
Ieri mattina il cielo di Centocelle si è tinto di giallo e di rosso. I colori che Marco Zampilli, il 4lenne morto fulminato in sella alla sua moto, tanto amava. Perché Marco, oltre a essere un noto barman e personal trainer, era anche un grande tifoso della Roma. Per questo amici e parenti, nel giorno del suo funerale nella chiesa di Sant'Ireneo, hanno deciso di salutarlo così. Una nube colorata ha invaso via dei Castani tra applausi, cori da stadio e lacrime. Gli abiti neri in segno di lutto, gli occhiali scuri per nascondere la commozione. L'impressione che in tutti abbia lasciato un segno speciale. Il rimpianto di aver goduto di tanto amore e non aver potuto ricambiare. «Calma e compatti. Ciao boss», recita lo striscione appeso fuori la chiesa che non riusciva a contenere le centinaia di persone arrivate per salutare il «Boss». (...) Lo sguardo dei presenti è rivolto alla bara ricoperta di fiori gialli e rossi e da una maglia della Roma. Quella bara sulla quale è appoggiata, devastata dal dolore, Silvana, la madre del 4lenne. Ripete il nome di Marco mentre accudisce quel che resta di lui. Quel feretro di legno che si china a baciare. Ora è sola al mondo. Dopo essere rimasta vedova pochi mesi fa, lunedì ha perso il suo unico figlio. Piange e grida disperata chiedendosi «perché lui». «Era l'amore mio, il cuore mio. Non è giusto, non è giusto», ripete la donna non riuscendo ad accettare una «morte così assurda», come la definiscono i tanti che conoscevano il barman. Gli amici di una vita, quelli dello stadio e della palestra perché «Marco era anche un grande sportivo e un motociclista». Quando è morto, infatti, stava facendo un viaggio in solitaria in Puglia con la sua Bmw. Quella Bmw colpita da un fulmine che lo ha ucciso sul colpo, facendo piombare un'intera comunità nello sconforto. (...)