LAROMA24.IT Dopo il nubifragio del derby e gli impegni settimanali con le nazionali torna il campionato. Ora non resta che tirar su le maniche e lavorare: la sfida di Torino è un modo per ricominciare, il primo passo per scrollarsi di dosso tutta quella pioggia e quel fango raccolti all'Olimpico.
Statistiche schiaccianti per il Torino di Ventura: nelle ultime 10 partite che i granata hanno disputato contro l'AS Roma, la squadra capitolina ha avuto la meglio 8 volte su 10, per il resto un pareggio e una vittoria del Torino che risale al 13 Maggio 2007. I numeri non aiutano neanche il tecnico genovese, sconfitto 4 volte su 4 nella sua ultima esperienza in A con il Bari (2009-2011). Sono cambiate molte cose, e se il Torino ha dovuto affrontare la retrocessione, la Roma ha attraversato la bufera dell'anno scorso per trovarsene un'altra davanti. Due realtà così differenti, eppure accomunate dallo scontro di Domenica mentre si guardano a tre punti l'una dell'altra. Gli sguardi che si incontrano sono tanti, tra questi quelli di Lamela e Cerci.
ROMA-TORINO VIA FIRENZE Cerci cresce nelle giovanili della Roma, ma anche nella prima squadra. Ha 16 anni e mezzo quando esibisce in Serie A e forse è proprio questo il problema. Il suo successivo contratto triennale da professionista lo giocherà in giro per l'Italia ed è al Pisa che conosce Ventura e anche la gloria dell'U-21 di Casiraghi. In seguito, di certo non l'hanno aiutato gli anni dell'infortunio e degli alti e bassi, anni che culminano con la cessione alla Fiorentina. Cerci sapeva di non aver spazio nella Roma e soffriva questa condizione al punto da chiedere di più. E poi c'è la questione del contratto. La soluzione? Cerci viene ceduto alla Fiorentina. Non che qui troverà più spazio, anzi. Le storie sui monologhi di Sinisa Mihajlovic, seppure tra leggenda e verità, hanno fatto il giro delle trasmissioni sportive. E poi torna Ventura, l'allenatore che aveva creduto in lui a Pisa vuole farlo di nuovo. Il Torino compra la metà di Alessio Cerci, da alcuni malignamente soprannominato 'Parking'.
Arriva in ritardo, la sua preparazione estiva con la Fiorentina non è stata il massimo. Ma arrivati ormai alla 13a giornata di campionato, il ricciolo di Velletri ha avuto tuto il tempo di mettersi al passo con i compagni. Eppure i risultati non arrivano e la costanza che il Torino si aspetta da lui sembra stentare a venire a galla. La partita che si trova davanti all'Olimpico non è facile, è una partita contro gli scheletri che forse ha ancora nell'armadio e contro i fantasmi del passato. Una partita, però, fondamentale per risalire la china all'ombra della Mole Antonelliana.
EL COCO Erik Lamela non ha iniziato nel migliore dei modi alla Roma. Arrivato l'estate scorsa per una cifra notevole e, come ha dichiarato lo stesso Sabatini, addirittura contro le indicazioni del tecnico. Ha dovuto lavorare parecchio per arrivare dov'è ora. Eppure Sabatini con Lamela è riuscito a conquistare uno dei migliori giovani del panorama calcistico.
Il ragazzo ha affrontato la situazione peggiore del River Plate, una retrocessione che non l'ha scoraggiato. E così, nonostante il suo inizio in sordina, riesce a totalizzare 12 gol in quaranta presenze, di cui 10 in campionato.
Questo s'intende, non gli evita di cadere sotto la lente di ingrandimento. Nessuno ha potuto rifuggire la pubblica gogna l'anno scorso. Effetto Luis Enrique? Forse, ma Erik Lamela è uno dei pochi che quest'anno sta riuscendo a far capire che c'entra poco e niente con quello visto l'anno scorso, che lui è molto di più.
Nasce come trequartista, una figura inesistente nella gestione offensivamente integralista del 4-3-3 zemaniano. A lui questo non importa, perché con sagacia non solo guadagna il suo ruolo da esterno zemaniano, ma lo fa anche con grande piglio e personalità. Sempre disposto ad aiutare Piris in sacrificio, non per questo disdegna la rete e non sta più spalle alla porta come gli era stato imputato dal tecnico boemo. Lui la porta la vede e la punisce per 8 volte, di cui 6 fondamentali per il raggiungimento di un record giallorosso: mai nessuno prima dell'argentino era riuscito ad andare a segno per 6 volte consecutive nel club capitolino.
La Roma, nonostante la vanificazione delle prestazioni di El Coco, ha bisogno della sua grinta per bypassare il rischio Cerci e mettere a tacere ogni polemica vincendo davanti al suo pubblico sempre più impaziente.
Paolo Rocchetti