LAROMA24.IT Uno sta diventando un punto di riferimento importante per la Roma, laltro, che con la maglia giallorossa ha meravigliato nelle giovanili, sogna un giorno di tornare nella capitale; luno sta convincendo tutti a suon di gol e giocate da applausi, laltro deve ancora dimostrare di saperle fare; uno ha le stigmate da campione, ma forse un campione lo è già, laltro ancora no
CAPRARI Così a gennaio 2012, il giovane romano nato il 30 luglio 1993, accetta il trasferimento a Pescara, lallenatore era quel Zdenek Zeman con il quale ogni giocatore offensivo spero di averci a che fare. I primi mesi per lesterno dattacco furono complicati, a causa di un infortunio rimase ai box per diverso tempo. Tornò in campo per la fase finale della stagione e il suo contributo con 3 reti in 13 partite si rivelò decisivo per la promozione in Serie A del Pescara. Terminata la festa, il tecnico boemo lasciò la squadra abruzzese per tornare a lavorare a Roma ma Caprari non segue il boemo e rimane a Pescara. Questanno è la sua prima stagione che gioca con regolarità nella massima serie: un gol in 14 apparizioni, ma nel complesso la sua stagione non è esaltante fin qui, come quella di tutto il Pescara del resto, squadra che occupa lultimo posto in classifica con appena 21 punti conquistati in 32 giornate.
LAMELA Per Erik, nato a Buenos Aires il 4 marzo del 1992, parlano i numeri: 14 gol in campionato, miglior goleador della stagione tra i giallorossi, un totale inclassificabile di tocchi di suola e giocate da applausi. Se nella prima stagione in Italia qualcuno non era soddisfattissimo delle prestazioni del Coco - non pensando al fatto che un diciannovenne trasportato dallArgentina in Italia, arrivato con un problema alla caviglia, non parlando la lingua e che aveva giocato ad alti livelli nel River Plate con continuità per una stagione sola, potesse avere qualche problema di ambientamento - adesso Lamela ha messo daccordo tutti. Titolare inamovibile nello scacchiere che prima era di Zeman e adesso appartiene ad Andreazzoli. La zona del centro-destra offensiva negli stadi in cui la Roma scende in campo è casa sua, veder muovere quel mancino è pura magia per gli amanti esteti del calcio. Ad Erik sono senzaltro servite le lezioni del tecnico boemo che, allinizio della sua seconda avventura nella capitale, intravedendo le grandissime qualità dellargentino, usò più il bastone che la carota. Lamela fu messo in discussione, tanto da finire in panchina. Ma da quando iniziò a segnare (doppietta al Bologna alla terza giornata), non uscì più dal rettangolo di gioco. La Roma sta cercando di blindarlo, dato che la maggior parte dei club più importanti europei hanno messo gli occhi su di lui. La società giallorossa vorrebbe farlo diventare uno dei cardini del progetto tecnico del presente e del futuro.
Marco Iannelli