LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Il primo bacio di Angeliño alla Roma è arrivato dopo 8 minuti. Quando, nei pressi della linea laterale, a 25 metri dalla porta avversaria ha affilato un cross che è andato a svelare l'inserimento di Cristante. Palo. Santo però. Che ha lasciato l'incenso nell'aria purificando dalle negatività che si erano addensate nel tempo sull'argomento. Quel "piede magico", come l'ha descritto De Rossi, ha offerto un nuovo centro di gravità nella Roma, al punto da finire il suo primo tempo all'Olimpico col numero più alto di palloni toccati tra i romanisti. Chiuderà a 60, dietro Paredes (73), che però ha trascorso 33 minuti in più sul terreno di gioco. Nel rapporto tra palloni toccati e minuti disputati non c'è paragone: 60 per 57, più di uno al minuto.
Tra questi, 3 passaggi appartengono alla categoria "chiave", superato solo da sua eccellenza Dybala (4), 8 sono stati quelli che hanno portato la Roma nell'ultimo terzo di campo, quello più vicino alla porta avversaria, più di ogni altro compagno. Dalla somma delle sue giocate la Roma ha guadagnato un totale di 387 metri in campo, quella che nelle statistiche viene calcolata come "distanza progressiva", quindi scaturita da giocate che fanno avanzare verso l'area nemica. Più di ogni altro giocatore della Roma.
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Un nuovo centro di gravità che, da iniziale terzo di costruzione, guadagnava l'ampiezza più avanti: da qui ha scoccato la prima freccia nel cuore romanista, con quel cross che è andato a sottolineare l'inserimento di Cristante all'ombra di Lukaku. pic.twitter.com/CxNVw5bHsd— Mirko Bussi (@MirkoBussi) February 7, 2024
Nella nuova scenografia romanista, montata dall'arrivo di De Rossi, Angeliño ha un ruolo multidimensionale. Nelle costruzioni "open play", diverse da quelle organizzate su rinvio dal fondo dove invece lo si trovava nella più tipica posizione di terzino sinistro, l'esterno appena arrivato dal Galatasaray si stringeva a Llorente e Mancini per dare una base a 3, per poi guadagnare l'ampiezza successivamente. Ma quando Pellegrini veniva a soffiargli il posto nelle impostazioni, con El Shaarawy che si teneva vicino la linea laterale, lo spagnolo non aveva problemi a intrufolarsi più avanti, andando ad occupare mezzi spazi o, in successivi sviluppi, proporsi in sovrapposizione interna come si è visto un paio di volte.
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Il sinistro aristocratico è risultato utile anche per passaggi chiave (3, meno solo di #Dybala) che hanno stappato più volte il blocco del Cagliari, portando la Roma in business class direttamente allo snodo ferroviario principale, quello di Lukaku. pic.twitter.com/LUiZlgf5Fw— Mirko Bussi (@MirkoBussi) February 7, 2024
Le controindicazioni riportate sul foglietto illustrativo consigliano di non esporre in modo prolungato Angeliño alle intemperie difensive. Se nell'uno contro uno frontale ha confermato l'esplosività che può renderlo comunque competitivo, le interpretazioni in non possesso avranno bisogno di maggior studio. Lo si è visto in un paio di situazioni in cui, non avendo un riferimento avversario nei pressi su cui calibrarsi, è sembrato perdere l'orientamento nelle scelte da prendere. La più evidente su una transizione negativa al 19', quando inizialmente segue l'interpretazione collettiva di scappare sulla palla aperta nei piedi di Nandez, seppur con postura non proprio ortodossa, salvo poi cedere all'istinto di rompere la linea autonomamente nonostante non avesse reali possibilità d'intervento. Ma se compri una Spider non è certo per proteggerti dalla pioggia.
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I comportamenti difensivi non rispondono esattamente ai canoni italiani più classici.
Come in questa scappata difensiva, non proprio ortodossa, che verrà presto sopraffatta dall'istinto di rompere la linea seppur senza reali possibilità d'intervento. pic.twitter.com/mtz3YA1dM0— Mirko Bussi (@MirkoBussi) February 7, 2024