Post Match - Leonardo Express

21/02/2023 alle 09:28.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - I 250 metri non sono una misura riconosciuta dall'atletica. Ma se lo fossero nel calcio avrebbe parola Leonardo Spinazzola che tanti ne ha fatti guadagnare, alla Roma, nella sua prima partita integrale dopo oltre 4 mesi, verso la porta avversaria. Effetti della conduzione, l'atto che, nell'"epoca del passaggio", sa ancora far detonare le strutture difensive altrui. E il mitologico esterno romanista, metà terzino e metà esterno offensivo da piede contrario, che ha trovato facile impiego con l'aumento della domanda di "tuttafascia", ne ha riempito l'ultima partita.

Paragonare per credere: il dato più alto raggiunto da un giocatore della Roma nel 2023 per metri guadagnati in conduzione verso la porta avversaria era nel libretto di Mancini, con 183 yards, 167 metri al cambio, a Lecce. Nelle altre sfide del nuovo anno, il primato di giornata ruotava tra il difensore, Zalewski (145 metri contro la ), Dybala (111 in casa dello Spezia) e Matic (88 a ). Fino ad arrossire di fronte al conto spropositato di Spinazzola nell'ultima sfida: 250 metri di conduzione in direzione Montipò.

Condurre, in un calcio soffocato da pressioni e meccanismi di riconquista sempre più asfissianti, ha principalmente un compito: saltare, o attrarre, l'avversario. Non è un caso, allora, che nei primi 5 posti dei calciatori che conducono di più verso la porta avversaria, 3 sono componenti della linea più performante, in termini di costruzione, della Serie A: Kim, davanti a tutti, poi Di Lorenzo e Rrahmani al 4° e 5° posto. In mezzo, Theo Hernandez e un romanista, Roger Ibanez. Nei primi 40 posti, per trovare un altro romanista, bisogna arrivare alla posizione numero 20, occupata da Mancini.

L'effetto più intuitivo di una conduzione è quello di tramutarsi in dribbling, offrendo nuovi  scenari offensivi. Un piatto tipico della casa per Spinazzola che anche domenica, da uno slalom gigante sulla sinistra, aveva creato i presupposti, poi rimangiati, per una situazione da bollino rosso nell'area avversaria.

Ma la conduzione è strumento utile anche per azionare improvvise transizioni, come quella che ha portato al tiro pericoloso in Roma-Verona, scagliato appena 4 secondi dopo l'intercetto consumato a ridosso del centrocampo. La capacità di condurre efficacemente, infatti, permette di non perdere un giocatore nella transizione, come potrebbe accadere in caso di passaggio, con l'esecutore che poi solo in casi eccezionali riuscirà a partecipare al successivo sviluppo. Quell'abilità nel trasportare il pallone ad elevate velocità, in più, impedisce un comodo riposizionamento degli avversari che, anzi, dovranno prima o poi chiamare un giocatore all'uscita.

Ecco, appunto, il terzo effetto della conduzione: la capacità di attrarre gli avversari sul pallone, disorientandoli. Un po' quello che va in scena prima che scatti la sequenza Bove-Cristante-Spinazzola, col primo brindisi romanista di Solbakken. L'incedere quasi ipnotico di Spinazzola sulla sinistra col pallone coccolato sotto il piede destro finisce per far pendere gli avversari da quel lato, con 4 giocatori, sugli 8 sotto la linea della palla, attirati sul binario preferito del numero 37. Svuotando, di conseguenza, quella zona di rifinitura che pochi secondi dopo risulterà feconda. La sterzata improvvisa per Bove, infatti, taglia la pressione del Verona che poi viene messo in ginocchio dall'assist sartoriale dell'esterno, raggiunto da Cristante, proprio dove erano venuti meno gli avversari. Inganni della conduzione.

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