LA SFIDA NELLA SFIDA: Bojan vs Morimoto

30/03/2012 alle 16:41.

LAROMA24.IT - Due carriere quasi agli antipodi, distanti almeno i diecimila chilometri che separano Barcellona da Tokyo. Uno cresciuto e coccolato nel club che è “mes que un club”, la squadra più famosa e invidiata del mondo, una nota da mettere a caratteri cubitali sul proprio curriculum. L’altro nato calcisticamente nel paese del Sol Levante



SPRINT
- Pur se in contesti diversi, i due sono abituati a battere record di precocità. E’ stato cosi per Morimoto, il più giovane calciatore a esordire nella J-League. Lanciato da Osvaldo Ardiles, campione del mondo nel ’78 con l’Argentina del duo Maradona-Kempes e al tempo allenatore del Tokyo Verdy, Morimoto fa il suo debutto nel massimo campionato giapponese a soli 15 anni. Qualche giorno prima del suo 16esimo compleanno si regala la gioia del primo gol da professionista. E a 18 anni, nel 2006, il grande salto in avanti, quando gli si aprono le porte della Serie A. Così il giovane attaccante dagli occhi a mandorla si ritrova alle pendici dell’Etna, in prestito a un Catania fresco di promozione in Serie A. Anche in Italia Morimoto dimostra di andare di fretta: fa il suo esordio in quel di Bergamo nel gennaio 2007, al minuto 84’ della gara contro l’Atalanta. Gli bastano meno di 4 minuti per mettere il proprio sigillo sulla partita, con un gol che regala un insperato pareggio ai catanesi. Quando un lungo infortunio sembrava averne compromesso le chance di una conferma, il Catania lo riscatta. E nelle quattro stagioni in rossoblù il giapponese si toglie qualche piccola soddisfazione, non ultima la convocazione in nazionale maggiore e una partecipazione (da spettatore) al Mondiale 2010. Nel frattempo, con indosso una maglia dai colori simili, anche se con tonalità più scure e una storia ben più ricca di trofei e successi, si faceva strada Bojan Krkic. Una strada che lo spagnolo di origine serba si è aperta a suon di gol nelle giovanili del Barca, fino a riscuotere il gradimento di Frank Rijkaard. E cosi, a soli 17 anni, Bojan si ritrova a calcare il Camp Nou, restando negli annali in più di un'occasione: il più giovane esordiente in , il più giovane esordiente e marcatore nella Liga, il più giovane convocato nella Nazionale maggiore. Tutti primati che appartengono all'ex 'canterano'. 163 le sue presenze e 41 i suoi gol nei 4 anni in cui ha vestito la maglia blaugrana, con la quale ha vinto tutto quello che era possibile vincere: la Liga (3 volte), la Coppa del Re, la (in due occasioni) e il Mondiale per club.

IN BILICO – Come ogni favola che si rispetti, puntuali arrivano i momenti di difficoltà. Difficoltà che entrambi hanno trovato nella stagione in corso, quando è arrivato il momento di fronteggiare realtà diverse. Bojan, dopo aver incassato una mezza bocciatura da parte di Pep Guardiola, è sbarcato in una Roma ancora “work in progress”. Trascorsi sette mesi dal suo arrivo, lo spagnolo si ritrova quasi al punto di partenza, non avendo convinto nè la piazza ne Luis Enrique, suo principale ‘sponsor’. I numeri della sua prima annata in Italia sembrano quasi paradossali: con 25 presenze (al pari di Stekelenburg) è il giocatore più utilizzato dal tecnico asturiano. Ma solo 8 volte è partito titolare, contando il minutaggio più basso degli attaccanti giallorossi (964 minuti). Nelle altre 17 occasioni è sceso in campo a partita in corso, un primato in Serie A battuto solo dal clivense Moscardelli (subentrato 20 volte) ed eguagliato dal cagliaritano . Mettendo a bilancio i soli 4 gol a segno in questa stagione, il quadro che ne esce non è certo positivo. Troppo poco per chi a 22 anni può vantare un palmares da campione affermato. Troppo poco per guadagnarsi l’affetto dei tifosi. Anche Morimoto ha vissuto un'annata negativa. Un buon avvio di stagione, quando nelle prima uscite col neopromosso Novara faceva coppia fissa con Meggiorini. Ma qualche guaio muscolare e un reparto offensivo che, con l’arrivo di Mascara e Caracciolo, si era fatto decisamente affollato, l’hanno presto spinto nel dimenticatoio. Tanto che il 24enne nipponico era stato anche vicino all’addio nella sessione invernale di mercato, quando poi l’accordo con il Chievo saltò all’ultimo istante

CROCEVIA – Come ogni favola che si rispetti, alla fine arriva il momento del riscatto. E per i due protagonisti potrebbe arrivare in questo finale di stagione. O già da domenica prossima all’Olimpico. D'altronde, è un faccia a faccia che almeno a livello di precedenti fa ben sperare. Bojan ritroverà sulla strada il Novara, l’ultima squadra a cui ha segnato un gol ‘decisivo’: quello del 5 novembre scorso al 'Silvio Piola', che sbloccò il risultato in favore dei giallorossi. Manca all'appuntamento con il gol da quasi due mesi, dal 4 febbraio, quanto ha inferto il colpo del ko a un Inter allo sbando. E la situazione di relativa emergenza in attacco, con Osvaldo e non al meglio della condizione e  fuori per infortunio, potrebbe riservare uno spiraglio all'ex blaugrana. Sul fronte opposto Morimoto ritrova la Roma, la sua ‘vittima’ preferita, alla quale ha segnato 4 dei 18 gol finora a segno in Serie A. All’andata non finì nel tabellino dei marcatori, anche le sue accelerazioni hanno creato più di un grattacapo alla retroguardia capitolina. E proprio la gara casalinga contro i giallorossi è stata l’ultima partita da titolare per il giapponese, anche lui 'a secco' da due mesi abbondanti (da Cesena-Novara del 15 gennaio). E in attesa di incrociare la Roma, Morimoto già scalda i motori. “Quando ero a Catania segnavo sempre contro la Roma e non nascondo che per me è una partita importante", le sue parole. In sintesi, è un’occasione per lo spagnolo, a cui restano pochi appuntamenti per giustificare l’investimento fatto dalla società, anche in prospettiva della seconda stagione. Che ci sarà, ameno che una bocciatura inappelleabile rimetta in discussione l'accordo con il . Ma sarà anche un'opportunità per il giapponese, sia per confermarsi come la ‘bestia nera’ della Roma, sia per dare un contributo alla corsa alla salvezza dei piemontesi. E, inutile sottolinearlo, solo per uno di loro potrà esserci un lieto fine



Daniele De Angelis