
Forse nel tempo ci si era abituati troppo bene. Perché la Roma, che nei suoi 98 anni ha avuto più storie da raccontare e personaggi da esibire che vittorie da festeggiare, il suo uomo derby ce l'ha sempre avuto. Per non tornare indietro alla notte dei tempi, rispolverando le gesta di Da Costa (12 gol, con 8 reti consecutive nelle stracittadine) e del fornaretto Amadei, basterebbe restare agli ultimi 30 anni. Da Giannini a Totti, passando per Delvecchio e Montella, De Rossi e Dzeko, il suo punto di riferimento, la stella polare alla quale aggrapparsi anche nei momenti di buio calcistico, la tifoseria giallorossa ce l'ha sempre avuta. [...] Perché Giannini in 16 anni alla Lazio ha segnato soltanto una volta (nel derby poi pareggiato da Gascoigne all'ultimo), sbagliando un rigore che allo stesso tempo è rimasto storico. Eppure quando c'era un derby in quegli anni, era Peppe a prendersi la squadra sulle spalle. [...] Una guida è stato De Rossi che le stracittadine le soffriva maledettamente sia quando giocava che quando ha allenato ma che poi, richiamato alla stregua del Pifferaio di Hamelin, si è addirittura travestito per tornare ad assaporare la gioia di guardarsi un Roma-Lazio dagli spalti. [...] Per non parlare di Ranieri, l'imbattuto, una sorta di highlander della panchina che solo all'ultimo atto, con il pari dell'aprile scorso, ha "sporcato" il record di 5 vittorie su 5. E oggi? In teoria ci sarebbe Pellegrini, l'ex capitano che doveva partire e invece è rimasto. Lorenzo, a suo modo, è un uomo derby. Romano, romanista, 22 incroci con Lazio e già tre gol all attivo di cui due decisivi, domani però può aspirare a incidere subentrando in corsa piuttosto che dal via. Basterà? La cosa singolare è che nella precarietà dei punti di riferimento attuali ai quali aggrapparsi, anche chi lo critica guarda a lui con un briciolo di speranza. [...] Ieri Totti, intervistato in occasione dell'EA 7 World Legends Padel Tour a Istanbul, alla domanda 'Prova a spiegare a chi non è romano cosa è il derby' ha sentenziato: «Non lo può capire». E allora su chi sperare? Perché ascoltando sempre Francesco che si rifugia rispondendo «nel gruppo», quando gli viene chiesto il calciatore che in previsione della sfida lo intriga di più, le scelte sono limitate. [...] Lo può diventare Soulé che già lo scorso anno ha lasciato il segno e ora, soprattutto considerando l'infortunio di Dybala, è chiamato a ripetersi. Oppure si deve sperare nel volto nuovo. E tutte le strade portano a Ferguson. che per temperamento non dà l'idea di essere uno che s'intimorisce. [...]
(Il Messaggero)