Post Match - Gini Wijnaldum, il trailer

02/03/2023 alle 11:11.
gwpm

LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Prima di gettare nel cestino Cremonese-Roma, va staccata e conservata l'unica parte utile dell'ultra posticipo della 24a giornata. Il certificato di sana e robusta costituzione che il campo dello 'Zini' ha firmato per Gini Wijnaldum, quello che nei piani iniziali avrebbe dovuto shakerare la vita, inteso come punto medio, della squadra. Un modo per farsi trasportare al di là del guado avversario, oltre le pressioni, gli scogli e le rimostranze altrui. Che sia su un passaggio graffiante o una feroce conduzione, Wijnaldum ha faccia, modi e attrezzatura per andare dritto al punto.

E si è capito anche ad un anno di distanza dall'ultima presenza per 90 minuti, con quel Nizza-Psg di inizio marzo 2022 come ultima gara iniziata e portata a termine dall'olandese, cosa può donare alla Roma. Non ancora, per forza di cose, come e quanto possa farlo.

 

In una prestazione che lo ha visto chiudere oltre gli 11 chilometri percorsi, terzo della squadra dietro a Spinazzola e Dybala, l'onda energetica di Wijnaldum ha visto progressivamente, quanto inevitabilmente, calare la propria cresta col passare del tempo. Nella prima frazione, per dire, è stato il terzo romanista per palloni toccati, superato soltanto da Ibanez e Mancini, costretti ad una serie di domande di costruzione che le vicende della partita, col vantaggio della Cremonese, avevano reso inevitabili.

E di fronte a una squadra che picchettava ogni romanista con spigolosi duelli individuali, la capacità di risolverli a proprio favore risultava determinante. Come ha fatto proprio il 25 a un certo punto del primo tempo, accettando la pressione sulle spalle per poi scrollarsela di dosso con una torsione prepotente e, dopo aver fatto rimbalzare via il tentativo di raddoppio, si è aperto autonomamente un 3v3 in campo aperto che solo l'imprecisione nel passaggio per Dybala ha fatto scomparire dagli highlights della partita. Ecco cosa può fare, non ancora come e quanto.

 

Sintetizzando, cosa fa Wijnaldum? Porta in area di rigore, aspetto non da poco in una squadra che oggi è l'8° attacco della Serie A, con 31 gol e appena 13 volte nelle 34 partite ufficiali disputate è riuscita ad esultare più di una volta in partita. Ecco perché quei 5 passaggi progressivi, il dato che rileva le trasmissioni che portano nelle zone più profonde dell'avversario o direttamente in area di rigore, assume particolare luce, contando che solo Mancini e Zalewski, oltre a Matic, hanno eguagliato il numero dell'olandese martedì sera.

E se non può spedirci un compagno, Wijnaldum ci arriva personalmente oltre l'ultima linea avversaria. Come in quei 3 esempi fotografati in cui, in situazioni particolarmente favorevoli, si nota l'assalto verticale del nuovo centrocampista, a torto o ragione mai raggiunto dai compagni che forse ancora devono assorbire l'idea di avere un mediano d'invasione rispetto ai più canonici standard posizionali di chi ne ha occupato il ruolo nel frattempo.

Nella valigetta di Wijnaldum di ritorno da Cremona, oltre al simil-cross iniziale, si contano 3 tiri, di cui 2 fuori e uno respinto, che rappresentano il secondo punto più alto, dietro Dybala, raggiunto da un romanista. Farà bene la vitamina Gini, anche per questo. Perché quando non arriva in area, ne chiude le uscite, da leggersi come respinte difensive: quelle raccolte e strappate agli altri al limite dell'area da cui poi sono scaturiti proprio quei tiri. Ed era appena il trailer.

 

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