LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Se l'andata e ritorno con l'Atalanta finora rappresentavano i momenti migliori della stagione romanista, da domenica l'album stagionale ha cambiato copertina. Se vincere un derby significa guadagnare sacche di dopamina che sprigionano le migliori sensazioni di piacere e può cambiarti una stagione, dominarlo strategicamente e, in più (o di conseguenza?), emotivamente, si spera possa cambiare la vita intera di una squadra. Nell'incantesimo del derby, Mourinho mostra il suo lato più alto, orchestrando una Roma dal piano gara ben definito e con una coerenza di comportamenti collettivi che ha rari eguali in stagione.
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Voce del verbo Mou
Chiarezza nel piano di gara, coerenza nei comportamenti collettivi e controllo strategico/emotivo (aspetti correlati): l'#ASRoma del #derby rappresenta il punto più alto toccato finora con #Mourinho in panchina.— Mirko Bussi (@MirkoBussi) March 22, 2022
Oltre alle svariate transizioni positive, nel senso più calcistico ma anche generico del termine, a cominciare da quella che è l'origine di tutti i beni terminata nell'angolo iniziale, lo sviluppo del 2-0 sottolinea alcuni comportamenti ricorrenti nello spartito della Roma versione derby.
L'avvio è in una costruzione diretta di Ibanez, volta a cercare sul lato debole Karsdorp. Il prodotto del duello aereo dell'olandese, la cosiddetta seconda palla, viene catturata da Mkhitaryan che rivolgendosi nuovamente al compagno laterale si getta in profondità. E' la prima dimostrazione chiara dell'intenzione romanista di progredire il più velocemente possibile nel campo fino alle zone di rifinitura e/o finalizzazione. Come già, prima di lui, aveva fatto Abraham che infatti viene immortalato in fuorigioco nella sequenza. Quando da Karsdorp si retrocede momentaneamente a Cristante, la decisa conduzione verso la metà campo avversaria del centrocampista sottolinea le intenzioni di cui sopra.
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Non potendo raggiungere direttamente le zone più profonde, Cristante passa per Oliveira ma, come si nota dall'immagine qui, prima di ricevere nuovamente il pallone, monitora la situazione che si va componendo nell'ultimo terzo di campo. pic.twitter.com/huS8onuiSI— Mirko Bussi (@MirkoBussi) March 22, 2022
Qui, non potendo raggiungere direttamente la profondità, Cristante ha un rapido momento interlocutorio con Sergio Oliveira che il numero 4 sfrutta per monitorare (come si nota nella foto sopra) la situazione che va componendosi nell'ultimo terzo di campo.
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Fatta pagare ad Hysaj l'inferiorità ricercata, lo smarcamento fuori-linea di #Abraham, con le zone più arretrate dell'area occupate da Pellegrini e Sergio Oliveira, viene premiato dal traversone (diverso da cross!) di Karsdorp. pic.twitter.com/Q3jsLWFHTA— Mirko Bussi (@MirkoBussi) March 22, 2022
Percepita appieno la situazione, per Cristante ora è solo il momento di trasportare il progetto su campo: il passaggio con cui taglia fuori la pressione della Lazio va a rintracciare proprio il posizionamento di Mkhitaryan sullo 'spigolo' della linea difensiva di Sarri, notoriamente stretta e orientata esclusivamente sul pallone. E' il disvelamento della superiorità numerica ricercata esternamente dalla Roma: in un attimo all'armeno s'affianca Karsdorp che riduce Hysaj in precaria inferiorità numerica (2 contro 1). Il resto è adeguata esecuzione tecnica delle intenzioni: da Mkhitaryan a Karsdorp fino al traversone, che si differenzia dal cross per la traiettoria percorsa, tra l'ultima linea difendente e il portiere, utile a raggiungere e sfamare il movimento fuori-linea (perché fuori dalla linea immaginaria che può essere tracciata tra il pallone e la porta, quindi nella zona cieca di chi difende) di Sir Tammy Abraham.