Pre Match (stavolta) - Appunti per giovedì

12/04/2022 alle 11:14.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - "Non ti disunire". Suona così la nota più alta del monologo cult dell'ultimo film di Sorrentino. "E' stata la mano di Dio". Che farebbe comodo anche giovedì, come in ogni passo determinante di una giornata, una stagione o una vita intera.

"Sì ma che significa?!". Che non devi disunirti emotivamente, e su questo la Roma lascia sempre migliori sensazioni col passare delle partite, come è consigliabile non farlo nelle interpretazioni più calcistiche. Ed è il rischio maggiore di fronte all'ossimoro che rappresenta il Bodo/Glimt. Un club così piccolo, di una città di 52.560 abitanti, meno, per dire, di quanti ne troveranno a ruggirgli contro giovedì sera. Che però si comporta da "grande". Perché può dar prurito ma, se 3 indizi fanno ancora una prova, la squadra allenata da Kjetil Knutsen ha mostrato conoscenze e competenze collettive di alto livello. E se così non fosse, oltre l'esoterismo (che è comunque una strada percorribile...), per quale motivo la Roma non l'avrebbe (ancora) battuta dopo ripetuti tentativi?

 

E allora, segniamo sul frigorifero un paio d'appunti da tenere a mente per giovedì. Tra gli aspetti più importanti per non disunirsi c'è quello di non farsi smembrare dal possesso altrui che, in due occasioni su tre, è stato principalmente nei piedi del Bodo/Glimt mentre nel ritorno dell'Olimpico durante la fase a gironi il conteggio percentuale finì in parità, oltre che nel punteggio di gol, anche per quanto riguarda il mantenimento del pallone. Restare uniti significa, prevalentemente, avere una coerenza collettiva nei comportamenti in non possesso. All'andata la Roma, ribaltando il triangolo offensivo aveva Mkhitaryan e Abraham a disturbare la prima costruzione norvegese, con Pellegrini impegnato ad oscurare il play avversario, Hagen.

Una strategia, però, che ha trovato pronta risposta nei 'gialli' che attirando l'uscita di uno dei due più offensivi della Roma, trovavano i propri terzini alle spalle della prima pressione. Nel caso analizzato, è evidente l'ingannevole possesso che tende a liberare Sampsted oltre la prima pressione romanista. Da qui, la conduzione del terzino in giallo sfocia nella ricerca di giocatori tra le linee, argomento che, rispetto alla fase a gironi, la Roma è riuscita a controbattere in maniera più efficace. Con una maggior densità centrale, gli sfoghi del Bodo/Glimt erano ricercati in ampiezza, alle spalle di Zalewski o Karsdorp di turno. Qui la mancata collaborazione difensiva in tema di letture della profondità tra centrale di parte, l'ormai ribattezzato "braccetto", e laterale, il "quinto", ha dato forma finale alle intenzioni dei norvegesi ultracentenari, fondati nel 1916.

Un disegno che è tratto dall'azione che troverà gloria solo per la gaffe di Rui Patricio ma che se messo in controluce con quella che finisce nella punizione fatale concessa da Viña trova diversi tratti simili. L'uscita è ancora sfruttando l'imbocco di Shomurodov, sostituto di Mkhitaryan, in pressione, con Sampsted smarcatosi centralmente. Trasmissione perpendicolare tra le linee, in una zona più decentrata rispetto all'1-1, e profondità ricercata in ampiezza, alle spalle di Viña, per andare a rifinire esternamente.

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