Post Match - La frustrazione dal basso

15/03/2022 alle 14:26.
pm-udiroma

LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - Cambiano le stagioni, gli allenatori e, di conseguenza, le preferenze di una squadra. Quella che un anno fa sembrava l'atteggiamento più comodo per la Roma, quando era chiamata a svolgere autonomamente il compito di costruzione, quest'anno è forse la domanda peggiore che si possa rivolgere alla squadra di Mourinho.

Questione di caratteristiche, degli allenatori e di conseguenza delle squadre su cui mettono le mani. Un'altra prova ne è giunta domenica sera in Friuli: il blocco medio/basso, con baricentro posizionato mediamente a 43 metri dalla propria porta, con cui l'Udinese si è seduta ad aspettare che la Roma mostrasse i propri impacci nell'uscita del pallone dalle proprie zone più intime, ha frenato la sequenza di prestazioni positive, almeno in campionato, e la mini-serie di vittorie.

 

La costruzione si è fatta così frustrazione e il pallone s'è arroventato fino alla riconquista dell'Udinese. Un esempio chiarificatore si rintraccia nel minuto e mezzo (!) di possesso del pallone, ridondante e inefficace, che porterà poi al nuovo sviluppo bianconero terminato nell'angolo dell'1-0.

L'Udinese vietava le prime uscite centrali utilizzando i propri due riferimenti offensivi, Beto e Deulofeu, per impedire l'accesso diretto a Cristante. Così spesso il tragitto del pallone della Roma disegnava una gigantesca 'U' cullandosi pericolosamente tra i tre centrali e i quinti. In almeno 3 punti di questo pericolante minuto e mezzo, la Roma ha la possibilità di venir fuori dalla prima costruzione ma per errate percezioni individuali sulla pressione avversaria, pigrizia negli smarcamenti, e un po' di audacia nelle intenzioni di giocata, si è trovata a indietreggiare nuovamente. Il primo è con Sergio Oliveira, pescato oltre la prima pressione da Mancini, poi con Karsdorp, infine con Zalewski che sfruttando il movimento in ampiezza di Cristante e il conseguente avanzamento di Ibanez aveva trovato un felice smarcamento interno.

 

Nel poco felice girotondo della Roma, si torna al punto di partenza, o quasi, con un nuovo tentativo di passaggio chiave da parte di Mancini che stavolta viene intercettato dall'Udinese ponendo fine al minuto e mezzo di possesso palla romanista. Qui si nota la scarsa veemenza nella prima reazione alla perdita del pallone (quello che, in letteratura calcistica, oggi si definisce come "contropressing"), che permette un'agile uscita dell'Udinese dalla zona di riconquista.

Quando il pallone arriva esternamente, la Roma alza i voltaggi della propria pressione che però dà luogo alle controindicazioni di questo strumento di riconquista: il 2v2 con i rispettivi avversari di Zalewski e Cristante apre definitivamente lo sviluppo dell'Udinese in superiorità numerica (5 romanisti rimasti sotto la linea del pallone con 6 bianconeri pronti ad assaltare l'area giallorossa). Nel 2v1 laterale ricercato ripetutamente dalla squadra di Cioffi, Ibanez si mostra impreparato in alcuni principi di tattica individuale concedendo facilmente lo spazio più pericoloso, quello alle proprie spalle. Da lì, il tiro di Molina, la parata di Rui Patricio e l'angolo che darà l'1-0 all'Udinese.