
A chi non è mai capitato, in un fumetto, di leggere l'esclamazione «gasp». Vale stupore, uno stupore non sempre positivo, quasi una paura, un affanno, un sobbalzo. E invece gasp va riscritto, Gasp a Roma in questi giorni è un altro stupore, un altro sapore. Un'esclamazione di pura soddisfazione, e il derby vinto tre giorni fa c'entra fino a un certo punto. Oggi la Roma debutta in Europa League a Nizza: la promenade des anglais, mezza città che ancora fa il bagno, un po' di sano turnover in agenda e il rischio dell'euforia post derby. E la partita numero 5 del tecnico sulla sua nuova panchina. Occhio al numero:14 anni e tre giorni fa, alla prima esperienza in una grande piazza, proprio alla quinta uscita Moratti gli tolse dalle mani l'Inter. (...) Con l'Inter non arretrò mai di un centimetro, né con la società, né con lo spogliatoio, con i tifosi per la verità neppure ebbe il tempo di provare a capire e a capirsi. Il Gasp di oggi ha cambiato il suo menu. E non solo, poi l'ha pure dichiarato: «Devo uscire dalla mia comfort zone». Che vale un rischio doppio, perché ci sono dei furboni in giro che cambiano strada ma non lo dicono. Gasp s'è messo in gioco. Il mercato non gli ha dato gli attaccanti che voleva, almeno altri due, un centravanti e un simil Lookman. Si sarebbe potuto arroccare sulle sue posizioni, tutto sommato comodamente. E invece ha cambiato modulo, ha recuperato (Pellegrini) e recupererà giocatori (Dovbyk il prossimo), ha promosso persino Gollini (con cui litigò a Bergamo) a vice Svilar. (...) Gasp lo sa. Cambiare si può. Senza snaturarsi, senza tradire i principi che lui stesso ricorda: «Perché la verità è che una volta fatto il vantaggio arretriamo troppo, c'è eccessiva prudenza». (...)
(corsera