LAROMA24.IT (Matteo Vitale) - Più male di così non poteva fare. La Roma accarezza il sogno supplementari, si illude, poi sul più bello un autogol spegne la luce. Prestazione orgogliosa e coraggiosa dei giallorossi, che hanno accettato di correre dei rischi e per poco non sono stati premiati. Paredes dal dischetto firma i due gol della speranza, alimentando un soffio dopo l'altro la fiamma della speranza giallorossa, mentre Svilar alzava il muro una grandissima parata dopo l'altra. Solo un'incertezza, che purtroppo alla fine risulterà essere fatale. Davanti manca l'apporto delle punte, soprattutto di Lukaku, al quale Tah ha nascosto il pallone per l'intera durata del match. De Rossi sente il profumo del capolavoro, inguaia Xabi Alonso, poi deve arrendersi a forze ed eventi oltre le sue possibilità di intervento, ma questa è la via.
SVILAR 7 - È difficile valutare e commentare la prestazione del portiere giallorosso. Se i giallorossi hanno sognato i supplementari è stato anche e soprattutto merito delle sue parate e se a un certo punto tutto è svanito è perché lui ha commesso un errore. Uno, uno solo, in 180'. Fato avverso.
ANGELINO 6,5 - Attento in difesa, prezioso in costruzione, pericoloso con i cross nella 3/4 offensiva: lo spagnolo ha fatto tante cose e le ha fatte tutte bene. Totale. DALL'81' SMALLING 5,5 - Un quarto d'ora di tempo: doveva blindare la retroguardia, la sconquassa. Grandine.
NDICKA 6,5 - Minuto dopo minuto cresce all'interno della partita e non solo dal punto di vista tecnico. Prende per mano la retroguardia e ringhia agli avversari e anche ai suoi compagni, quando li vede larghi o poco attenti. Leader.
MANCINI 6 - La cronaca degli episodi che lo vedono protagonista in negativo in partite che pesano tanto è spietata e immeritata. Il 23 galleggia in un mare di stanchezza e qualcosa è costretto a concedere. Apnea.
EL SHAARAWY 6 - Da una fascia all'altra si mette a disposizione, protegge le corsie e quando serve si spinge dentro. Ha una grande occasione sul destro, ma calcia timidamente, o forse con le ultime energie rimaste.
CRISTANTE 5,5 - Ogni minuto in più di gara moltiplica per due la fatica maturata fino a questo momento. Si trascina da una zona calda all'altra cercando di mettere toppe, ma gli altri corrono e sembrano andare al doppio della velocità. Rosso fisso.
PAREDES 7,5 - Dai suoi piedi passano sia il gioco sia le sue speranze della Roma. Due rigori pesanti che calcia con la naturalezza con la quale in genere le persone normali si preparano il caffè, poi vede una traiettoria impossibile per Bove nel finale, il tutto fra una lettura difensiva perfetta e un'altra. Sistema nervoso.
PELLEGRINI 6,5 - Il valore della sua prestazione è definito da quanto è successo dopo. Come un gancio ha tenuto insieme l'undici giallorosso: mette in porta Lukaku dopo pochi minuti, scorta gli esterni sinistri finché ne ha, propone idee e soluzioni in continuazione davanti. Legame. DALL'81' ABRAHAM - S.V.
SPINAZZOLA 6 - De Rossi immagina sviluppi fra lui e Angelino per colpire Xabi Alonso, ma la sua fragilità interrompe il processo. Déjà vu. DAL 21' ZALEWSKI 5,5 - Entra, prende un giallo, perde Frimpong una volta sì e l'altra pure, poi cambia fascia. Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.
LUKAKU 5 - A un attaccante generalmente si chiedono prestazione e gol, o almeno la prima. A Lukaku, proprio perché è lui, si chiede anche di più. Il problema è che oggi il belga non ha offerto niente, né la prima né il secondo. E davanti il silenzio da lui prodotto è stato assordante. Silenzio assordante.
AZMOUN 6 - Tanti errori e poche giocate utili fino al rigore conquistato, fotografia della sua prestazione: le cose migliori le fa in fase di non possesso. Il problema è che è un attaccante. Esce dopo aver dato tutto. DAL 72' BOVE 6 - Corre a perdifiato nel tentativo di tamponare qui e lì, ma neanche il tempo di entrare nel match che il copione era stato completamente rivoluzionato.
DE ROSSI 6,5 - Prepara la partita con acume tattico e sana incoscienza, senza Dybala e con Spinazzola infortunato dopo pochi minuti, i suoi dimostrano di aver capito e ne premiano idee e coraggio, tanto da sfiorare (almeno) i supplementari. Accarezza il sogno, infranto poi nel modo più imprevedibile e spietato, prodotto da una situazione sulla quale non poteva fare nulla se non guardare. Mette in difficoltà Xabi Alonso, e questa è già una notizia, andando oltre limiti evidenti del materiale a disposizione, la sua Roma ha cuore e identità: la sua campagna europea è una finestra su un futuro nel quale i romanisti sono felici.