
Il paradosso sta nel fatto che la situazione finanziaria è talmente complicata che la Roma oggi è praticamente “costretta” a fare investimenti sulla rosa. Perché tra un anno la mole di plusvalenze da garantire per ottemperare alle indicazioni del Settlement agreement con l’Uefa in ossequio alle rigide regole del Fair Play Finanziario è mostruosa: 100 milioni di euro. Sì, non è scappato uno zero. 100 milioni è più o meno la cifra - di sole plusvalenze - che la società dovrà iscrivere a bilancio entro il 30 giugno del 2026. Ed è il motivo per cui nessuno oggi a Trigoria può permettersi di dormire sonni tranquilli. [...] Paradossalmente, dunque, la precaria condizione è proprio il motivo per cui la Roma si trova nella necessità di procedere a nuovi investimenti. Perché della rosa attuale sono pochissimi i giocatori in grado di garantire importanti plusvalenze. In pratica, solo in tre: Svilar, il cui contratto è stato appena rinnovato proprio per non doverlo cedere a cifre inferiori al suo valore (l’offerta massima arrivata prima del rinnovo, quando aveva il contratto scadenza, era sui 20 milioni di euro), Ndicka, per cui però non risultano offerte irrinunciabili, e Koné che è stato appena tolto dal mercato da Ranieri e Friedkin perché l’operazione che si stava mettendo in piedi con l’Inter a pochi giorni dall’inizio del campionato sarebbe stato un segno di rassegnazione tecnica inquietante e avrebbe “sporcato” l’immagine del club. [...] E 100 milioni oggi li fai solo sommando la vendita di tutti e tre, ammesso che ci siano acquirenti comunque generosi. Così la Roma cerca disperatamente i nuovi Alisson, Marquinho, Lamela, in modo di poter avere altri elementi da rivendere che consentiranno così al club di scegliere, tra quasi un anno, chi sacrificare e chi tenere. C’è una responsabilità in tutto questo? Sì e va ricercata nelle gestioni non sempre oculate degli scorsi anni e di chi non ha saputo vigilare sulle operazioni sia dal punto di vista tecnico sia da quello finanziario. Ma è inutile piangere sugli euro versati (male). [...](ilromanista.eu)