Post Match - Il gran varietà della Roma

05/04/2023 alle 12:11.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Domenica sera la Roma si è riproposta alla Serie A e all'Olimpico con un programma decisamente rinnovato: difesa a 4, con inserti chiaramente offensivi, come Zalewski e Spinazzola da terzini, un centrocampo dove ai lati del perno Matic erano incastonati Pellegrini e Wijnaldum pronti a riflettere la luce attesa, e in parte arrivata, dal trio offensivo Dybala-Abraham-. Con un conto rapido, almeno 7 dei 10 giocatori di movimento avevano un dna spiccatamente offensivo.

Risultato: 3-0 più una serie di dati a corollario che indicano l'ultima giornata romanista come una delle migliori stagionali per il fatturato offensivo. Certo, di fronte c'era una Sampdoria già di per sé claudicante e poi ridotta in fin di vita dall'espulsione a mezz'ora dal termine che sgonfia l'attendibilità del test.

La necessità, tutta umana, di dare un ordine, un nome e una categoria agli elementi, ci obbliga a partire dalla disposizione numerica, il modulo. Che nella prima fase di non possesso, quella che dovrebbe dare il riferimento per indicare la disposizione base, si leggeva la Roma secondo un 4-4-2, in cui Wijnaldum scivolava più esternamente prendendo in consegna anche le uscite su Augello, il terzino sinistro avversario. Matic veniva affiancato da Pellegrini, a cui spettavano le pressioni sul play avversario, con che chiudeva la linea mediana sul lato opposto. Dybala ed Abraham, dunque, restavano come vertici offensivi occupandosi delle uscite sui centrali della Sampdoria.

Ma la complessità del calcio fa saltare la rigidità prevista dagli schieramenti cartacei per le influenze che scaturiscono dai principi con cui viene alimentata una squadra. Per questo, più volte, anche domenica si vedeva la Roma sprofondare di nuovo in un 5-3-2. Perché quell'orientamento sull'uomo che i giallorossi hanno sempre più fatto proprio nei comportamenti difensivi portava a seguire il terzino di riferimento anche nei suoi posizionamenti più avanti, spingendo dentro Spinazzola che diventava, di fatto, un terzo centrale.

Lo si vede, ancor di più, in una costruzione diretta della Sampdoria, dove al calcio lungo di Ravaglia, Djuricic, che spesso agiva in ampiezza sulla corsia sinistra scontrandosi con Zalewski, in quella situazione si ritrova centralmente e l'esterno romanista non ha dubbi nel seguirlo e proseguire il duello, aereo, anche in una zona totalmente diversa del campo.

Nell'altra direzione, verso l'area di rigore avversaria, la Roma ha fatto registrare una serie di numeri inediti per le sue abitudini stagionali. Partendo dal generale: 3 gol, la Roma, li aveva segnati inutilmente solo al nel 2023. L'ultima volta era successo a Verona, a fine ottobre. Un dato ribadito anche negli "expected goals", che sottolinea come i giallorossi avessero creato i presupposti proprio per segnarne 3. Poi, scendendo in profondità: 27 tiri complessivi, quanti in Serie A ne erano stati scagliati solo contro la Cremonese all'andata, 35 tocchi nell'area di rigore avversaria (miglior dato stagionale), 22% di passaggi chiave (ancora miglior dato dell'annata) e 53 'Sca' (Shot Creating Actions, le azioni che conducono ad un'occasione di tiro) che rappresentano nuovamente il punto più alto toccato nel 2022/23.

Cos'ha permesso tutta questa grazia? La presenza di un numero così elevato di giocatori di qualità contemporaneamente in campo, innanzitutto. Con 2 di quei 10 esclusi dal conteggio degli 'offensivi' che comunque hanno facilitato, e non poco, la prima costruzione e l'avanzamento dunque del pallone per il campo: Llorente (riprendere il passaggio laser che scatena l'episodio dell'espulsione di Murillo per ulteriori chiarimenti) e, giù il cappello, Nemanja Matic.

Specialmente l'altissimo serbo, per statura calcistica prima che corporea, è stato un riferimento costante nelle fase iniziali degli sviluppi, mostrandosi spesso e volentieri disponibile, che fosse da vertice basso o da terzo centrale aggiunto in alcuni casi: 82 tocchi, il dato più alto tra i romanisti, con una percentuale di passaggi riusciti vicina alla perfezione (91%). E, di conseguenza, quelle zone di rifinitura che venivano a turno, o contemporaneamente, occupate da Wijnaldum, Pellegrini, Dybala, ma anche Spinazzola o Abraham, riuscivano a far defluire con una frequenza rinnovata gli sviluppi verso il suo naturale scopo, colpire la porta avversaria. Tanto che, per ognuno dei 5 giocatori più offensivi, da Pellegrini ad Abraham, passando per Wijnaldum, e Dybala si conta almeno una potenziale occasione da gol. Grazie al gran varietà mandato in onda domenica sera.

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