Post Match - Bello è possibile

28/11/2023 alle 11:32.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - La riconquista di Azmoun, poi Ndicka, Zalewski, quindi Mancini, Cristante e Llorente. Di nuovo Ndicka fino ad , ancora Cristante, per Bove fino ad Azmoun-Lukaku-Dybala detti in un colpo solo. All'appello manca soltanto Rui Patricio, rimasto ai compiti più tradizionali del ruolo, tutti gli altri sono presenti, chi più chi meno, nella filastrocca in rima a cui somiglia il 2-1 della Roma sull'Udinese.

11 passaggi per 10 giocatori differenti, uniti in una sinfonia che avrà il suo climax nella combinazione vertiginosa tra i tre giocatori più offensivi. Uno sviluppo completo che può essere vivisezionato al suo interno tra le varie fasi, che spesso, nel calcio, finiscono per sfumare una dentro l'altra.

 

Il primo atto è quello della riconquista è arriva tramite un contrasto di Azmoun che rincorre l'avversario fin dentro la metà campo romanista. Da lì il pallone è colorato di giallorosso dai piedi di Ndicka che, non potendo valutare ipotesi di transizioni veloci verso la porta avversaria, con 7 romanisti finiti sotto la linea mediana e di conseguenza un'alta superiorità difensiva in favore dell'Udinese, decide di consolidare il possesso. Ne nasce una sequenza di passaggi, da Ndicka a Zalewski, poi Mancini, Cristante e Llorente per tornare da Ndicka che fanno ricomporre l'Udinese nel suo canonico blocco medio-basso.

La fase 2 scatta quando, col pallone tra i piedi di Cristante, la costruzione romanista trova compimento con quel passaggio che va a tagliare la prima linea di pressione friulana, composta da Success e Lucca, raggiungendo Bove smarcato proprio dietro di loro. Da qui, lo sviluppo può prendere velocità e farsi verticale grazie allo smarcamento incontro di Azmoun, opposto ai posizionamenti tipici di Lukaku, centrale, e Dybala, leggermente più a destra. La mossa dell'iraniano rompe i riferimenti difensivi nei duelli che aveva assunto l'Udinese.

 

Da qui il campo s'inclina, pendendo verso la porta dell'Udinese e lo fa ancora di più per la scelta arguta di Azmoun che accende il frullatore offensivo. Dalla superiorità posizionale guadagnata, col pallone ricevuto tra le linee dall'attaccante ex Bayer Leverkusen, si passa a quella più manifesta, numericamente, quando l'iraniano fa pagare interamente l'uscita a duello di Bijol.

Poco prima l'Udinese aveva modificato i suoi interpreti, con Perez che era passato a destra e nell'occasione è impegnato da , posizionato più a sinistra, lasciando Ebosele più in alto come da interpretazione della ripresa. Il quinto opposto, Zemura, è invece fissato lateralmente da Zalewski, sulla corsia opposta, così dentro si compone un 3 contro 2 tra il tridente offensivo romanista e Bijol-Kabasele.

Prima delle qualità tecniche, condizione necessaria ma non sufficiente, a dilatare le differenze è la "comunicazione" tra i tre romanisti. Azmoun, Lukaku e Dybala, infatti, riconoscono simultaneamente le loro funzioni: il primo è rifinitore, il secondo si apparecchia come meglio preferisce, legandosi il marcatore in vita, il terzo (uomo) mangia la profondità che si apre alle spalle. Due tocchi, in rapida sequenza, svelano il trucco e la superiorità situazionale, ancor prima che tecnica, della Roma. E portano Dybala nell'ultima, decisiva, fase, quella della finalizzazione. Che con un cast di primo livello, come qui, fa sbancare facilmente il botteghino. Bello e, soprattutto, possibile. Bene, bravi, bis.

 

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