LA SFIDA NELLA SFIDA: Lamela vs Alvarez

15/09/2011 alle 21:59.

LAROMA24.IT – Inter-Roma, il ritorno. Già, perché la prima sfida stagionale tra giallorossi e nerazzurri si è consumata agli inizi di luglio, dall’altra parte del mondo, precisamente in Argentina, senza i canonici maglietta-e-calzoncini ma con completi e camice. La Roma si affidava dalla porta all’attacco ad un solo uomo, Walter Sabatini, la medesima sorte toccava a Marco Branca in rappresentanza di Palazzo Durini. Al posto di azioni e colpi ad effetto, c’erano progetti messi in mostra, venduti come i migliori su piazza

Ricardo ed Erik, 41 anni in due ed oltre 30 milioni spesi per assicurarseli. Loro, il trofeo in palio nella prima sfida tra Inter e Roma.

INTRECCI - In principio fu Alvarez, opzionato dal direttore sportivo romanista, ma poi lasciato nel limbo del ‘ti prenderò’ per tanto, forse troppo tempo. Se ne accorsero anche le altre squadre, evidentemente, così prima l’, infine l’Inter andarono alla corte del mancino del Velez e del suo agente, Marcelo Simonian. Cresce la valutazione, diminuisce la volontà di , che in parte fa come la volpe incapace di arrivare all’uva, dall’altra riflette, infine desiste. L’asta batte le tre fatidiche volte sui 12 milioni presentati dal dirimpettaio dell’Inter. Tanti saluti, perché a quei costi il romanista decide di recarsi nella bottega del River Plate e prelevare il miglior prodotto. Una botta da 12 milioni, una risposta da 19, comprese tasse, bonus eventuali, scontrini e quant’altro. Aveva scelto Lamela, talento a 5 stelle del campionato argentino e sul quale si erano mosse già le principali big europee.

TALENTO E PERCORSO – Simili nelle caratteristiche tecniche, Alvarez e Lamela hanno vissuto una crescita opposta. Il primo risplende meno dal punto di vista tecnico ma ha una fisicità imponente (80 kg lungo 188 centimetri), l’altro possiede un talento adamantino che lo ha condotto in prima squadra già da minorenne. La storia di quest'ultimo ricalca il consueto percorso del predestinato: i primi palleggi e già il gli offre l’opportunità di vestire la camiseta più trendy del momento. Rinuncia. Consapevole, forse, che di treni ne sarebbero ancora per quella stazione. Il River, infatti, lo lancia in prima squadra nel 2009, ad appena 17 anni, un aspetto secondario quando tra gli optional si ha un sinistro in grado di assecondare ogni richiesta. Due anni più tardi compare già nelle liste di Batista per un’amichevole della nazionale argentina.

Ecco la Roma, che lo raccoglie dal retrocesso River (nota bene: in Argentina le retrocessioni sono stabilite dalla media punti degli ultimi 3 campionati), acquistando così la copertina per il suo nuovo corso. 4 reti in 38 presenze il bagaglio del ‘Coco’ (perchè in Argentina, probabilmente, all'anagrafe richiedono anche un soprannome), speculare o quasi a quello in mano ad Alvarez (5 in 41 apparizioni). A differenza del compagno, Rickyha dovuto sgomitare non poco col destino prima di sbarcare in Europa. Da giovane viene scartato dal Boca Juniors per problemi di crescita, ma nel 2008 quando ha appena compiuto vent’anni ecco l’esordio con il Velez. La luce in fondo al tunnel? Macchè, poco dopo s’infortuna al legamento del ginocchio, costringendolo a rimanere fermo per quasi un anno. Ricomincerà daccapo. Costretto a lottare per un posto in squadra fino alla scorsa stagione. Quando, sebbene non fosse divenuto un titolare inamovibile, mise in vetrina il suo sinistro per cui bisognerebbe richiedere il porto d’armi e una progressione che non ha intimidito nessuno nel paragonarlo a Kaka. Infine, ecco la rivincita: batte il compagno di 4 anni più giovane nell’approdo in Europa. Qualche giorno prima che Lamela diventasse giallorosso, infatti, Alvarez è già a Milano con la maglia che, neanche a dirlo, sognava da bambino. Lo scorso agosto per il mancino di Buenos Aires arriva la prima convocazione in nazionale.

DICONO DI LORO – Un piede, il mancino, come arma in più. Mentre Lamela lo utilizza più a favore di compagni (e pubblico), Alvarez lo sfoga voltentieri anche verso la porta avversaria. Il passo elegante, un cambio di ritmo imbarazzante, tecnica e fisicità, il connubio raro che accomuna i due argentini. Le divinità del pallone si sono indubbiamente spese maggiormente per il classe '92, ma i 4 anni in più dell’interista lo rendono forse più pragmatico. “Un Pastore con più grinta”, la didascalia di quando sventolava orgoglioso il suo enfant prodige. “Il Kaka mancino”, la risposta da San Siro, dove tuttavia Alvarez non ha conquistato tutti dal primo momento, complice anche l’agguerrita concorrenza nel ruolo.

Alvarez e Lamela, protagonisti del primo scontro diretto italiano, non sanno ancora se trasporteranno sul campo la sfida estiva. Il nerazzurro, infatti, rimane ancora dietro in graduatoria per un posto nel tridente di Gasperini. Il giallorosso, invece, ha preso ad allenarsi con il resto del gruppo solo dalla scorsa settimana. Roma e Inter, tuttavia, li hanno scelti per consegnargli il futuro. Quel futuro comincia sabato, nella 'Scala del Calcio'. Le luci su San Siro potrebbero accenderle loro. Col sinistro, naturalmente.

 

                                         STATISTICHE A CONFRONTO:

                                        Lamela                Alvarez

Data di nascita:                4-3-1992          12-4-1988

Altezza:                              183 cm             188 cm

Peso:                                   73 kg                 79 kg

Nazionalità:                      Argentina            Argentina

Presenze in A:                          0                           1

Gol in A:                                 0                          0



Mirko Bussi