La BBC un mese fa aveva lanciato una sorta di allarme: «La Premier League sembra la Nfl, i calci piazzati sono sempre più decisivi: il 34% dei gol arriva da rigore, corner, punizioni e rimesse laterali». Ma almeno a Londra e dintorni hanno sempre un buon numero di gol generale (268 contro i 226 italiani nelle prime otto giornate) e il formidabile Erling Haaland che da solo (13 gol) copre le magagne altrui. La serie A invece è ancora un'ammucchiata in vetta, dove in tanti sognano. Ma in pochi segnano. Rispetto alle prime giornate dello scorso torneo sono scomparse 56 reti, addirittura 88 rispetto a 5 anni fa: 9 gol ogni weekend sono evaporati, svaniti nel tatticismo, nelle marcature a uomo a tutto campo e nell'improvamento tecnico sostituito dalla muscolarità. Solo una cosa cresce in questo calcio bloccato. E sono proprio i gol nati dai calci da fermo: su 226 reti ben 85 arrivarono dai piazzati (dati Opta), ovvero il 38%, un dato altissimo. (...) Anche perché il nostro resta un torneo con partite molto spezzettate, con 9 squadre nelle prime 20 (sempre sulle 96 di Italia, Inghilterra, Spagna, Germania e Francia) come numero di falli commessi: le punizioni abbondano, anche se tra dirette e indirette hanno prodotto solo 14 reti, per assenza di veri specialisti. Perché il problema del gol fantasma non è legato alla minor quantità dei tiri, ma alla mira che spesso difetta. Una questione tecnica solo in parte spiegata con le abilità difensive delle piccole squadre, che subiscono meno reti e costringono ad esempio le avversarie a tirare molto da fuori area (anche qui 7 delle prime 20 d'Europa sono italiane). In un contesto del genere, acuito dalla stanchezza di chi gioca le Coppe, chi segna per primo vince: su 63 vittorie, ben 19 sono arrivate per 1-0 e 40 con solo un gol di scarto, segno di equilibrio ma anche di livellamento in area. (...)
(corsera)
			
		
				
					
				
	



				
				
				