
LR24 (MIRKO BUSSI) - Claudio Ranieri saluta mentre tutti intorno gli tributano gli onori accumulati in carriera. Quando lascia il campo ha ancora nel taschino della giacca il segreto della sua fortuna da allenatore, difficile da dimostrare con teoremi matematici. Perché appartiene all'impercettibile, a quel misto tra intuizione e capacità di analisi che gli fa raccontare come, dopo una settimana, fosse già convinto che avrebbe raddrizzato la situazione della Roma. È quella "semplicità" che appartiene solo a chi sa maneggiare con naturalezza argomenti complessi, "semplicemente" perché sa quali fili toccare.
Lascia dopo un girone di ritorno da 46 punti, come nessun'altra in Serie A, dando alla Roma una rinnovata consapevolezza, oltre al miglior punteggio degli ultimi 5 campionati che è valso almeno l'illusione di una corsa a un posto in Champions League. Nel pacchetto anche una serie di giocatori, da Celik a Shomurodov come casi più eclatanti, oltremodo rivalutati.
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"L'eredità di #Ranieri"
Un 5° posto a -1 dalla zona Champions, il miglior punteggio (69 pt) degli ultimi 5 campionati, un girone di ritorno da prima della classe (46 pt), una serie di giocatori rivalutati.
Che squadra lascia Claudio Ranieri? pic.twitter.com/OZy0sYK9se— Mirko Bussi (@MirkoBussi) May 29, 2025
Lascia una squadra che si è slegata da un modello definito di gioco, quello a cui si rifacevano, su canoni praticamente opposti, i suoi due predecessori. Con Ranieri, la Roma ha accettato e poi vissuto tutti i momenti del gioco, anche a breve distanza uno dall'altro. Come domenica scorsa, quando ha dominato il possesso per il primo quarto d'ora, con una percentuale del 76%, per poi giocare i successivi 15 minuti, dal 15' al 30' del primo tempo, con appena il 34%.
Pur con un dato in ribasso col passare delle partite (chiuderà 9ª in Serie A per possesso, 53% di media), la Roma, in particolare se a muoverne i fili era Paredes come domenica, pareva sedersi dal lato più comodo della partita quando poteva banchettare nella metà campo avversaria. Soltanto Inter e Juventus, infatti, conteranno più "sequenze lunghe", quelle con oltre 10 passaggi, della Roma: 523 azioni con oltre 10 passaggi che confermano la tendenza ragionata degli sviluppi romanisti.
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Pur avendo perso gradualmente possesso nella stagione (9ª in A, col 53% di media), le caratteristiche dei giocatori facilitavano momenti di predominio nella metà campo avversaria.
Solo Inter e Juventus hanno più "sequenze lunghe" di passaggi della Roma. pic.twitter.com/r5okhOAngs— Mirko Bussi (@MirkoBussi) May 29, 2025
L'arrivo di Ranieri ha semplificato molte delle costruzioni romaniste, facendole tendere direttamente verso i vertici offensivi. Situazioni come questa nella fotosequenza sotto, da Svilar a Shomurodov per Soulé domenica sera, in realtà, raramente si sono tradotte in vantaggi, anche per le caratteristiche degli attaccanti romanisti, poco inclini a ricevere giocate lunghe. Soltanto un gol, infatti, è arrivato da attacchi diretti, il dato più basso della Serie A dopo Genoa e Venezia che hanno chiuso a zero. A comandare la graduatoria ci sono la Juventus e...l'Atalanta di Gasperini.
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Dove la Roma si è mostrata meno efficace è nel creare pericoli come questo qui sotto, su attacchi diretti.
Solo una rete in stagione è arrivata così, peggior dato dopo Genoa e Venezia.
Le migliori? Juventus e...Atalanta, con 9 gol a testa. pic.twitter.com/eQCC7Df2vy— Mirko Bussi (@MirkoBussi) May 29, 2025
Senza il pallone, invece, la Roma si è mostrata cangiante. Tra toni più aggressivi, come quelli con pressioni orientate sull'uomo che sono rimaste nel computer di bordo romanista anche con l'arrivo di Ranieri, e momenti di partita trascorsi con pazienza in un blocco più basso, magari anche riciclando sulla linea dei difensori uno dei quinti più offensivi, come Soulé col Milan o come aveva già fatto Saelemaekers in passato.
La Roma, infatti, se da un lato è risultata 3ª in Serie A per "azioni di pressing", dietro a due navi guida come Bologna e Atalanta, dall'altra però ha racimolato solo un "gol veloce", quelli che avvengono nei secondi immediatamente successivi alla riconquista. Un dato tra i più bassi del campionato italiano, pari al Venezia, con solo Napoli e Genoa ferme a zero.
I momenti sempre più frequenti, in particolare in situazioni di vantaggio, trascorsi con un baricentro più basso e una difesa più posizionale hanno fatto inevitabilmente impennare il dato PPDA della Roma, quello che conteggia i passaggi avversari prima che una squadra intervenga. Un dato, dunque, da leggere al contrario, con le squadre più aggressive che avranno un numero più basso. E sul tema soltanto la Fiorentina, tra le prime 10 squadre in classifica, ha valori più alti della Roma che, in media, concedeva oltre 13 passaggi agli avversari prima di inscenare un'azione difensiva.
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Per tratti di partita, spesso, la Roma preferiva, o era costretta, a difendere posizionalmente.
Tra le prime 10 della classifica di Serie A, solo la Fiorentina ha chiuso con un PPDA più alto rispetto alla Roma (15ª nella graduatoria del dato). pic.twitter.com/CIItKMxzCG— Mirko Bussi (@MirkoBussi) May 29, 2025