LAROMA24.IT (Stefano Serrani) - Un punto. Tanto separa Roma e Juventus dai rispettivi traguardi stagionali: qualificazione alla fase a gironi della prossima Champions League e settimo scudetto dell'era post-Calciopoli. Biscottino allora? Per carità. "Ho parlato di mentalità, ha fatto la domanda alla persona sbagliata. Il calcio italiano deve crescere": così Di Francesco, ad un giornalista sardo, nel post partita di Cagliari-Roma, sulla possibilità per le due squadre di accontentarsi di un pari. Perché non è da vincenti compiacersi del necessario, a meno che necessario significhi concludere la stagione casalinga con un successo di prestigio che, nel caso in cui la Lazio non vincesse a Crotone, garantirebbe anche il terzo posto in classifica. Chi aspira all'eccellenza ricerca approccio e continuità a prescindere da avversario e circostanze. Per questo, e per molto altro, domenica sera sarà partita leale. E poi, è tautologico ma Roma-Juventus è pur sempre Roma-Juventus.
MONOPOLIO E SCRICCHIOLII - Sei anni dal gol di Muntari, un'era geologica: da allora la storia juventina è (ri)cambiata. Sei scudetti conquistati, col settimo praticamente in tasca, quattro Coppa Italia negli ultimi quattro anni, tre Supercoppa Italiana, due finali di Champions League. Una squadra che nel recente passato ha cannibalizzato il cannibalizzabile, vincendo a marzo/aprile campionati forse mai davvero iniziati e riuscendo a venire fuori dai momenti complicati raschiando un barile sostanzialmente senza fondo. Record battuti e ostentata sicurezza. Almeno fino a quest'anno. Perché, a dispetto del settimo scudetto (sul campo) ormai in cassaforte, qualche crepa, in una squadra che inizia a soffrire fatiche fisiche e mentali di un ciclo giunto quasi al termine, si comincia ad intravedere. Merito anche di un Napoli capace di tenere vivo il campionato fino alla fine (quello italiano è l'unico ancora 'in bilico' in Europa). Sta di fatto che pareggi come quelli contro Crotone e Spal o i 2 gol subiti dal Benevento già retrocesso rappresentano casi di scuola nella storia recente bianconera. L'addio di Bonucci, emigrato quest'estate a Milano, ha messo in luce i piccoli difetti di una difesa (con 23 reti subite rimane comunque la migliore in serie A) che non dà la stessa sensazione di strapotere delle passate stagioni tanto che sarebbe lecito chiedersi chi manca più a chi, ma con la pancia (e la bacheca) piena viene più facile sopportare anche la lontananza. L'addio al calcio giocato di Buffon a fine stagione, la carta d'identità di Barzagli e gli acciacchi di Chiellini, le insicurezze di Rugani, le partenze annunciate di gregari di lusso come Lichtsteiner e Asamoah, le possibili cessioni di Alex Sandro e Mandzukic e l'incerta permanenza di Allegri sono segnali della mini-rivoluzione che si prepara in Corso Galileo Ferraris.
FORMAZIONE - "Voi giornalisti siete fissati con 'sta storia dei moduli". In conferenza stampa Massimiliano Allegri ha spesso tirato fuori l'argomento, facendo capire che i numeri contano poco. Conta il modo di stare in campo e la capacità dei giocatori di adattarsi agli avversari e alle situazioni di gioco. La Juventus è una delle squadre più camaleontiche in Europa: in stagione ha giocato col 4-3-3, col 4-2-3-1, col 4-1-4-1, col 3-5-2 e per scampoli di partite col 3-4-3.
Degli ex Roma sicuri del posto Mehdi Benatia e Miralem Pjanic, dovrebbe accomodarsi in panchina Wojciech Szczesny. Buffon tra i pali: collezionerà la presenza numero 876 di una carriera durata oltre vent'anni. Al centro della difesa Benatia sarà affiancato da Chiellini, risparmiato da Allegri dalle fatiche della finale di Coppa Italia, mentre sulle fasce agiranno Alex Sandro e Lichtsteiner (Cuadrado assente per squalifica). In regia, a dettare i tempi di gioco, come al solito Miralem Pjanic supportato da Matuidi, vera rivelazione della stagione juventina, e Sami Khedira. Davanti tornerà titolare Gonzalo Higuain, dopo l'esclusione dall'undici iniziale nel 4-0 sul Milan. A completare il trio offensivo Paulo Dybala e Douglas Costa, autentico trascinatore dei bianconeri in questo finale di stagione.