
LR24 (MIRKO BUSSI) - Strizzando il calcio dentro i luoghi comuni, spesso, il passaggio corto ha preso un'accezione pericolosa, come un presagio negativo, lasciando a quello lungo la sicurezza, quantomeno, di uno sventato pericolo seppur meno redditizio. A maggior ragione quando questo avviene all'interno della propria metà campo, figurarsi se con la porta ancora nel cono visivo.
In realtà, come accaduto alla Roma lunedì sera, non è la lunghezza dei passaggi a stabilire la tenuta di sicurezza della squadra, almeno non in assoluto. Tant'è che la squadra di Ranieri, contro l'Atalanta, si è prodotta in una partita ancor più diretta del solito, riducendo a 119 il conteggio dei passaggi corti, quelli che non superano i 14 metri. Soltanto contro Lazio e Inter, dove la situazione di vantaggio nel punteggio poteva inasprire la disponibilità a manovre più elaborate, ne aveva totalizzati di meno. Dall'altra parte, però, appena il 39% dei passaggi lunghi, stabiliti in quelli superiori ai 29 metri, è stato completato, dunque ha raggiunto la destinazione di un compagno romanista con successo.
#AtalantaRoma/#PostMatch 1/5
"I passaggi lunghi non allontanano i pericoli"
Lunedì l'#ASRoma ha tentato di fare una partita diretta: solo 119 passaggi corti, 4° dato più basso dell'anno.
Ma appena il 39% dei passaggi lunghi è stato completato, il valore peggiore in A della Roma. pic.twitter.com/E5SuERyRQf— Mirko Bussi (@MirkoBussi) May 15, 2025
Proprio un tentativo di giocata lunga, lunedì, ha allestito lo scenario da cui l'Atalanta è uscita col 2-1. Al 76' Svilar batte un calcio di rinvio che porta Ederson e Cristante al duello aereo. Il colpo di testa è del centrocampista dell'Atalanta cadendo poi nella zona di Lookman, con la Roma costretta a cimentarsi in una situazione difensiva che tenta di evitare costantemente, con 50 metri di profondità alle spalle.
La rapida triangolazione Lookman-Retegui-Lookman porta l'attaccante dell'Atalanta in 1 contro 1 esterno e fa riempire l'area romanista. Qui, sulla successiva respinta debole, scaturirà il pallone con cui Sulemana scriverà il 2-1 definitivo.
#AtalantaRoma/#PostMatch 3/5
Dalla triangolazione Lookman-Retegui nasce l'1v1 esterno da cui poi si arriverà in area di rigore.
La respinta successiva produrrà il pallone che Sulemana trasformerà nel 2-1. pic.twitter.com/8Ldv6KXqnQ— Mirko Bussi (@MirkoBussi) May 15, 2025
Un principio simile lo si ritrova facilmente sulle palle inattive, in particolare su punizioni laterali o da distanza. E nel primo tempo se ne è avuta testimonianza quando Soulé ha spedito in area un calcio di punizione da circa 30 metri dalla porta. In queste situazioni i calciatori disposti in barriera sono potenzialmente pericolosi perché, in caso di respinta difensiva, la dinamica dell'azione li porrebbe in una condizione favorevole. È proprio Lookman, inizialmente in barriera, a convertire rapidamente quel pallone calciato e respinto dall'area dell'Atalanta in una transizione ad alto rischio. Scartando la pressione di Soulé, che aveva appena battuto, la squadra di Gasperini si sfoga in campo aperto ritrovandosi in superiorità numerica sulla strada verso Svilar.
Una volta riequilibrata, almeno numericamente, la situazione, è talmente stravolta da avere Shomurodov costretto a tentare di assorbire l'inserimento di Ederson, con tutto ciò che ne consegue. Fino al pallone sprecato da De Ketelaere da una posizione decisamente favorevole. Gli effetti del caos: talmente latente nel calcio da renderne vano ogni tentativo di semplificazione.
#AtalantaRoma/#PostMatch 5/5
Anche quando la situazione numerica viene riequilibrata, l'emergenza porta ad avere Shomurodov a dover assorbire l'inserimento di Ederson. Da qui, la pesante occasione capitata a De Ketelaere.
L'Atalanta è la squadra che sa arredare meglio il caos. pic.twitter.com/M7ozwulZac— Mirko Bussi (@MirkoBussi) May 15, 2025