Pre Match - Che fai domani sera?

24/05/2022 alle 10:23.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Nei breviari di psicologia applicata al calcio, si consiglia di concentrarsi sui compiti da fare per distrarre, in qualche modo, l'ansia inevitabile per una partita decisiva. Chissà se questo funziona anche in chi dovrà guardarla, altrimenti, nella peggiore delle ipotesi, arrivando fino all'ultima riga, saranno stati bruciati una decina di minuti dell'estenuante conto alla rovescia che scade domani sera.

'Che fai domani sera?'. Non a chi legge, è chiaro, avendo tutti lo stesso appuntamento di vita. La domanda, idealmente, è rivolta ad Arne Slot, 43enne allenatore di un Feyenoord "profondamente diverso dal passato", come ha spiegato ten Hag, fino a due giorni fa ancora tecnico dell'Ajax. In cosa è diverso il nuovo manager del Manchester United l'ha riassunto così: "Adesso dominano con la palla, hanno più soluzioni in possesso, cercano anche di costruire dal basso e poi alzano le pressioni e l'intensità". Insomma, un bel guaio a sentirlo parlare del collega e prossimo avversario della Roma che, in Olanda, avevano messo anche tra i candidati alla panchina dell'Ajax prima che venisse nominato Alfred Schreuder.

In quelle costruzioni dal basso nominate, un ruolo determinante lo hanno assunto prima Malacia e poi, da un po' di tempo a questa parte, anche Geertruida che col passare delle giornate ha invertito le gerarchie con Pedersen. Di base, i due olandesi dei caraibi sarebbero nominati come terzini, in realtà si mascherano da centrocampisti in un gioco di ruoli già diffuso e secondo il quale, invece di avvicinarsi alla canonica linea laterale, finiscono per smarcarsi, anzi sarebbe più corretto dire posizionarsi, come vertici della costruzione, andando in quelle mattonelle che, un tempo e in un calcio più statico, erano di competenza di mezzali o simili. A cosa serve questo? A scombinare l'ordine delle pressioni avversarie, ad attirarle e così manipolarle per facilitare un'uscita pulita del pallone.

Ma chi butta un occhio al Feyenoord viene inevitabilmente travolto dall'aspetto più caratterizzante della squadra di Slot: il volume di pressing. Che non è una pressione, come quelle a cui si è abituati nei campionati più latini dove l'uscita sull'avversario ha prevalentemente una finalità ritardatrice sull'azione altrui. Qui, la pressione è più paragonabile ad un'aggressione: l'obiettivo è realmente finire a contrasto con l'avversario e, più generalmente, appropriarsi del pallone nel minor tempo possibile. E se a queste latitudini sembra assurdo immaginare di subire gol al primo possesso, quello che nasce dal calcio d'inizio, il consiglio è di visionare come Dessers, l'azionatore degli assalti del Feyenoord, ha segnato il punto che poi, ai conti, sarà decisivo per ritrovarsi a Tirana domani sera di fronte alla Roma. Il fracasso che provocano in non possesso, poi, spesso divampa in transizioni positive letali: come ha dovuto ripassare proprio ten Hag nell'ultima sfida dell'Ajax al Feyenoord, vinta 3-2 ma dopo lunghe e atroci peripezie.

Naturalmente, come ogni azione, anche quella del Feyenoord ha delle controindicazioni elencate durante la stagione da più avversari, ma che scegliamo di leggere dall'Az Alkmaar e non a caso: qui, infatti, ha allenato Slot fino al dicembre del 2020 quando a sostituirlo fu proprio il suo vice di allora, Pascal Jansen. E chi meglio di lui può sapere dove colpirlo? Lo fece, battendolo al ritorno per 2-1, ricercando delle costruzioni dirette che avevano Malacia e i suoi 169 centimetri nel mirino. Così nasce il primo rigore che porterà in vantaggio l'Az nel match di Eredivisie dello scorso 27 febbraio.

Si nota, nella situazione, la superiorità numerica allestita in ampiezza e concretizzata dal (facile) duello aereo vinto ai danni dell'esterno sinistro della difesa di Slot. Da qui, il ritorno per la corsia centrale è utile a sottolineare la tendenza del Feyenoord a svuotare di rappresentanti il settore immediatamente davanti alla propria coppia centrale che, per arginare la falla, è chiamata a 'rompere la linea', dunque a far uscire uno dei due sul possessore. Qui, il passaggio dalla teoria, sempre più lineare rispetto alla pratica, è catastrofico: in 3 finiscono attorno al giocatore in possesso regalando facile profondità alle spalle su cui, poi, pagheranno il rigore.

E se la Roma cercava di sovrapporre idealmente le pressioni infuocate del Feyenoord ai possibili primi passi della propria costruzione, basterà dare uno sguardo a quanto avvenuto tra la squadra di Rotterdam e il Groningen ad inizio marzo. Quest'ultimi, infatti, vestono un 3-5-2 e, in quella partita finita 1-1, andranno in vantaggio sfruttando proprio un cortocircuito del pressing avversario. Come? Raggiungendo i 'quinti', i giocatori più aperti su cui il Feyenoord tentava di vietare l'accesso con indirizzamenti da parte degli esterni offensivi di parte. Saltato questo, anche per un rimpallo fortunato, si vede l'armatura difensiva dei biancorossi lacerata, con un assetto sostanzialmente spezzato in due che riproporrà alcuni dei difetti strutturali spesso rimarcati dagli avversari di turno del Feyenoord. A vederlo condurre così ingordamente verso l'area altrui, quel Bjorn Meijer, applicato 'quinto' di sinistra nato nel 2003 del Groningen, ha ricordato cosa potrebbe fare, proprio da quelle parti, uno che ha appena un anno in più di lui. Ma forse è esaurito il tempo, si avvicina la scadenza e questa è solo una povera allucinazione.

 

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