
LR24 (MIRKO BUSSI) - Domenica col Verona la Roma ha chiuso la prima settimana con il triplo impegno, un aspetto che caratterizzerà il calendario romanista da qui alle porte di Natale. Infatti, oltre ad altri 5 turni di Europa League prima della sosta natalizia, ci sarà una giornata infrasettimanale di Serie A e gli ottavi di finale di Coppa Italia a rendere un'abitudine la settimana appena conclusa. Ad accentuare la crisi energetica che ha coinvolto "più di qualcuno", come dirà Gasperini nel post-partita, c'è stato l'intreccio col Verona, ad oggi tra gli ospiti meno graditi per chi cerca una domenica rilassante.
La squadra di Zanetti, infatti, ha obbligato la Roma ad aumentare addirittura i carichi rispetto al solito: domenica i giallorossi hanno fatto registrare oltre 114 chilometri percorsi mentre contro Lazio e Torino, le ultime due affrontate in campionato, il dato si era sempre stabilizzato sui 112. Non solo, di quei 114 chilometri, i giocatori romanisti hanno dovuto percorrerne più di 20 a velocità sostenuta (tra i 7 e i 15 chilometri orari) e quasi 2 (1,85) in sprint (con velocità, dunque, superiori ai 15 chilometri orari). In nessuna delle altre due gare, contro Lazio e Torino, la Roma era stata così stressata fisicamente.
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"Stanchezza indotta"
Sulle fatiche della prima settimana europea, l'#ASRoma ha trovato il Verona che l'ha stressata ulteriormente: quella di ieri è stata la gara con più km percorsi dai giallorossi ma anche quella con più corse veloci e sprint fin qui. pic.twitter.com/AhAwgK3SIX— Mirko Bussi (@MirkoBussi) September 29, 2025
Il motivo di tanta fatica fisica, come spesso accade, ha risposte "calcistiche", di squilibri che obbligano a corse d'urgenza per sopperirvi. Il Verona, intanto, arriva all'Olimpico con la nomina di squadra più diretta della Serie A, appena dietro il Pisa. 2,62, in media, i passaggi di ogni sequenza degli scaligeri, seconda appunto solo alla squadra di Gilardino (2,57). Il prima possibile, infatti, il Verona cerca uno sfogo per la profondità. E lo fa a velocità vertiginose: oltre che per la motorizzazione montata da Giovane e Orban, proprio per la rapidità con cui sanno far schizzare il pallone verso la porta avversaria, aspetto in cui soltanto il Lecce si mostra superiore nei dati Opta.
Uno dei temi più prevedibili, dunque, sarebbe stato quello delle seconde palle: con duelli aerei particolarmente stimolati da entrambe le parti, vista anche l'aggressività del Verona sulla costruzione della Roma, chi avrebbe raccolto i frutti successivi si sarebbe guadagnato ghiotte opportunità. Al 48', infatti, il tiro alto di Giovane che spaventa la Roma è l'effetto di una seconda palla guadagnata da Bernede in seguito al colpo di testa di Ndicka. Da qui, Orban va subito a tentare di mangiare la profondità di Mancini che riesce solo a rimandare il pericolo, con l'intervento che apparecchierà il tiro a Giovane.
Oppure, al 78', sarà direttamente Montipò a sottolineare quanto la Roma faticasse a tenersi stretta, con un rilancio che arriverà direttamente da Sarr, abile a controllare e condurre fino a una zona di tiro, poi innocuo.
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Il Verona è la squadra più diretta della A, dopo il Pisa, ed ha logorato così il sistema romanista.
Primato sulle 2e palle, come nell'occasione di Giovane nelle prime due foto, o direttamente su rilancio di Montipò come nel tiro di Sarr (3a e 4a foto). pic.twitter.com/VMpOoRwGE9— Mirko Bussi (@MirkoBussi) September 29, 2025
Non solo "pallonate", però. Perché il Verona ha mostrato anche modelli di costruzione che possono scalfire i sistemi orientati sull'uomo come quello della Roma di Gasperini. Come al 15': scartata la pressione di Pellegrini con una finta a rientrare, Unai Nunez trovava la traccia verticale per Giovane che, muovendosi incontro aveva portato fuori Ndicka. Una giocata al terzo uomo liberava il pallone per Serdar che a quel punto poteva mettere in pista Belghali, su cui Angelino inevitabilmente, su lunghe distanze, faticava a mantenere una posizione di vantaggio. Da qui nascerà il cross che condurrà alla prima, grande, occasione di Orban.
In generale, l'abilità dei giocatori offensivi (i vertici) di legarsi tra loro e saper giocare anche con pressione alle spalle, è uno dei principali antidoti al sistema di riferimenti a uomo. Non è un caso, infatti, che le abilità combinate di Lautaro e Thuram, tra i massimi esponenti nel panorama italiano sul tema, hanno prodotte le giornate peggiori per Gasperini e l'Atalanta negli anni passati. Così anche nella ripresa, quando Svilar è costretto ad uscire ritrovandosi Orban nuovamente a tutta velocità contro, è l'effetto di un anticipo mancato da Ndicka su Giovane.
Anche qui, la costruzione è ridotta a un passaggio addosso ad uno dei due vertici offensivi del Verona che, stavolta, si mettono in proprio: Giovane fa rotolare in qualche modo il pallone alle spalle del numero 5 della Roma, Orban fa valere la differenza di cavalli rispetto a Mancini, lanciandosi verso la porta. È il 67', come mostrato nei fotogrammi sotto, ma succederà nuovamente al 69', quando un'altra giocata al terzo uomo tramite Giovane libererà il pallone per il Verona dietro il primo blocco di pressioni della Roma obbligando ad un'altra, vertiginosa, scappata a protezione della profondità i difensori giallorossi. Una serie di difficoltà, dunque, che hanno finito per aumentare il chilometraggio, e le velocità, necessarie a tenere in piedi il sistema. Ma, in fondo, le vittorie aiutano a velocizzare anche i processi di recupero energetico.
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Succederà ancora nel 2T: la difficoltà ad anticipare o chiudere combinazioni tra i vertici apriva la profondità al Verona, con la velocità di Orban-Giovane difficile da gestire in campo aperto.
E questo obbligava la squadra a pesanti corse all'indietro. pic.twitter.com/bFe25pdmct— Mirko Bussi (@MirkoBussi) September 29, 2025