LA SFIDA NELLA SFIDA: Sabatini vs Tare

21/09/2013 alle 17:26.

LAROMA24.IT – Si sono scontrati, si sono affrontati, hanno condiviso stanze zona Roma Nord e delusioni causate dal Torodisis di turno. Walter Sabatini e Igli Tare sono i discussi dirigenti di Roma e Lazio

PASSATO – Entrambi ex giocatori, da esterno , da centravanti Tare. I due hanno vestito le maglie dei rispettivi club di attuale appartenenza: il ds giallorosso nella stagione ’76-’77 trovò sulla fascia la concorrenza di tal Brunoconti: iniziò la sua avventura nella Roma con la tournèe in Nordamerica, tra Stati Uniti e Canada, disputando tutte le gare previste, di cui due dal primo minuto. Il primo derby fu traumatico per : Roma sconfitta per 1-0, solo 13 minuti disputati e 60 tifosi arrestati a margine del match. Non giocò, invece, la stracittadina di ritorno.

Tare ha totalizzato 61 presenze con 4 gol con la Lazio di Delio Rossi. Su sei match in tre anni, la punta albanese ebbe ben poche possibilità di incidere nella stracittadina: giocò solo 7 minuti dei 540 circa disponibili.

DIRIGENTI – Appesi gli scarpini al chiodo, Marlboro rosse in tasca, iniziò la sua carriera da dirigente nel Perugia, prima lavorando nel Settore Giovanile, poi coprendo la carica di per conto di mister Ammoniaci. Curiosità: i due si affrontarono da avversari nel sopracitato derby del 1976. Lo accoglie la Lazio, prima da responsabile del settore giovanile tra il 1992 e il 1994, poi, dopo altre esperienze, da direttore sportivo nel 2004. Con i biancocelesti ottenne una qualificazione in e diverse soddisfazioni personali, acquistando calciatori come Lichtsteiner e Kolarov. Quanto a derby, registriamo un sostanziale equilibrio: due persi, tre pareggiati e tre vinti per la Lazio da lui plasmata. Nel 2008 diede il benservito a Lotito, spostandosi a Palermo dall’altrettanto esuberante Zamparini. Nel 2011 accettò poi l’offerta della nuova Roma americana, di cui divenne il ds, incarico che ancora oggi ricopre.

Igli Tare iniziò nel 2008 la carriera in giacca e cravatta e andò a riempire proprio la casella lasciata vuota da : tolte le cicche dal posacenere, l’albanese prese le redini del club biancoceleste in qualità di “coordinatore dell’area tecnica”. Solo dal 2009, una volta preso il patentino a Coverciano, Tare poté ricoprire formalmente anche la carica di direttore sportivo. Fiori all’occhiello della sua gestione sono gli acquisti di
Hernanes, Candreva e Klose, i quali ancora oggi formano l’ossatura della squadra biancoceleste.

CALCIO & MERCATO ha affrontato la conferenza stampa di chiusura del mercato con una malcelata malinconia e un’insolita quanto inaspettata sigaretta elettronica: la cessione di Lamela, suo pupillo e orgoglio, non deve averlo reso particolarmente felice. L’incontro con la stampa prometteva fuoco e fiamme dopo le polemiche degli ultimi mesi (anni?), ma non si sono registrati scontri o diverbi tra il dirigente di Marsciano e i cronisti presenti. Ci ha messo la faccia, stavolta meno arcigna: “Non sono stato obbligato a vendere Lamela, è stata una scelta sofferta”. Poi una stoccata: “Lo scenario intorno a lui è cambiato dopo un’offerta faraonica di un’altra società”. Qualcuno ha ipotizzato , il ds ha chiarito il giorno dopo di aver raccontato “una storia del calcio”.

“C’entra poco il calcio”, ha sottolineato, invece, Igli Tare. La calura estiva non è passata senza fare danni in casa Lazio: Ylmaz non è arrivato a Formello e la tifoseria, ansiosa di fare il salto di qualità dopo il derby del 26 maggio, non ha gradito la mancanza di decisione nella chiusura della trattativa. L’albanese non si è nascosto e così ha parlato alla chiusura del mercato: “C'entra poco il calcio, quello che è successo ieri è molto grave, il destino di un calciatore deve deciderlo lui stesso, non un procuratore con richieste fuori dal mondo”. Ma alla Nord pare non bastare questa spiegazione.

EROTISMO, ZARATE E VELENI – I due dirigenti ci appaiono decisamente diversi nei pensieri, nei fatti e nelle opinioni. ha raccontato di giocava nella Roma e faceva impazzire Liedholm: “Vorrei tornare indietro e chiedere scusa al mister, abbracciarlo. Pretendevo di giocare per grazie ricevuta, non mi volevo guadagnare il posto. Lo svedese mi stimava tanto, ma io ero solo un narciso innamorato delle mie qualità. Avevo un rapporto erotico con il pallone”, ha dichiarato il dirigente romanista. Tare parlò così di Zarate: “Nella vita non basta solo la qualità, ci vuole anche grande umiltà: dal mio punto di vista ho cercato sempre di fargli capire che quando si sbaglia uno lo deve capire”. @MAUZ10 ha recepito il messaggio, è cambiato profondamente. Lo evince da questo tweet pubblicato dopo la sconfitta in Supercoppa contro la .

Un po’ di veleno, nel 2012. Tare attaccò la stampa romana: “I giallorossi hanno un progetto che non si sta rivelando vincente, ma sono comunque esaltati dai giornali”. provò a schivare il colpo: “Opinione ardita e pericolosa, il calcio fa la storia”. Quattro derby persi su cinque magari non fanno la storia, ma aprono almeno un nero capitolo.

Antonio Paesano