Post Match - Number 23

08/04/2024 alle 17:06.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - L'ultimo derby andrà alla storia con l'immagine copertina di Gianluca Mancini. E mentre si agita nel vuoto il dibattito di come si è guadagnato la memoria eterna dei tifosi nel post-partita, rischiano di sfumare i contorni di una prestazione che l'ha visto sbandierare la sua prestazione, anche oltre l'atto decisivo di quel colpo di testa.

Il maggior numero di palloni toccati (76), il più alto di passaggi progressivi (7), quelli che fanno guadagnare campo verso la porta avversaria, il dato più grande di SCA (azioni che portano a un tiro, 4) tra i romanisti e della sua stagione: tutto racchiuso nel numero 23, paranoia cinematografica e, da sabato, anche calcistica.

In assenza di Ndicka è cambiata la geografia difensiva romanista, con Mancini che, contrariamente alle abitudini, ha traslocato sul centro-sinistra per far posto a Llorente. Una scelta che lo poneva al centro della struttura di costruzione, che andava a completarsi a 3 con l'aggiunta di Angeliño alla sinistra di Mancini.

Proprio in possesso, infatti, il difensore romanista ha lasciato le tracce più importanti della sua partita: con 6 passaggi fatti arrivare nell'ultimo terzo di campo risulterà il giallorosso più determinante per l'accesso alla base avversaria. Utilizzando tutto il repertorio: dalla conduzione a passaggi che tagliavano i fili alle pressione offensive della Lazio. E quelle giocate a saltare una linea, andando direttamente dai vertici offensivi, come Lukaku o El Shaarawy nelle situazioni catturate qui, risultavano particolarmente efficaci contro una squadra che iniziava a leggere il manuale di istruzioni di Tudor, affidandosi dunque a pressioni con riferimenti sull'uomo.

Oltre a quell'abilità nei passaggi sempre più determinante nell'evoluzione del calcio, non sono mancati smarcamenti oltre le prime pressioni che lo vedevano andare a raccogliere i palloni fatti uscire poco prima nelle costruzioni. Un'interpretazione del ruolo, in definitiva, estremamente all'avanguardia.

 

In non possesso, invece, Mancini finiva al centro di una linea a 5 che vedeva El Shaarawy pareggiare Angeliño che finiva a comportarsi da autentico terzo di difesa, con Llorente accompagnato da Celik sull'altro versante. Con la possibilità dunque, per il 23, di andare a raddoppiare i vari duelli che si componevano tra Angeliño e Isaksen o per Llorente con Immobile. Una scelta strategica che conferma come, dopo alcuni tentativi, la Roma trovi la sua comfort zone difensiva, ancora oggi, nel blocco che l'ha caratterizzata per lunghi tratti in passato.