LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - La Roma ha vissuto il suo quarto d'ora di celebrità nel derby all'inizio, svelando dal principio le sue intenzioni: riconquista aggressiva sviluppata, come spesso avviene nei casi in cui i giallorossi alzano il baricentro delle pressioni, con una serie di duelli fissi predisposti per il campo. E allora, Dybala e Lukaku si appaiavano naturalmente sui rispettivi centrali, Karsdorp e Spinazzola erano pronti ad uscire con veemenza sui terzini di Sarri mentre, in mezzo, il gioco delle coppie portava Bove da Cataldi, Cristante sul più vicino Luis Alberto mentre Paredes doveva fare le valigie dalla propria zona per andare a controllare Guendouzi. Il progetto si è rivelato funzionante, tant'è che il primo quarto d'ora è il periodo più fertile di tutto il derby per la Roma che in almeno 3 transizioni seguite a riconquiste medio-offensive ha alzato il vento sulla palafitta difensiva della Lazio.
Tradotto numericamente: 0,30 degli 0,44 xG totali con cui la squadra di Mourinho tornerà negli spogliatoi a fine partita sono stati accumulati proprio nel primo quarto d'ora.
#LazioRoma/#PostMatch 1/5
"Il quarto d'ora di celebrità dell'#ASRoma"
Il meglio del #derby, per la Roma, è arrivato nei primi 15', sfruttando l'aggressività iniziale e una serie di riconquiste medio-offensive convertite in favorevoli transizioni.
Al 18' l'ammonizione di Mancini.— Mirko Bussi (@MirkoBussi) November 15, 2023
Una strategia che è stata annacquata dall'ammonizione di Mancini, arrivata dopo appena 18 minuti. Ma che si era rivelata particolarmente efficace anche per alcune peculiarità della Lazio: uno dei sistemi più utilizzati, infatti, per disinnescare pressioni "uomo su uomo" è nell'utilizzo del portiere come primo costruttore, che godrà di libertà o altrimenti obbligherà l'avversario a muovere una delle sue pedine, liberando un duello. Un aspetto che la Lazio non approfondisce particolarmente, con l'immagine del tweet che rappresenta una rara eccezione.
In più, la squadra di Sarri mantiene sempre una discreta rigidità nelle proprie fasi di possesso, con un 4-3-3 facilmente tracciabile in campo, lasciando dunque una certa comodità nell'avversario per modellarsi nelle pressioni. E questo ha facilitato il compito della Roma che mira ad essere una squadra aggressiva anche senza averne i connotati al suo interno, inteso come giocatori che hanno nella riconquista offensiva una delle tendenze preferite. Infatti, anche nel quarto d'ora di domenica, i principali guadagni diretti, quindi contrasti per riconquistare il pallone, sono arrivati da Mancini e Bove. L'altra transizione presa in esame, invece, arriva da un pallone ripreso da Ndicka dopo una giocata errata della Lazio, forzata comunque dalle pressioni portate dalla Roma.
#LazioRoma/#PostMatch 3/5
Il paradosso della Roma è che pur avendo dati da squadra aggressiva (3ª per GPI, 5ª per PPDA in A), ha pochi calciatori/cacciatori.
Infatti le riconquiste dirette (su contrasto) di domenica sono arrivate da #Mancini e #Bove, tra i pochi inclini al tema. pic.twitter.com/YM1F23YPdt— Mirko Bussi (@MirkoBussi) November 15, 2023
Per questo, paradossalmente, la Roma avrebbe più vantaggi probabilmente a riconquistare a ridosso dell'area avversaria, non avendo in dote giocatori dall'ampia cilindrata che possano motorizzare transizioni più lunghe. Questo, però, si scontra con le caratteristiche di Dybala o Lukaku a cui non è consigliabile di domandare continue prime pressioni ad alta intensità. Se dunque il primo scippo, quello di Mancini su Pedro al 5', apre a questo tipo di transizione più breve, con Dybala che spreca il favorevole 3v3 che si era materializzato, negli altri due, la Roma è costretto ad utilizzare qualche tempo in più prima di invadere l'area avversaria.
È quello che accade due volte nel giro di un minuto, tra il 13' e il 14' e sempre con Karsdorp finalizzatore. Entrambi gli sviluppi di contro-attacco transitano per Spinazzola, che con la sua abilità di conduzione affabulante fa pendere la linea difensiva biancoceleste dal suo lato. E mostra gli effetti collaterali della presenza di Lukaku: in entrambi i casi, pur senza toccare il pallone, l'ingombro fisico e mentale che porta il belga all'interno dell'area risulta liberatorio per altri giocatori. Nella prima situazione spicca l'inserimento di Cristante simile a quello fortunato visto in casa del Genoa, tra centrale e terzino opposto, sfruttando le attenzioni di Romagnoli e Patric finiti insieme su Lukaku. A Marusic resta una situazione di imbarazzo con l'inserimento di Cristante difficilmente contrastabile per posizione e velocità di ingresso e la presenza di Karsdorp all'estremo opposto. Il pallone arriverà proprio all'olandese e nel rimbalzo successivo nascerà il gol annullato al centrocampista.
Tema che torna valido il minuto successivo: stavolta Lukaku è posizionato fuori linea sul cross di Spinazzola sempre seguito ad una conduzione tentatrice. E dunque i riferimenti zonali della Lazio portano Patric e Romagnoli a rimanere a mani vuote tra il centro e l'altezza del primo palo, mentre Marusic stavolta deve occuparsi del numero 90 romanista. Con l'effetto di lasciare indisturbato Karsdorp che riceverà proprio il cross dell'altro esterno chiudendo lo sviluppo con un tiro impreciso. Poi il piano gara verrà ingiallito dall'ammonizione comminata a Mancini e del derby romanista rimarrà fumo e polvere.
#LazioRoma/#PostMatch 5/5
La situazione numericamente favorevole porta al tiro Karsdorp, con il successivo gol annullato a Cristante.
Aspetti che tornano anche 1' dopo: un'altra conduzione tentatrice di Spinazzola, con l'olandese che sfrutta una difesa stretta tutta su Lukaku. pic.twitter.com/3JUrk5u3Ae— Mirko Bussi (@MirkoBussi) November 15, 2023