
Era il torneo degli italiani: si chiamava Coppa Uefa e tra il 1989 e il 1999 la vincemmo otto volte con quattro squadre diverse (Napoli, Inter, Juve, Parma) piazzando pure sei finaliste. Dominio assoluto. La Serie A era il campionato di riferimento in Europa e, con un solo club ammesso alla Coppa dei Campioni fino a11997, il secondo torneo continentale rappresentava lo specchio del movimento visto il numero maggiore di partecipanti. Poi l'età dell'oro è finita e dal 2000 l'Europa League (nuova denominazione, nuovo formato, fascino minore a causa dell'espansione della Champions, ma sempre piena di trappole) è stata una questione tra spagnole (dodici trionfi con quattro squadre diverse) e inglesi (cinque titoli e sei finaliste) con briciole lasciate a portoghesi, russi, ucraini, olandesi, tedeschi. Nel 2024, finalmente, l'Atalanta di Gian Piero Gasperini ha spezzato l'incantesimo. Oggi scatta la nuova edizione della coppa ed è benaugurante che questo tecnico dalla visione così moderna ed europea possa puntare il trofeo alla guida della squadra che, Atalanta a parte, è stata la più vicina a conquistarlo di recente. La Roma ha perso la finale nel 2023 (e il dispiacere per quei rigori sbagliati contro il Siviglia è ampliato dal ricordo degli scempi di Taylor) e la semifinale nel 2024 con il Bayer Leverkusen, poi triturato dalla Gasp-band. Considerando anche il successo nella Conference League del 2022 e la bella abitudine dei giallorossi a esaltarsi nelle notti europee (ci sono anche le semifinali di Champions nel 2018 e di Europa League nel 2021), non si può non considerare la Roma una delle favorite del torneo che si chiuderà a Istanbul il maggio 2026. (...) Gasp si sta adeguando pur senza derogare dai principi fondamentali che l'hanno portato a violare Anfield, tanto per fare un esempio. Ma è un ottimo segnale la capacità di vincere subendo un gol in meno degli avversari piuttosto che segnandone uno in più. E' l'evoluzione del corto muso, lo sfruttamento migliore delle risorse in attesa di incidere di più dalla metà campo in su. (...) Rispetto agli ultimi anni non ci sono avversari nettamente superiori sulla carta. La Spagna schiera il Betis (finalista in Conference pochi mesi fa) e il Celta Vigo (che dal 2007 in poi ha vissuto l'atmosfera internazionale solo nel 2016-17). L'Inghilterra affida le sue ambizioni ad Aston Villa (già in crisi in Premier) e Nottingham Forest (partenza lenta), squadre dal nobile passato con la Coppa dei Campioni in bacheca ma dal presente da scoprire. Il Porto di Farioli, lo Stoccarda, il Fenerbahce, il Lione e il Lilla fanno parte delle teoriche teste di serie, qualche sorpresa sbucherà e tra queste potrebbe esserci anche il Bologna di Italiano. (...)
(gasport)