Post Match - Voce del verbo Mou

22/03/2022 alle 10:58.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Se l'andata e ritorno con l'Atalanta finora rappresentavano i momenti migliori della stagione romanista, da domenica l'album stagionale ha cambiato copertina. Se vincere un derby significa guadagnare sacche di dopamina che sprigionano le migliori sensazioni di piacere e può cambiarti una stagione, dominarlo strategicamente e, in più (o di conseguenza?), emotivamente, si spera possa cambiare la vita intera di una squadra. Nell'incantesimo del derby, Mourinho mostra il suo lato più alto, orchestrando una Roma dal piano gara ben definito e con una coerenza di comportamenti collettivi che ha rari eguali in stagione.

Oltre alle svariate transizioni positive, nel senso più calcistico ma anche generico del termine, a cominciare da quella che è l'origine di tutti i beni terminata nell'angolo iniziale, lo sviluppo del 2-0 sottolinea alcuni comportamenti ricorrenti nello spartito della Roma versione derby.

L'avvio è in una costruzione diretta di Ibanez, volta a cercare sul lato debole Karsdorp. Il prodotto del duello aereo dell'olandese, la cosiddetta seconda palla, viene catturata da Mkhitaryan che rivolgendosi nuovamente al compagno laterale si getta in profondità. E' la prima dimostrazione chiara dell'intenzione romanista di progredire il più velocemente possibile nel campo fino alle zone di rifinitura e/o finalizzazione. Come già, prima di lui, aveva fatto Abraham che infatti viene immortalato in fuorigioco nella sequenza. Quando da Karsdorp si retrocede momentaneamente a Cristante, la decisa conduzione verso la metà campo avversaria del centrocampista sottolinea le intenzioni di cui sopra.

Qui, non potendo raggiungere direttamente la profondità, Cristante ha un rapido momento interlocutorio con Sergio Oliveira che il numero 4 sfrutta per monitorare (come si nota nella foto sopra) la situazione che va componendosi nell'ultimo terzo di campo.

Percepita appieno la situazione, per Cristante ora è solo il momento di trasportare il progetto su campo: il passaggio con cui taglia fuori la pressione della Lazio va a rintracciare proprio il posizionamento di Mkhitaryan sullo 'spigolo' della linea difensiva di Sarri, notoriamente stretta e orientata esclusivamente sul pallone. E' il disvelamento della superiorità numerica ricercata esternamente dalla Roma: in un attimo all'armeno s'affianca Karsdorp che riduce Hysaj in precaria inferiorità numerica (2 contro 1). Il resto è adeguata esecuzione tecnica delle intenzioni: da Mkhitaryan a Karsdorp fino al traversone, che si differenzia dal cross per la traiettoria percorsa, tra l'ultima linea difendente e il , utile a raggiungere e sfamare il movimento fuori-linea (perché fuori dalla linea immaginaria che può essere tracciata tra il pallone e la porta, quindi nella zona cieca di chi difende) di Sir Tammy Abraham.