
CORSERA - Primo italiano a vestire la maglia del Real Madrid, pupillo di Fabio Capello che lo ha portato con sé un po' ovunque, difensore prolifico (34 gol in Serie A), ora ambassador per la Lega di A e soprattutto opinionista mai banale per Sport Mediaset. Christian Panucci è questo e altro: in una carriera sviluppatasi in quattro Paesi e culminata in due Coppe dei Campioni (con Milan e Real), per tacer del resto, Roma e Inter sono state due tappe cruciali della sua carriera.
Cosa hanno rappresentato per lei le due esperienze?
«Roma è stata l'avventura più lunga del percorso: ci ho giocato otto anni e quando torno da Dubai, dove vivo, lì ho casa. Come dico spesso, non è stata la donna più bella che ho avuto ma quella che ho amato di più».
All'Inter invece si era fermato una sola stagione. Aveva altre aspettative?
«Per vestire il nerazzurro lasciai Madrid, per dire. Si è parlato tanto della mia convivenza con Lippi ma non si può andare d'accordo con tutti».
Il legame con Capello, al contrario, era speciale?
«Fabio è super professionista, non regala niente. Mi ha voluto, ovunque ha allenato, come giocatore e, nella nazionale russa, come assistente. Abbiamo sempre avuto un rapporto vero, schietto».
Come vede il big match di domani?
«L'Inter arriva con un gruppo più rodato, che lavora insieme da anni e che già ha vinto. Attorno alla Roma c'è eccitazione, sta andando oltre le aspettative».
Le individualità che possono lasciare il segno?
«Fra i nerazzurri, orfani di Thuram, direi Lautaro. Tra i giallorossi ci si aspetta che Ferguson si sblocchi. Poi Dybala e Soulé possono garantire qualità e cambio di passo».
Si aspettava un'impronta così netta del Gasp sul gioco della Roma già a ottobre?
«Mi sembra presto per dire che ha già lasciato un segno. Di certo ha portato grande entusiasmo, una crescita a livello di mentalità e una buona gestione nell'uno contro uno».
Chi ha più da perdere domani?
«È un banco di prova in ottica scudetto per entrambe le squadre. Ma, non lo dico solo per scaramanzia da romanista, bisogna ammettere che i nerazzurri hanno più abitudine a vincere i campionati e il periodo di rodaggio sembra essere alle spalle. Se Chivu riuscirà a ripulire la testa dei giocatori dalle scorie di Monaco, sono in pole per lo scudetto. Discorso diverso è per la Roma che, al di là del primato attuale, se a fine anno arriverà in Champions Gasperini avrà fatto un ottimo lavoro».
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