Okaka: "La Roma è sempre stata la mia famiglia. Spalletti? Come un secondo padre"

29/10/2025 alle 17:10.
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GAZZETTA.IT - Stefano Okaka, ex attaccante della Roma, ha rilasciato un'intervista all'edizione online del quotidiano e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla sua avventura con la maglia giallorossa.

Mamma Doris e papà Austin le sono sempre stati accanto, fin dai tempi della Roma. 
“Sognavo di diventare un calciatore, ma il mio obiettivo era regalare un futuro migliore ai miei genitori. Facevano tre lavori per mantenere noi figli. Sono arrivato alla Roma a 14 anni, ero giovanissimo. Devo ringraziare il presidente Franco Sensi, mi ha accolto a Trigoria dandomi la possibilità di vivere nel centro sportivo insieme a loro”. 

La sua carriera però poteva cominciare al Milan. 
“Stavo firmando per i rossoneri, poi Bruno Conti portò me e mio padre a Trigoria. Rimasi impressionato dal centro sportivo, così ho scelto i giallorossi”. 

Il primo a darle fiducia è stato Luciano Spalletti. 
“È come un secondo padre. A 16 anni, nel 2005, mi ha voluto in prima squadra e ho subito segnato in Coppa Italia contro il Napoli. Da lì è iniziato tutto”. 

Ha raccontato di quando il mister la rimproverò per essersi presentato con una macchina costosissima ad appena 18 anni. Non sarà stata l’unica ramanzina… 
“Nel 2007 giocavo poco, Spalletti mi mandò in campo negli ultimi minuti contro l’Atalanta. Entrai tutt’altro che ispirato. Al primo sguardo verso la panchina mi disse: ‘Ci vediamo dopo’. Se n’era accorto. A fine partita corsi negli spogliatoi, lui mi inseguiva. Mi ha salvato l’antidoping: sono rimasto chiuso oltre tre ore in quella stanza per non farmi beccare. Com’è finita? Il giorno dopo ho preso una multa. Meglio quella che un’altra sgridata del mister”. 

È arrivato in un gruppo di campioni: da Totti a De Rossi, passando per Panucci, Perrotta, Chivu e tanti altri. 
“Ero affezionato a Francesco e a Daniele. A Trigoria sono cresciuto, la Roma è sempre stata la mia famiglia. L’esperienza in giallorosso resterà una parte fondamentale della mia vita. Con loro ci sentiamo spesso, il nostro rapporto va oltre l’amicizia. È quasi un bene fraterno”. 

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