
[...] Gian Piero Gasperini, l'Antipatico. La Roma l'ha annunciato con l'acronimo di monumenti iconici: Gianicolo, Altare della Patria, San Pietro, Pantheon. Ma gran parte della tifoseria giallorossa, nella sigla Gasp, ci ha letto: Grande Antipatico Sulla Panchina. Perfino Claudio Ranieri, durante la presentazione di ieri, ci ha messo il timbro «Stava antipatico anche a me... ». Perché questa etichetta nitida? Forse perché, se Gasp ha la sensazione che Chiesa caschi troppo a terra, lo dice (Firenze); se gli arbitri sbagliano, pure; perché non obbedisce agli ultras (Genoa); forse perché, in un circo di parole e gesti codificati, usa pochi filtri. [...] Ieri Gasp non ha detto «Daje!», né citato versi del Belli, nessuna mourinhata, ma ha fatto sorridere, ricordando che a Zingonia non è mai morto nessuno. Gasperini sa benissimo due cose. La prima: vincerà la sfida se diventerà "simpatica" la squadra, nel senso etimologico del termine, cioè capace di "sentire e soffrire insieme", a Trigoria e in partita. [...] Seconda cosa: alla quarta giornata c'è già il derby. Se lo vincerà, diventerà più simpatico di Alberto Sordi.
(L. Garlando - Gazzetta dello Sport)