ELFSBORG-ROMA: le pagelle. SVILAR "Pompiere" 6,5 - PELLEGRINI "Buon esempio" 6 - SOULE "Nelle sabbie mobili" 4,5

03/10/2024 alle 23:47.
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LAROMA24.IT (Matteo Vitale) - Peggio di così era difficile. Forse meglio non dare consigli, ma oggettivamente la Roma ha messo in campo una prestazione scialba, triste, vuota di qualsivoglia tipo di contenuto calcistico. Serviva una vittoria per dare una scossa alla stagione europea dopo l'inizio balbettante con l'Athletic, invece arriva una sconfitta pesante in casa di un'avversaria modesta. Deludono tanti, quasi tutti, e questa è la cosa più preoccupante. Tra i pochi positivi c'è Svilar, che tiene la squadra in vita nel primo tempo, si difende Ndicka, scuote la squadra dal torpore Pellegrini, ma il resto della squadra è spenta, inoffensiva. E la Roma torna a casa con 0 punti.

SVILAR 6,5 - Abbandonato dai compagni di fronte agli assalti avversari, come un pompiere interviene su ogni principio di incendio ed evita danni maggiori.

CELIK 5 - In una serata in cui c'è poco da difendere e ci sarebbe da dare qualcosa nell'altra metà campo boccheggia come un pesce fuor d'acqua.

NDICKA 5,5 - Il migliore dei tre dietro. Qualche passaggio a vuoto, anche perché poco aiutato, ma non ci sta e aggredisce con costanza le aree (e le persone) a lui assegnate.

HERMOSO 4,5 - Complice un'estate poco allenante la versione migliore dello spagnolo è ancora lontana. Lento e distante.

SAUD 5,5 - Meme a parte, tra quelli in maglia bianca il numero 12 è fra i più frizzanti. I cross non sono la specialità della casa, ma qui e là c'è qualche segnale. DAL 65' EL SHAARAWY 5 - Il suo ingresso in campo sarà testimoniato dai tabellini, non da qualche giocata utile.

PISILLI 5 - Prima di Pellegrini, l'unico a ricordare cosa dovrebbe fare generalmente un portiere a Petterson. Tanta buona volontà, ma purtroppo non basta. DALL'85 CRISTANTE SV - Il suo tentativo di prolungare una traiettoria di tacco al limite dell'area è la foto della serata giallorossa.

PAREDES 5 - Scende in campo con il massimo degli onori in cerca di rilancio, ma non è cosa e si capisce dopo pochi tocchi. Pur gestendo tanti palloni fatica a rendersi utile. La centralità guadagnata sotto De Rossi sembra lontani anni luce.

ANGELINO 5 - Passo indietro per lo spagnolo, che dopo diverse gare da protagonista fatica sotto ogni punto di vista: tattico, atletico, tecnico. Passo falso.

SOULE 4,5 - Perennemente in overthinking, cerca di dare una svolta al proprio inizio di stagione con 1, 2, 3 sinistri da fuori. La palla arriva sempre tra i suoi piedi, carica di speranze e preghiere, ma purtroppo là si ferma. DAL 65' DYBALA 4,5 - Impalpabile. Dopo averlo tenuto a riposo per le serate di gala Juric si affida a lui in cerca e in attesa di magie risolutive, ma il 21 si limita a servire l'uomo più vicino declinando ogni responsabilità.

BALDANZI 4,5 - Produce scintille dal cerchio di metà campo fino alla trequarti avversaria, lì si spegne come farebbe un fiammifero. La beffa è il fallo di mano che causa il rigore decisivo e da quella buca non riesce più a uscire. DAL 72' PELLEGRINI 6 - Entra e dà il buon esempio. Va più vicino lui al gol in 20' che la Roma tutta in circa 98' di gioco. La traversa nega il pari alla Roma e il più dolce dei rimedi in un momento in cui ne avrebbe dannatamente bisogno.

SHOMURODOV 4,5 - Dopo un inizio di stagione frizzante e benaugurante sicuramente Juric si aspettava qualcosa in più da lui. Poco in fase di appoggio e nulla dal punto di vista offensivo. Mai in partita. DAL 65' DOVBYK 5 - Entra con le aspettative di chi può e deve cambiare il destino del match, si confonde tra le maglie bianche nei mucchi centrali dopo un paio di giocate utili.

JURIC 5 - Cambia la Roma negli uomini, ma non nella sostanza. Dà spazio e fiducia ai giovani talenti del gruppo, dopo un'oretta ricorre ai pezzi da novanta e il problema è che non cambia niente. I giallorossi danno costantemente la sensazione di essere fragili e permeabili a tutto e al tempo stesso di essere inoffensivi. Nel finale di gara, tra un passaggio laterale e un altro, la speranza si trasforma e diventa frustrazione. La Roma aveva sempre il pallone e la partita, intanto, la dominavano gli altri.