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LAROMA24.IT - Lo scorso giugno, dopo aver chiuso il campionato, la Roma iniziò il suo nuovo percorso. Al tempo il passaggio alla cordata americana non si era ancora concretizzato e le parole progetto e rivoluzione culturale non erano entrate di diritto nella retorica dei tifosi giallorossi. Come noto,in quel mese si scelse il primo tassello da cui far iniziare il nuovo corso giallo
PASSATO Due allenatori al lavoro in due piazze importanti, come Roma e Firenze, arrivati da esperienze diverse. Il primo, Luis Enrique, che ha avuto una carriera da giocatore tutto rispetto, visto che ha vestito le maglie di Real Madrid e Barcellona, oltre a quella della nazionale spagnola. Più breve il suo percorso da allenatore: gli inizi nel 2008 alla guida del Barcellona B, allombra del suo ex compagno di squadra Pep Guardiola. Un'esperienza culminata con il terzo posto raggiunto lo scorso anno nella Segunda Division. Poi arriva loccasione-Roma, un dolce che non va di traverso per detta dello stesso tecnico asturiano alla chiusura del suo ciclo nella seconda squadra blaugrana. Lentusiasmo dei primi giorni fa da contraltare alla cronaca recente del percorso giallorosso: la repentina e inaspettata eliminazione dallEuropa League, risultati non continui, un gioco forse non ancora espresso rispetto ai suo dettami, alcune scelte discutibili (ultime, in ordine cronologico, quelle di venerdì scorso). In 14 partite ufficiali la Roma ha raccolto 5 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte. Un equilibrio imperfetto, cosi come quello che si registra quotidinanamente nei giudizi dei tifosi, emerge dal bilancio provvisorio della sua esperienza romana, sul quale la partita di domenica avrà un ruolo non di poco conto.
Breve è tortuoso, il Cammino di Luis (parafrasando uno dei romanzi preferiti dal tecnico asturiano). Diverso da quello di Delio Rossi, che da calciatore non ha vestito maglie di grandi club e, una volta appesi gli scarpini al chiodo, ha fatto molta gavetta, iniziando dai dilettanti per arrivare fino alla massima serie. La prima esperienza in Serie A del tecnico riminese risale al 1998-99 alla guida della Salernitana, a compimento di una storica cavalcata degli amaranto che proprio sotto la guida di Rossi tornarono in Serie A dopo unassenza di 50 anni, un traguardo già sfiorato dal tecnico riminese nel 1995. Altre due esperienze in A sulle panchine di Lecce e Atalanta, prima della parentesi alla Lazio: in quattro anni una qualificazione Uefa (vanificata dalle sentenze di Calciopoli), un piazzamento in Champions League e una Coppa Italia. Dopo laddio ai biancocelesti venne chiamato a campionato in corso, alla guida del Palermo. Il primo anno alla guida dei rosanero raggiunge il quinto posto, uscendo sconfitto dalla lotta con la Sampdoria per lultima piazza utile per la Champions League. Nel secondo anno si incrina il rapporto tra il tecnico e il presidente Zamparini, che ha definito Delio Rossi il miglior tecnico che abbia mai avuto, salvo poi destinargli la sorte comune a molti allenatori che hanno prestato servizio alla corte del patron rosanero: lesonero, arrivato a febbraio 2011 dopo il pesante ko per 0-7 contro lUdinese . Un mese dopo Zamparini è tornato sui suoi passi; Delio Rossi si è quindi rimesso al lavoro, giusto in tempo per conquistare un altro storico traguardo per i rosanero, ovvero la finale di Coppa Italia. Dopo laddio definitivo al Palermo ha atteso loccasione opportuna per rimettersi in gioco: respinta al mittente lofferta del Bologna, ha accettato la proposta di Della Valle e si è insediato alla guida della Fiorentina
PRESENTE Se il passato non è un termine di paragone adeguato, il presente li accomuna: due allenatori che praticano un calcio offensivo, che si trovano a fronteggiare due piazze scontente e bisognose di risultati. Se il bilancio dellasturiano non è eccezionale, lo stesso non può dirsi del riminese: una vittoria ai danni dellEmpoli in Coppa Italia (dove giallorossi e viola si incroceranno a breve), un pareggio per 0-0 contro il Milan e la sconfitta di domenica scorsa contro il suo Palermo, anche se due settimane sono troppo poche perché la cura abbia effetto. Li accomuna anche la cronaca di questi giorni sui casi nati nello spogliatoio: da una parte la questione Osvaldo, ex-viola, e del litigio con Erik Lamela negli spogliatoi di Udine, risolto col pugno di ferro dal tecnico asturiano (ma la parola definitiva sul caso sarà data dalle convocazioni); dallaltra Cerci, ex-Roma, colpevole di aver festeggiato insieme ad alcuni compagni fino a tarda notte la vittoria di Coppa Italia. La società ha risposto imponendo il ritiro anticipato per tutta la squadra (e nelle ultime ore è circolata lipotesi che lattaccante di Valmontone venga messo fuori rosa). Il confronto di domenica è lo scontro che può rilanciare il futuro di entrambi. Daltronde, alla vigilia del derby dello scorso 16 ottobre, lo stesso Delio Rossi ha avuto modo di dire che il futuro è della Roma. Certo, in quelloccasione non portò fortuna ai giallorossi, ma la speranza è che il tecnico romagnolo abbia ragione
Daniele De Angelis