
Perché la Nazionale di calcio rischia per la terza volta di restare fuori dal Mondiale? Ci sono, è ovvio, numerose ragioni tecniche, possiamo partire dalle scuole calcio, parlare del poco spazio ai giovani italiani, e sviscerarle tutte come facciamo ogni volta che siamo sull'orlo del baratro. Poi però c'è una ragione più profonda che forse bisogna che ci diciamo una volta per tutte: perché non interessa. O almeno non interessa abbastanza. Ai giocatori, alle società, agli allenatori e anche ai tifosi. (...) È quello che è successo sulla piazza di Roma con Claudio Ranieri, ma è quello che sarebbe potuto succedere ovunque, nella stessa situazione. È lo stesso sentimento che spinge un giocatore importante dell'Inter, Francesco Acerbi, a far prevalere ragioni di orgoglio e un personalismo (su cui non vogliamo entrare nel merito) sul senso di appartenenza che dovrebbe dare la maglia dell'Italia. Spalletti non era un allenatore qualsiasi con cui aveva litigato, era il ct dell'Italia. (...) E veniamo a Ranieri. Premessa: quando le scelte riguardano il proprio futuro professionale e di vita sono sempre legittime (a maggior ragione quando di sicuro sono state dolorose), così è stato del tutto legittimo da parte di Ranieri confermare alla fine la decisione, già comunicata alla Roma, di non volere più allenare. Ma andava detto subito. Un uomo della sua esperienza non può non aver capito la situazione di emergenza in cui versa la Nazionale e di conseguenza il danno che ha finito per provocare a tutto il movimento con il suo dietrofront. Allo stesso modo, è legittimo che una proprietà, in questo caso i Friedkin, che ha impostato le proprie scelte sul no di Ranieri (sottoscrivendo contratti onerosi con lui per il ruolo di consulente e con il nuovo allenatore Gian Piero Gasperini) abbia delle obiezioni da muovere, ma, di nuovo, andavano espresse subito con chiarezza. È vero che, dopo la disfatta con la Norvegia le cose sono precipitate, ma con la certezza di avere in tasca il sì di Ranieri, la Federazione ha affrontato un esonero che forse poteva essere gestito diversamente. (...)
(gasport)