L'Atalanta di Colantuono

29/09/2011 alle 03:31.

LAROMA24.IT - Incoraggiata dalla vittoria di Parma e dall’elezione ufficiale di Thomas DiBenedetto come presidente, sabato pomeriggio ore 18 la Roma ospita in casa l’Atalanta di Colantuono, vero e proprio fenomeno del momento. I ragazzi del tecnico ex Perugia e Torino hanno infatti raccolto in 4 gare, dati alla mano, la bellezza di 10 punti grazie a 3 vittorie e un pareggio. La penalizzazione inflittagli a inizio stagione per lo scandalo calcioscommesse (meno 6 e 6 mesi di squalifica per Capitan Doni) rettifica però la classifica del club lombardo che risulta così essere quarto con 4 punti,

LA SOCIETA’ – Il 17 Ottobre 1907 nasce la Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici "Atalanta": il singolare nome è mutuato dall’omonima figura mitologica greca, provacante cacciatrice figlia di Iasio re dell’Arcadia. Dopo alcune partecipazioni ai campionati regionali e la costruzione dello stadio ‘Atleti Azzurri D’Italia’, ancora in uso, il club di Bergamo giunge in Serie A per la prima volta nel 1937, 8 anni dopo il primo campionato a girone unico. Nei successivi 25 anni, fino alla storica vittoria in Coppa Italia nella stagione 1962/1963, l’Atalanta partecipa alla massima serie ben 22 volte, risultando essere una certezza nel panorama italiano. La coccarda della coppa nazionale è un ricordo vivo nella memoria e negli almanacchi dei tifosi nerazzurri: le parate di Pizzabballa tra i pali e i gol di Domenghini (entrambi finiranno poi alla Roma) regalarono al club lombardo il primo e per ora unico trofeo da vantare in bacheca.

Se gli anni ’70 sono un saliscendi tra A e B, gli anni ’80 si aprono con una rovinosa caduta: l’Atalanta scende in serie C1. Guidata da uno stoico Ottavio Bianchi, la 'Dea' torna però subito nella serie cadetta, e due anni dopo è di nuovo Serie A. Giusto in tempo per un’altra finale di Coppa Italia, stavolta persa contro il , stagione 1986/1987. Le successive stagioni sono un crescendo: gli acquisti di Glenn Peter Stromberg, Robert Prytz e Claudio Caniggia garantiscono soddisfazioni, come la qualificazione in Uefa, ma coincidono con la morte del patròn Cesare Bortolotti.

Il resto è storia recente: un’altra finale di Coppa Italia nel 1995/1996 (sconfitta con la ), alcuni anni di B, il lancio di alcuni grandi bomber di razza (Vieri e Inzaghi, ma anche Comandini, Ganz, Caccia, Ventola, Pazzini) e il calco spumeggiante di ottimi mister come Mondonico, Vavassori e Colantuono. Passata di mano nel giugno dell’anno scorso dalla famiglia Ruggieri a Antonio Percassi, già presidente negli anni ’90 e famoso per i suoi investimenti nelle giovanili, la società bergamasca è tornata in Serie A in questa stagione, dopo un anno di purgatorio in B: l’inizio è stato incoraggiante, nonostante i punti di penalizzazione dovuti all’inchiesta Last Bet.

L’ALLENATORE – Alla guida dei nerazzurri troviamo Stefano Colantuono, già tecnico dell’Atalanta dal 2005 al 2007. La carriera nel calcio del tecnico romano nasce in difesa, nel ruolo di centrale, con le maglie, tra le altre, di Ternana, Arezzo, Avellino, Ascoli, fino ad arrivare alla Sambenedettese di Gaucci, sulla cui panchina approderà per la prima volta nelle vesti di allenatore nella stagione 2002/2003.  Rimanendo sempre nel feudo Gaucci, Colantuono passa prima al Catania, poi al Perugia, sempre in Serie B, sfiorando di poco in entrambi i casi la promozione nella massima serie. Il salto avviene però con l’Atalanta: due stagioni strabilianti con l’approdo in Serie A, l’ottavo posto, il record di punti per il club (50), e i pesantissimi gol di Cristiano Doni.

Nella stagione successiva lascia Bergamo e approda al Palermo di Zamparini e l’esperienza è più che particolare: esonerato a Novembre, dopo un secco 5-0 a Torino contro la , e sostituito da Guidolin, lo stesso Colantuono tornerà sulla panchina rosanero subentrando allo stesso attuale allenatore dell’Udinese. L’allenatore romano resisterà in Sicilia fino al principiar dell’anno successivo, quando dovette subire un altro esonero da Zamparini, questa volta definitivo. A Giugno 2009 arriva la chiamata dal Torino, in Serie B, e anche lì stessa storia: ingaggio, esonero (giunge Beretta), nuovo ingaggio (ai danni di Beretta), nuovo esonero. Non resta che tornare all’Atalanta, grazie alla chiamata del presidente Percassi: promozione in A al primo tentativo nella stagione passata, e partenza razzo nell’attuale. Niente di meglio.

LA SQUADRA – La dirigenza atalantina ha lavorato nel corso del mercato estivo per alzare il livello qualitativo della squadra. Rispetto allo scorso anno l’Atalanta ha cambiato di parecchio la sua rosa di giocatori in vista di un obiettivo salvezza da raggiungere nel più breve tempo possibile, ostacoli e imprevisti permettendo (vedi punti di penalizzazione): via Talamonti, Troest, Barreto, Defendi, Del Vecchio, Radovanović, Bjelanovic, dentro tutti titolari come Lucchini, Masiello, Brighi, Cigarini, Moralez, Schelotto e Denis, schierati nel roccioso 4-4-1-1 di mister Colantuono.

EX E ROMANI – Nell’Atalanta milita quest’anno Matteo Brighi, arrivato con la formula del prestito dalla Roma. Il centrocampista riminese (141 presenze e 13 gol con la maglia giallorossa) si è accordato con il club lombardo dopo esser stato messo ai margini del gruppo guidato da Luis Enrique. Nati a Roma invece Cristiano Doni e Federico Peluso, così come il tecnico Stefano Colantuono. Di Colleferro e romanista, seppur cresciuto nelle giovanili della Lazio, il ‘Tir’ Simone Tiribocchi.

 

Giordano Giusti