
Il 10 agosto di 45 anni fa, a Fiumicino sbarcava un calciatore diverso da tutti gli altri: giacca, cravatta e riccioli biondi, Paulo Roberto Falcão si presentò con una promessa quasi surreale: "Vengo alla Roma, per vincere lo scudetto e laurearmi in legge". Ad accogliere questo sconosciuto, di cui non si conosceva neanche l'esatta pronuncia del nome, c'erano cinquemila tifosi. In un'epoca senza internet (...), di lui si sapeva poco o nulla. I tifosi accorsi all'aeroporto si aspettavano un fantasista, un 10 alla Zico, sognato a lungo in quella stessa estate. Si ritrovarono invece di fronte a un "allenatore in campo", come lo voleva Liedholm, che indossava la maglia numero 5, quella degli stopper. La sua filosofia fu chiara fin da subito: nel suo esordio all'Olimpico, concesse un solo colpo di tacco per accontentare il presidente Viola, affermando che "per vincere non servono numeri da circo". Un'investitura che il Barone Liedholm aveva già sancito nello spogliatoio, di fronte a una squadra che snobbava il nuovo arrivato: "Voi non so, ma lui joca sempre".
Era sbarcato 'Un marziano a Roma', (...) e tre anni dopo, quella promessa divenne realtà: lo Scudetto tornò nella Capitale.
(Messaggero)