LAROMA24.IT - «Il derby è passione». Non solo, perché «se sei romano e se sei tifoso il derby sarà sempre qualcosa di più grande». Pensieri in parole di Giuseppe Giannini, uno che dalla sfida cittadina ha preso tutto: ansie, turbamenti, notti insonni, gioie e frustrazioni. Una partita come le altre, forse, lo è per gli altri. Per De Rossi e Candreva il teorema, più che decadere, si ribalta: per il primo è il lieto fine di una favola che lo ha visto salire lentamente i gradini fino al coronamento di un sogno giallo e rosso. Per il secondo, invece, è uno scherzo del destino,
SO(G)NO ROMANISTA Racconta Candreva su De Rossi: «E il mio modello, dopo un Livorno-Roma mi aspetta sulla porta dello spogliatoio e mi dà la sua maglietta. Per me, romano e romanista, è un sogno». Ispirato al centrocampista di Ostia, lAntonio bambino ha un idolo come tutti i bambini fortunati della sua generazione: Totti. E Zarate? O magari Di Canio? Ma anche Brocchi, Mauri, Favalli e compagnia? Forse gli saranno sfuggiti di mente. Ma il destino è baro, cinico, soprattutto bastardo. Così Candreva è costretto a riaprire il cassetto dei sogni e riporci le fotografie di De Rossi e Totti, perché la Lazio gli dà lopportunità di tornare nei dintorni della capitale. E la storia diventa tragedia, quando il 25enne centrocampista già alla Juventus, è costretto alla pubblica abiura nella conferenza di presentazione al fianco di Igli Tare, vero monumento laziale coi suoi 5 importantissimi gol in tre stagioni a Formello. «Mai stato romanista», giura la mezzala di Tor de Cenci. Le risate vengono trattenute a stento. Non ci crede nessuno, tantomeno i tifosi laziali che gli riserveranno un trattamento da intruso.
SONO ROMANISTA Lidolo del numero 87 (il pidocchio, secondo la smorfia) laziale, è la concretizzazione dei sogni personali di Candreva. Da Ostia passa un treno per Roma, dove cè il capolinea di una carriera, col permesso di sceicchi e malsane idee contabili. Sulla prima classe del treno si è affacciato nel 2000, quando il capotreno era Fabio Capello e la vettura giallorossa era la più veloce di tutte. Lanno successivo il debutto in Europa, a 18 anni, uno in meno di quando capirà leffetto che fa prendersi labbraccio sincero nella sfida contro il Como del gennaio 2003. Da lì è un crescendo inarrestabile che lo fissa nel cuore della Roma e anche della Nazionale, raccogliendo lungo il cammino un paio di coppe Italia, una Supercoppa Italiana e un Mondiale, pur incontrando qualche serpente che gli bisbigliava: «Vieni con me, riempirai la bacheca». «La mia scelta lho fatta 30 anni fa», risponderà dopo la firma su un contratto principesco che gli garantisce la maglia giallorossa fino al 2017. Chiaro, no?
Incubi e sogni, si mischieranno nel primo derby del 2012-13, lennesimo di De Rossi, il debutto di Candreva, che grazie a cucchiaiate di professionalità, prova a deglutire il disegno del destino che lha unto di biancoceleste. Domenica gli basterà guardarsi intorno per ricordarsi, ancora una volta, che scherzo gli è stato combinato.
Mirko Bussi