua dimensione e, nonostante i suoi 36 anni (nato il 26 marzo 1977), sta ripagando la fiducia di Garcia che al suo arrivo nella capitale ha fortemente voluto un estremo difensore esperto. E’ un leader naturale, uno che si fa sentire, la sua presenza nello spogliatoio è importante. Non è un caso che nei momenti di difficoltà è sempre uno dei primi a prendere la parola e ricompattare gruppo e tifosi.
La Roma è solo l’ultima di varie esperienze calcistiche compiute da De Sanctis in carriera: agli esordi in Serie A con la nemica di oggi chiamata Juventus, seguirono le stagioni della consacrazione a Udine prima di emigrare in Spagna a Siviglia. Prima dell’approdo al Napoli, anche un anno in Turchia al Galatasaray. Ha viaggiato tanto Morgan, così come Curci che, restando sempre in orbita Roma, tra prestiti e comproprietà nella capitale non è mai riuscito ad imporsi a differenza del collega che affronterà nell’anticipo serale di sabato.
MALEDETTO DERBY – L’occasione forse più importante in giallorosso Curci l’ha avuta nella stagione 2005/2006, la prima con Luciano Spalletti in panchina. Il titolare designato in estate era proprio Gainluca, come spalla del ventenne (oggi ne ha 28 essendo nato il 12 luglio 1985) arrivò dal Brasile un quasi sconosciuto Doni. Succede però che i giallorossi sono in crisi di risultati e arrivano al derby in difficoltà: Spalletti decide allora di cambiare qualcosa e a rimetterci è proprio il giovane portiere. Dal 23 ottobre 2005 Doni non esce più dalla porta. Curci rimane in pianta stabile come secondo portiere alla Roma fino al 2008 quando saluta la capitale per accettare di andare a fare il titolare a Siena dove si ferma per due stagioni prima dell’approdo alla Sampdoria. Nel 2011 fa ritorno a Roma e rimane in rosa alle spalle di Stekelenburg e Lobont. L’anno seguente la cessione in prestito al Bologna prima del rientro alla base in estate. Nemmeno il tempo di disfare i bagagli che i rossoblù lo riacquistano in prestito con diritto di riscatto.
E’ stata la scelta migliore per Gianluca: alla sua età, e con un De Sanctis in forma ‘mondiale’, a Roma non sarebbe mai stato impiegato cosa che invece succede in Emilia. Dopo alcune difficoltà iniziali sembra aver trovato la sua giusta dimensione prendendo spunto, chissà, magari proprio da De Sanctis che dopo ogni errore (pochi quest’anno) ha saputo rialzarsi più forte di prima. Sono, entrambi, tra i portieri più presenti del campionato non avendo saltato neppure un minuto da inizio anno. La differenza riguarda i gol subiti: 11 da Morgan (in 15 occasioni è riuscito a far rimanere la porta inviolata), 40 da Curci (solamente in 5 partite non ha subito reti).