Post Match - Braccetto armato

08/03/2023 alle 12:53.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Li chiamano "braccetti", adesso li hanno armati. Progettati per aumentare la sicurezza difensiva, rapidamente si sono trasformati in dispositivi offensivi. Dal brevetto di Gasperini, almeno in Italia, l'idea è stata esplorata e rigenerata in più parti. Ora, di nuovo, anche a Roma. Così alle conduzioni, a volte spericolate, di Ibanez, si sono aggiunti gli smarcamenti, gli inserimenti interni e le sovrapposizioni al quinto di Gianluca Mancini.

L'evoluzione del 23 romanista ha permesso, di recente, di allievare alcune sofferenze numeriche negli attacchi posizionali, quelli in cui il possesso è consolidato e la struttura difensiva altrui schierata, della Roma. Di colpo, in Roma- è stato visibile anche ai passanti più distratti il lavoro che già nelle ultime settimane aveva mostrato segnali incoraggianti nella ricerca di nuove forme di costruzione. Seppur il numero degli attacchi posizionali sia rimasto ridotto come da carta d'identità romanista, la qualità con cui questi sono stati in scena è parsa notevolmente migliorata.

 

Dalla fotografia posizionale (crediti per Sofascore) di Roma- emerge la propulsione offensiva portata da Mancini, che staziona più alto rispetto non solo ai colleghi di reparto ma anche a Zalewski, Cristante o Matic. E ancora, nel dato che la Lega di Serie A sintetizza come "indice di verticalità", riportando il numero di calciatori avversari saltati tramite un passaggio, il punteggio più alto, insieme al prevedibile Dybala, lo ha raggiunto proprio Mancini con 3.60.

Aspetti visibili, a tratti, anche nel primo tempo, intorno al quarto d'ora, quando il tiro di Dybala ribattuto dalla folta schiera di juventini veniva facilitato proprio dall'aggiunta di Mancini ai soliti compositori offensivi, Pellegrini e Dybala, della Roma. Elementi di particolare rilevanza: Zalewski che fissa Kostic sulla linea difensiva svuotando la porzione di campo immediatamente davanti a Mancini, la ricezione del 23 oltre la prima pressione della , il successivo smarcamento in avanti, dopo aver giocato per il quinto di parte, che lo porta ad essere addirittura il romanista più avanzato in un frame della situazione. E poi la collaborazione stretta con Pellegrini e Dybala che permette all'argentino di trovarsi a guardare la porta dallo scorcio, quello del centro-destra, preferito.

Quel mezzo spazio, come si definisce, che darà lo sfondo alla scena cult della partita. Sullo sviluppo dell'1-0, si vede Mancini che dopo aver partecipato alla costruzione, col pallone che arriva a Spinazzola facendo pendere la tutta verso destra, per un momento pensa a un posizionamento preventivo per fermare sul nascere un'ipotetica transizione negativa, salvo poi smarcarsi nuovamente in avanti sul nuovo possesso di Cristante.

In quel momento la Roma ha 7 giocatori dalla linea del pallone in avanti (c'è Zalewski, anche, all'estremità destra non colto dall'istantanea) per assaltare il blocco difensivo di 8 bianconeri, finito all'ingresso dell'area di rigore. Da quel mezzo spazio di destra, col permesso di Rabiot che non salta fuori rapidamente nell'uscita anche, forse, per una sottovalutazione del pericolo, partirà il colpo secco che manderà al tappeto la . Perché sono braccetti, è vero, ma anche armati.

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