IL TEMPO (L. PES) - Manca sempre quel poco, che forse poco non lo è. La Roma cade in casa della Juve e perde il quarto scontro diretto di fila, sempre di misura, dopo quelli con Inter, Milan e Napoli. La classifica si fa più corta e l'aggancio alla vetta dell'Inter resta un sogno.
Assenze pesanti e la solita povertà offensiva non consentono a Gasp lo scherzetto alla sua ex. Il forfait di Hermoso costringe Gasperini a inventarsi una difesa con Mancini, Ziolkowski al centro e Rensch ad agire sul centrosinistra. Celik torna quinto e Dybala vince il ballottaggio con Ferguson.
Più Roma che Juve nei primi quarantacinque minuti anche se le occasioni migliori le crea la Juve. La prima grande chance capita sui piedi di Openda ma Svilar è bravo in uscita e Rensch è attento a spazzar via. Poi è il turno di Conceiçao che in due minuti imbuca due volte sul lato sinistro del campo: la prima trova il corpo di Svilar, la seconda lo infila dopo una buona triangolazione con Yildiz e Cambiaso che firma l'assist. Per i giallorossi due timidi squilli di Dybala che nel reparto offensivo è quello che si muove meglio. Centrocampisti poco presenti nelle due fasi e Pellegrini e Soulé restano in ombra. I giallorossi tengono bene il campo e a tratti hanno superiorità contro i bianconeri ma la qualità dell'attacco di Spalletti punisce una Roma troppo distratta nel finale di tempo.
Gasp non cambia alla ripresa ma i cambi arrivano presto. Prima c'è tempo per un'altra infilata mancina della Juve con Yildiz che sfiora il raddoppio in diagonale. La prima carta per la Roma è Bailey per un Pellegrini troppo inconsistente per un big match così importante. Ancora Svilar contro Conceiçao in un duello continuo dove il portiere è bravo sia sul portoghese che su Cambiaso da fuori area. Gasp non ci sta e stravolge l'attacco in dieci minuti: dentro Baldanzi e Ferguson per Dybala e Soulé. Il raddoppio juventino arriva a venti dalla fine con la prima rete in campionato di Openda che deposita in rete sul tocco di McKennie che aveva colpito indisturbato in area ma addosso a Svilar. Bailey dura neanche venti minuti e si riferma per un problema fisico la sciando il posto a El Shaarawy. Disastrosa la sua stagione nella
Capitale iniziata con un infortunio grave al primo allenamento e praticamente sempre in infermeria.
La Roma prova a tornare in partita con un bel recupero alto di Wesley che innesca Ferguson, l'irlandese calcia e Baldanzi insacca sulla respinta per il 2-1. Solo il palo nega a Yildiz il tris in contropiede e i giallorossi restano vivi. Opportunità anche per Baldanzi che dopo il suo ingresso ha acceso l'attacco di Gasperini, ma la conclusione è alta. L'ultimo pallone della partita capita sui piedi di Ferguson che però calcia debole e troppo facile per Di Gregorio. Si spengono così le residue speranze della Roma che allo Stadium perde ancora e vede avvicinarsi la Signora di Spalletti a un solo punto. Non un dramma, ma una costante, quella dei big match, su cui riflettere. Ora il Genoa dell'ex De Rossi per tornare a correre.




